Crazy Taxi

Crazy Taxi
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A questo punto, molti si chiederanno il motivo di una tale scelta da parte dei programmatori, dato che si potrebbe tranquillamente caricare solo i passeggeri "facili" e lasciare i più esosi al loro destino. Questo in teoria, perché nella realtà dei fatti é necessario variare i propri clienti il più possibile, dato che le tappe più lunghe (quelle legate ai psseggeri "verdi") donano anche i premi maggiori, sia in fatto di preziosi secondi, sia in termini monetari. Sotto quest'ultimo aspetto, si può dire che la AM3 abbia fortemente caratterizzato la sua ultima creazione, dato che tutto il gioco é basato sul far soldi trasportando gente, compiendo evoluzioni e correndo a più non posso in mezzo al traffico. Lo stesso finale (se di finale si può parlare, in un gioco che si basa sul superamento dei record) é condizionato ai soldi guadagnati durante ogni partita, che determinano il grado ottenuto dal nostro taxista. Appena caricato il primo passeggero, ci si rende conto dell'immenso coinvolgimento insito in Crazy Taxi. Con una colonna sonora trascinante, un limite di tempo in costante discesa (e in evidenza) in cima allo schermo e lo stesso cliente che ci invita a correre urlando a squarciagola, si é forzati a schiacciare a tavoletta e a buttarsi a folle velocità in mezzo al traffico
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Pronti al decollo?

Da questo punto di vista, il lavoro svolto dagli sviluppatori risulta eccellente, dato che i nuclei urbani non solo appaiono credibili, ma estremamente "vivi". Le auto passano a decine, i passanti sono in continuo movimento e impegnati nelle attività più varie (chi fa il picnic sul prato, chi entra/esce dai negozi...), tutto fa sembrare il mondo di Crazy Taxi come una città vera in cui si ha piena libertà di fare danni. E' encomiabile la scelta di Sega di aggiungere un secondo centro alla metropoli già presente nell'arcade, per aumentare esponenzialmente il fattore longevità. La nuova cittadina non é un semplice riempitivo dato che include interi quartieri, alcuni monumenti, un faro, un centro residenziale e persino un luna park. Inoltre, la disposizione dei clienti e delle strade é molto più "cattiva" rispetto alla controparte arcade, e costringe il giocatore ad una conoscenza metro-per-metro di ogni singolo settore. Parlando di una conversione arcade e avendo appena sfiorato l'argomento longevità, viene spontaneo chiedersi quanto possa durare il divertimento offerto da Crazy Taxi
Crazy Taxi
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Crazy Taxi

Crazy Taxi dimostra che le conversioni arcade possono sostenere la "prova" del passaggio ai sistemi casalinghi. Il gameplay esaltante, lo stile grafico azzeccatissimo e il sonoro da volume a manetta sono passati indenni attraverso il porting della AM3, confezionando un titolo che rappresenta una vera e propria boccata d'aria fresca nel genere dei giochi di guida. Niente settaggi o assetti che dir si voglia (non c'è neanche il tachimetro!) ma solo (e soprattutto) corse folli in metropoli splendidamente progettate, con spiagge, parchi e autostrade. Questo dettaglio, la natura spiccatamente arcade, rappresenta forse l'unico limite del gioco. Chi si aspetta un modello fisico credibile rimarrà forse deluso dal vedere le auto schizzare a decine di metri di altezza o correre tranquillamente sul letto dei fiumi. Chi, invece, cerca del vero/puro/semplice divertimento non potrà non apprezzare l'ottimo lavoro svolto dai programmatori Sega. I saltuari rallentamenti (già visti nell'originale da sala) e il bad clipping talvolta evidente (ma giustificato dalla miriade di oggetti su schermo) sono gli unici aspetti negativi di una produzione altrimenti perfetta. In ogni caso, vista la quantità di lati positivi che porta con sé, non è difficile perdonare questi piccoli difetti a Crazy Taxi, e consigliarne l'acquisto ad ogni possessore di Dreamcast.

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