Crysis 3

di Roberto Vicario
La serie Crysis, all'interno del panorama videoludico, si é sempre ritagliata uno spazio di rilievo tra i giocatori più per la sua componente tecnica che per l'effettiva qualità della trama o del gameplay. Crytek con il suo Cry Engine é infatti riuscita a stupire milioni e milioni di players grazie a un motore grafico in grado di “settare” nuovi standard sia col primo che con il secondo capitolo.

Abbiamo avuto modo di giocare e finire il capitolo conclusivo della trilogia, che vede Prophet in lotta con la razza aliena Ceph e la malvagia multinazionale C.E.L.L. Scoprite insieme a noi, grazie a questa recensione, come é andata a finire questa guerra.



Scegli se essere uomo o macchina...
La storia ci mette nuovamente ne panni di Prophet, lo stesso protagonista del primo e del secondo capitolo. Ambientato nel 2047 - 27 anni dopo gli eventi del secondo capitolo - torneremo a combattere per l'ennesima volta sia la malvagia mega corporazione C.E.L.L. che la razza aliena Ceph.

Il luogo di scontro é però quanto mai singolare: una New York racchiusa all'interno di una biosfera battezzata per l'occasione Nanodrome. Un luogo in cui gli scienziati della multinazionale hanno potuto ricreare diversi microclimi sfruttando i quartieri più famosi della città (come Chinatown), all'apparenza per scopo puramente scientifico, ma come potrete facilmente immaginare, i reali motivi sono ben più complessi e si nascondo all'interno di quella fitta vegetazione.

Nei panni del protagonista e di una spalla inaspettata che volutamente non vi riveliamo, ci troviamo immersi in un'avventura che ha il classico sapore della vendetta, ma questa volta, a discapito di ogni più lecito dubbio, supportata da una trama decisamente convincente con un apporto della componente narrativa che amalgama in maniera credibile le azioni che andremo a compiere, trasformando, sotto questo aspetto, Crysis 3 nel migliore della serie. Trama che oltre ad essere valida aiuta a chiudere “con il botto” l'arco narrativo della trilogia, dando risposte a chi, eventualmente, ne cercava dopo aver giocato i primi due capitoli.

A valido supporto di questa componente c'é anche un'ambientazione che, come avrete facilmente intuito dalla nostra presentazione, risulta a conti fatti decisamente affascinante e splendidamente realizzata. Le poche possibilità di scelta e una certa monotonia che molti giocatori avevano lamentato nel, seppur ottimo, secondo capitolo lasciano il passo ad un level design decisamente convincente in grado di far sentire Prophet (e di conseguenza il giocatore) un vero e proprio cacciatore all'interno di un'ambiente che pian piano si sgretola sempre di più sotto i suoi piedi.


Parlandovi del personaggio e chiudendo il discorso su storia e narrazione, vi possiamo dire che l'evoluzione che costui ha all'interno della trama é valida e convincente; il tutto supportato da una nano tuta ancora più potente e che si evolve parallelamente alla presa di coscienza (giocando capirete a cosa ci riferiamo!) che avrà il nostro eroe all'interno della trama. Insomma una struttura di gioco che si basa su fondamenta solide in grado di intrigare e colpire sin dalle prime battute il giocatore, abbracciando la stessa causa di Prophet e lottando per essa sino alla fine.

Io sono un predatore!

Come dicevamo, Prophet si é trasformato in un vero e proprio predatore. E non potrebbe essere altrimenti visto l'ambiente in cui viene inserito: una New York completamente inghiottita dalla vegetazione e totalmente trasformata da tanti microclimi diversi.

Come ogni cacciatore che si rispetti, il nostro eroe può contare su un arco estremamente potente che oltre a frecce classiche sfrutta dardi esplosivi, incendiari ed elettrici. Proprio questo strumento di morte, per quanto letale e silenzioso deve essere utilizzato con estremo giudizio dato che trovare le frecce sarà molto raro e questo ci obbliga a doverle recuperare dai cadaveri delle nostre vittime per evitare di rimanere senza. Proprio quest'ultima decisione presa dagli sviluppatori di Crytek, bilancia perfettamente quella che probabilmente é l'arma più potente del gioco, lasciando al giocatore la scelta di decidere come approcciare al meglio il livello sfruttando nel modo e al momento giusto quest'arma.

Come al solito non mancheranno le armi più tradizionali: fucili d'assalto, mitragliatori, fucili di precisione e qualche devastante arma speciale come il Typhoon. Tutte le bocche da fuoco menzionate posso, ovviamente, essere modificate con attachments in grado di migliorarne silenziosità, campo visivo, stabilità e così via. A questo arsenale decisamente classico, si aggiunge poi un novità significativa. Uccidendo i Ceph potremo ricombinare la nostra tuta con alcune loro armi, usandole contro gli stessi proprietari. Nel momento in cui utilizzeremo l'arma aliena la nostra tuta sarà mandata in sovraccarico e questo ci impedirà di trasportarla insieme alle armi più classiche, trasformandola di fatto in un potentissimo “usa e getta” in grado di risolvere però le situazioni più ingarbugliate.



A supporto della componente “armaiola” vi é anche una nano tuta decisamente più potente rispetto al secondo capitolo, che oltre alla già citata possibilità di ricombinarsi con le armi aliene, offre versioni potenziate dell'invisibilità, dell'armatura e della così detta Nanovision. Non solo, a cambiare (in meglio) il solito cliché vi é anche un nuovo sistema di potenziamento che ci chiede di raccogliere -sparsi per i livelli- dei pacchetti upgrade che dovremo poi spendere all'interno di un apposito menù, per potenziare così i diversi poteri del nostro fascinoso costume. Inoltre, il nuovo sistema upgrade stimola anche alla creazione di diversi pacchetti di migliorie. Scelto il primo power up, il sistema indica automaticamente al giocatore quali sono i rispettivi potenziamenti collegati a quello appena sbloccato. Se seguiremo l'ordine esatto, una volta migliorato quanto suggerito, si viene ricompensati con una miglioria extra per la nostra tuta. Ovviamente, non sarà obbligatorio seguire questa procedura e starà alla libertà del giocatore intraprendere l'una o l'altra strada. Infine, tra le novità segnaliamo la possibilità di “hackerare” dalla distanza torrette automatiche e mine di terra, così da poter creare validi supporti o momenti diversi nell'approccio al singolo scontro.

Sommando, quindi, tutte queste variabili viene facile dedurre che gli sviluppatori hanno spinto tantissimo l'acceleratore sulla diversificazione e su una libertà di approccio allo scontro decisamente più ampia rispetto al secondo capitolo. Durante la nostra prova abbiamo tentato sia l'approccio stealth che quello più aggressivo, a volte combinandoli anche tra di loro, e vi assicuriamo che in tutti i casi citati il gioco riesce a regalare momenti di puro godimento che si traduco anche in uno stimolo per il giocatore nello sperimentare ogni volta qualcosa di nuovo, analizzando e combinando tra di loro ambiente circostante, armi e poteri della nano tuta. Il tutto, con un perfetto equilibrio che raramente abbiamo trovato all'interno della serie.



Nella campagna di gioco che conta poco meno di una decina di missioni per circa 7/8 ore di gioco, gli sviluppatori hanno inoltre inserito momenti davvero iconici che vi lasceranno a bocca aperta non solo per l'ottima realizzazione tecnica ma anche per l'ottima regia che vantano. Si, perché Crysis 3 oltre ad essere il titolo della serie con la miglior componente narrativa vanta anche un fattore cinematografico forte che strizza l'occhio a diversi film d'azione fantascientifica e non solo. Le cut scene, integrate e sempre in prima persona, convincono e donano quel minimo di profondità che ci aspettiamo da ogni FPS. Non dobbiamo neanche dimenticare le boss fight che seppur sporadiche dimostrano un tangibile livello di coinvolgimento.