Cryostasis
di
Alessandro Cossu
Maxim Gorky. Detto "L'Amaro". Vi dice nulla, questo nome ? Si tratta di uno scrittore russo,morto a Mosca nel 1936, autore di moltissimi libri e romanzi. Uno di questi é "La vecchia Izergil", un racconto per certi versi populista,ma contrassegnato dal dolore di un popolo costretto a migrare nelle profondità più remote di una antichissima foresta. Queste genti incontreranno, fra gli alberi secolari, orrori di ogni sorta e conosceranno divisioni e gelosie, fino a quando un eroe non si ergerà dalla massa,per guidarli,nel momento di peggior sconforto (ovvero,quando si fa strada l'idea di tornare al punto di partenza, piuttosto che affrontare ancorai mostri che popolano la foresta).
Questa premessa é dovuta al fatto che la nuova fatica dei signori della 505 Games é legata a filo doppio con la storia appena - succintamente, narrata; in quali termini e in quali modi é però un onere che lasciamo nelle mani del giocatore. Onere che, lo diciamo subito, non sarà da poco, sia in termini "tecnologici", che di gioco. Vediamo perché.
Dopo i rituali settings iniziali, sbatteremo, ahinoi, il muso controalcuni deiproblemucci che ci accompagneranno durante il gioco. Il titolo distribuito da Halifax, infatti, é un autentico "mangiarisorse" - a fronte di uno spettacolo visivo tutto sommato quasi nella norma, o un pochino sotto.Anche sul nostro computer di prova (che supera largamente i requisiti minimi, nonché quelli consigliati) abbiamo assistito a scatti e caricamenti degni di un colpo di sonno. In un paio di occasioni, il nostro protagonista, complice il gelo, si é inchiodato davanti ad una fonte di calore e, sporadicamente, alcune texture non si sono caricate a dovere. Per non parlare degli scontri a fuoco, durante i quali (non sempre, é bene dirlo, ma anche una sola volta sarebbe troppo) - grazie ad un sistema di combattimento invero poco gradevole, nel tempo che il nostro alter-ego sfoderasse l'arma e facesse fuoco, siamo finiti nei verdi pascoli prima di poter fiatare.
Abbiamo citato il protagonista: vediamo di chi si tratta. Ci troviamo nell'anno del signore 1981 e il meteorologo Alexander Nesterov (cioé noi, in Cryostasis)é stato incaricato di scoprire cosa é accaduto alla nave atomica "Vento del Nord", misteriosamente scomparsafra i ghiacci.
Tuttavia, fin dalle prime battute del gioco, scopriremo che tutto questo é poco più che un pretesto per immergersi in un titolo che vive a metàfra gli FPS ei Survival Horror. Un incubo fatto di ghiaccio, morte e sangue, allacontinuaricerca di un pò di calore prima, e della verità, poi. Ma cosa rende Cryostasis qualcosa di più di una mera passeggiata su unanave, nei primi anni '80? In primo luogo, il potere del nostro protagonista.L'"Eco Mentale"di cui disponeAlexander Nestorov gli permette,fisicamente, di viaggiare indietro nel tempo attraverso le memorie dell'equipaggio rimasto intrappolato nei ghiacci e di tentare di modificare gli eventi in modo di salvare quante più vite possibili.
Un viaggio virtuale, quindi, chetrova poi riscontri nel mondo reale In alcune situazioni, invece, potremo solo rivivere gli ultimi, tragici momenti di un membro dell'equipaggio, senza o quasi poter minimamente interagire. Infine, nel dipanarsi della trama, ci saranno delle situazioni in cui, dovremo scoprire l'esatta sequenza di azioni da svolgere (sempre nei panni di un membro dell'equipaggio morto) e, in tal modo, verremo poco alla volta a conoscere fatti ed eventi che hanno trasformato la "Vento del Nord", in un sepolcro di ghiaccio popolato da mostri.
La peculiaritàprincipale del gioco, é insita nel fatto che combatteremo, almeno all'inizio e per larga parte del gioco, sempre a mani nude o, al massimo, con un gancio o un pezzo di tubatura che aumenta la violenza dei nostri attacchi (ovvero dei nostri pugni). Premendo opportunamente i tasti di movimento, saremo in grado di eseguire delle"combo", ovvero un destro e un sinistro insieme, un huppercut e un montante in rapida successione,e cose di questo genere.Come detto in fase di preview, tale sistema di combattimento non ci ha convinto, tantomeno divertito. Più avanti, acquisiremo qualche arma, come ad esempio un fucile, ma vuoi per la scarsità di munizioni, vuoi per il goffo sistema di attacco, alla fine sarà quasi meglio cimentarsi nel corpo a corpo, piuttosto che affidarsi alle bocche di fuoco. Per fortuna, al di là di una certa resistenza, le routine di IA dei nemici-zombie-spettri-quellochesono, possono dirsi di basso livello e per venire a capo di uno scontro, basterà premere la giusta sequenza di tasti,al momento giusto (sempre che il gioco che lo permetta).
Nota dolente, riguarda i salvataggi: come da tradizione "multiformato", non si può salvare a piacimento ma solo in appositi checkpoint, peraltro anche piuttosto lontani fra loro, per cui non sarà raro dover ripetere più e più volte lo stesso tratto di gioco. Come detto in apertura, Cryostasis é interamente localizzato in Italiano e ci ha sorpreso per profondità della narrazione,per la qualità del doppiaggio e per l'ottima resa delle voci.Anche le musiche,nel complesso,sono gradevoli e i sound fx, per quanto limitati e tutto sommato ripetitivi, sono ben realizzati. Sul fronte strettamentegrafico, il gioco in esame vantadegli ottimi effetti di luce ela sensazione "di freddo" chepassa dal monitor é quasi palpabile!L'acqua é ottimamente realizzata efa da contraltare ai movimenti dei nostri avversari, forse un pò troppo legnosi; tuttavia, le location - ci troviamo pur sempre dentro una nave, soffrono di una certa ripetitività : tubature, scalette, cuccette, cucine, paratie, non necessariamente in quest'ordine, ci accompagneranno per tutto il gioco e, onestamente, non é che la cosa sia divertentissima,dopo un pò.
In ogni caso, il titolo della 1C Company,nel complesso, racconta una storia affascinante; bisogna armarsi di santa pazienza e di un computer molto robusto...e bisogna amare i survival horror (e,per certi versi, gli FPS) di un amore viscerale ma, alla fine, non ci sentiamo di dire che il gioco vale la candela. Non tutta la candela, quanto meno.
Questa premessa é dovuta al fatto che la nuova fatica dei signori della 505 Games é legata a filo doppio con la storia appena - succintamente, narrata; in quali termini e in quali modi é però un onere che lasciamo nelle mani del giocatore. Onere che, lo diciamo subito, non sarà da poco, sia in termini "tecnologici", che di gioco. Vediamo perché.
Dopo i rituali settings iniziali, sbatteremo, ahinoi, il muso controalcuni deiproblemucci che ci accompagneranno durante il gioco. Il titolo distribuito da Halifax, infatti, é un autentico "mangiarisorse" - a fronte di uno spettacolo visivo tutto sommato quasi nella norma, o un pochino sotto.Anche sul nostro computer di prova (che supera largamente i requisiti minimi, nonché quelli consigliati) abbiamo assistito a scatti e caricamenti degni di un colpo di sonno. In un paio di occasioni, il nostro protagonista, complice il gelo, si é inchiodato davanti ad una fonte di calore e, sporadicamente, alcune texture non si sono caricate a dovere. Per non parlare degli scontri a fuoco, durante i quali (non sempre, é bene dirlo, ma anche una sola volta sarebbe troppo) - grazie ad un sistema di combattimento invero poco gradevole, nel tempo che il nostro alter-ego sfoderasse l'arma e facesse fuoco, siamo finiti nei verdi pascoli prima di poter fiatare.
Abbiamo citato il protagonista: vediamo di chi si tratta. Ci troviamo nell'anno del signore 1981 e il meteorologo Alexander Nesterov (cioé noi, in Cryostasis)é stato incaricato di scoprire cosa é accaduto alla nave atomica "Vento del Nord", misteriosamente scomparsafra i ghiacci.
Tuttavia, fin dalle prime battute del gioco, scopriremo che tutto questo é poco più che un pretesto per immergersi in un titolo che vive a metàfra gli FPS ei Survival Horror. Un incubo fatto di ghiaccio, morte e sangue, allacontinuaricerca di un pò di calore prima, e della verità, poi. Ma cosa rende Cryostasis qualcosa di più di una mera passeggiata su unanave, nei primi anni '80? In primo luogo, il potere del nostro protagonista.L'"Eco Mentale"di cui disponeAlexander Nestorov gli permette,fisicamente, di viaggiare indietro nel tempo attraverso le memorie dell'equipaggio rimasto intrappolato nei ghiacci e di tentare di modificare gli eventi in modo di salvare quante più vite possibili.
Un viaggio virtuale, quindi, chetrova poi riscontri nel mondo reale In alcune situazioni, invece, potremo solo rivivere gli ultimi, tragici momenti di un membro dell'equipaggio, senza o quasi poter minimamente interagire. Infine, nel dipanarsi della trama, ci saranno delle situazioni in cui, dovremo scoprire l'esatta sequenza di azioni da svolgere (sempre nei panni di un membro dell'equipaggio morto) e, in tal modo, verremo poco alla volta a conoscere fatti ed eventi che hanno trasformato la "Vento del Nord", in un sepolcro di ghiaccio popolato da mostri.
La peculiaritàprincipale del gioco, é insita nel fatto che combatteremo, almeno all'inizio e per larga parte del gioco, sempre a mani nude o, al massimo, con un gancio o un pezzo di tubatura che aumenta la violenza dei nostri attacchi (ovvero dei nostri pugni). Premendo opportunamente i tasti di movimento, saremo in grado di eseguire delle"combo", ovvero un destro e un sinistro insieme, un huppercut e un montante in rapida successione,e cose di questo genere.Come detto in fase di preview, tale sistema di combattimento non ci ha convinto, tantomeno divertito. Più avanti, acquisiremo qualche arma, come ad esempio un fucile, ma vuoi per la scarsità di munizioni, vuoi per il goffo sistema di attacco, alla fine sarà quasi meglio cimentarsi nel corpo a corpo, piuttosto che affidarsi alle bocche di fuoco. Per fortuna, al di là di una certa resistenza, le routine di IA dei nemici-zombie-spettri-quellochesono, possono dirsi di basso livello e per venire a capo di uno scontro, basterà premere la giusta sequenza di tasti,al momento giusto (sempre che il gioco che lo permetta).
Nota dolente, riguarda i salvataggi: come da tradizione "multiformato", non si può salvare a piacimento ma solo in appositi checkpoint, peraltro anche piuttosto lontani fra loro, per cui non sarà raro dover ripetere più e più volte lo stesso tratto di gioco. Come detto in apertura, Cryostasis é interamente localizzato in Italiano e ci ha sorpreso per profondità della narrazione,per la qualità del doppiaggio e per l'ottima resa delle voci.Anche le musiche,nel complesso,sono gradevoli e i sound fx, per quanto limitati e tutto sommato ripetitivi, sono ben realizzati. Sul fronte strettamentegrafico, il gioco in esame vantadegli ottimi effetti di luce ela sensazione "di freddo" chepassa dal monitor é quasi palpabile!L'acqua é ottimamente realizzata efa da contraltare ai movimenti dei nostri avversari, forse un pò troppo legnosi; tuttavia, le location - ci troviamo pur sempre dentro una nave, soffrono di una certa ripetitività : tubature, scalette, cuccette, cucine, paratie, non necessariamente in quest'ordine, ci accompagneranno per tutto il gioco e, onestamente, non é che la cosa sia divertentissima,dopo un pò.
In ogni caso, il titolo della 1C Company,nel complesso, racconta una storia affascinante; bisogna armarsi di santa pazienza e di un computer molto robusto...e bisogna amare i survival horror (e,per certi versi, gli FPS) di un amore viscerale ma, alla fine, non ci sentiamo di dire che il gioco vale la candela. Non tutta la candela, quanto meno.
Cryostasis
6
Voto
Redazione
Cryostasis
Una linea narrativa tutt'altro che ordinaria,per un titolo che, sfortunatamente,mostra troppi punti deboli, pur risultando in certa misura convincente. Cryostasis é un altro, sfortunato esempio, di come si possa danneggiare un'idea ottima sulla carta ma realizzata, forse, con un velo di sollecitudine. Alcune sessioni sono ridondanti e questo, per un gioco già di per se non velocissimo, aiuta poco ad invogliare il giocatore, nel proseguire la sua avventura. Avventura che però, a patto di averne la pazienza, alla fine regalerà una sorpresa non da poco. Il che, é già abbastanza.