Crazy Taxi

Crazy Taxi
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Precisando che non si tratta certo di un gioco eterno, e che la stessa immediatezza diventa una limitazione a lungo termine, c'é però da sottolineare come l'ultimo racer Sega sia così "nuovo" e "diverso" dalla concorrenza da catturare letteralmente il giocatore, grazie ad un gameplay a dir poco eccezionale. Inoltre, la presenza del Crazy Box Mode (una raccolta di sottogiochi che servono ad imparare le varie tecniche di guida) e gli otto settaggi di difficoltà garantiscono un buon livello di sfida, considerando anche l'enorme estensione delle due città presenti, che richiedono oltre dieci minuti (a testa) per essere visitate interamente
Crazy Taxi
Il taxi scalpita per partire, diamogli ascolto...

Questa caratteristica aumenta di molto la durata di gioco, dato che l'enorme frenesia del titolo, e la splendida ricostruzione del paesaggio fanno rimanere attaccati alla console per ore e ore, cercando di portare a destinazione almeno un avventore in più della partita precedente. L'ottima realizzazione tecnica (a parte gli sporadici rallentamenti nelle fasi di traffico più concitato) e la colonna sonora trascinante sono poi alcuni dei tanti aspetti positivi di questo titolo. Tra questi rientrano lo stile grafico, molto "cool", e una delle migliori colonne sonore mai ascoltate in un videogioco, grazie all'apporto musicale di Offspring e Bad Religion. L'insieme di queste caratteristiche permette al gioco AM3 di sostenere la fama creatagli attorno dalla Sega nei mesi scorsi (ecco la risposta al quesito iniziale...), e di fargli meritare una posizione d'onore nella ludoteca del Dreamcast. Sia che odiate i giochi arcade, o che li amiate alla follia, dovete provare Crazy Taxi. Attenzione però: staccarsi dal joypad sarà veramente dura.
Crazy Taxi
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Crazy Taxi

Crazy Taxi dimostra che le conversioni arcade possono sostenere la "prova" del passaggio ai sistemi casalinghi. Il gameplay esaltante, lo stile grafico azzeccatissimo e il sonoro da volume a manetta sono passati indenni attraverso il porting della AM3, confezionando un titolo che rappresenta una vera e propria boccata d'aria fresca nel genere dei giochi di guida. Niente settaggi o assetti che dir si voglia (non c'è neanche il tachimetro!) ma solo (e soprattutto) corse folli in metropoli splendidamente progettate, con spiagge, parchi e autostrade. Questo dettaglio, la natura spiccatamente arcade, rappresenta forse l'unico limite del gioco. Chi si aspetta un modello fisico credibile rimarrà forse deluso dal vedere le auto schizzare a decine di metri di altezza o correre tranquillamente sul letto dei fiumi. Chi, invece, cerca del vero/puro/semplice divertimento non potrà non apprezzare l'ottimo lavoro svolto dai programmatori Sega. I saltuari rallentamenti (già visti nell'originale da sala) e il bad clipping talvolta evidente (ma giustificato dalla miriade di oggetti su schermo) sono gli unici aspetti negativi di una produzione altrimenti perfetta. In ogni caso, vista la quantità di lati positivi che porta con sé, non è difficile perdonare questi piccoli difetti a Crazy Taxi, e consigliarne l'acquisto ad ogni possessore di Dreamcast.

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