CSI: Intento Mortale
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Nove anni di onorata carriera, il passaggio di consegne fra l'icona William Petersen e Laurence Fishburne e l'uscita di scena di Gary Dourdan (eviteremo di approfondire la questione onde evitare sgraditi spoiler) sembrano non aver ancora intaccato lo smalto della serie CSI: Las Vegas, ancora sulla cresta dell'onda nonostante eventi che in molti avevano considerato come l'inizio della fine.
Considerando il nutrito seguito, Ubisoft non poteva dunque esimersi dal proporci anche quest'anno una versione virtuale della squadra scientifica più famosa del mondo, disponibile ancora una volta con il suffisso “Intento Mortale” tanto agli utenti PC quanto a quelli console.
Niente di nuovo sotto il sole cocente della città del peccato
Sviluppato dallo stesso team -Telltale Games- già responsabile dei precedenti episodi, CSI: Intento Mortale prosegue la serie di avventure investigative punta e clicca dedicate alla squadra scientifica di Las Vegas, ed offre al giocatore l'opportunità di vestire i panni dell' ennesima recluta alle prime armi e coadiuvare Catherine Willows, Nick Stokes, Greg Sanders, Raymond Langston e Riley Adams (a cui si aggiungono l' immancabile capitano Jim Brass e l'anatomopatologo Al Robbins) nella risoluzione di cinque casi di presunto omicidio.
Eccezion fatta per la presenza di alcune novità sotto il profilo del gameplay (ogni riferimento al nuovo laboratorio analisi prove é puramente voluto), l'impostazione di gioco ricalca pedissequamente quella del suo predecessore, e resta pertanto incentrata sulla raccolta di indizi e deposizioni, propedeutiche alla risoluzione stessa del caso.
Come ogni episodio di CSI che si rispetti e sulla falsariga di quanto già visto nei precedenti capitoli, la maggior parte delle prove presenti sia sulla scena del crimine che nelle altre locazioni connesse in qualche modo al caso, dovranno essere “notate” affidandosi quasi esclusivamente al proprio colpo d'occhio ed al completissimo armamentario tecnologico a disposizione (dal celebre Luminol al Microsil passando per le immancabili pinzette milleusi), per poi essere “incrociate” od elaborate tramite il modernissimo laboratorio.
Quest'ultimo rappresenta di fatto il secondo “fattore perno” attorno al quale gravita anche questo CSI: Intento Mortale, visto che solo attraverso la comparazione delle impronte, l'analisi dei campioni di DNA, l'uso del microscopio e le ricerche speciali sul database della polizia sarà poi possibile ricavare le prove indispensabili per convincere il detective Jim Brass ad emettere i mandati necessari (siano essi di comparizione o di perquisizione) per accedere ad elementi del gioco altrimenti inaccessibili o meglio ancora per procedere all'arresto vero e proprio del colpevole.
Il tutto ben sapendo di poter contare, in qualunque momento, sulle doti certosine del dottor Robbins nel campo autoptico (non mancherà infatti l'imprescindibile autopsia “rivelatrice” con tanto di filmati estratti direttamente dalla serie TV), ma soprattutto sull'aiuto dei cinque membri dello staff principale (uno per ogni caso), che potranno di volta in volta suggerire alcuni passaggi chiave del gioco, a fronte però di una perdita di punteggio sulla valutazione finale che andrà poi ad incidere sul numero di achievement sbloccabili nel corso del gioco.
A tal proposito, a prescindere dalla valutazione alcuni achievement potranno comunque essere sbloccati esclusivamente attraverso il completamento di incarichi sconnessi ai cinque casi proposti, che vi verranno affidati di volta in volta dagli elementi dello staff “estranei” al caso specifico al quale starete lavorando.
Otto ore posson bastare
Rispetto al precedente capitolo CSI: Intento Mortale non offre nulla di veramente nuovo. Anche in questa occasione il titolo edito da Ubisoft presta infatti il fianco a non poche critiche sul fronte della longevità e del gameplay, questo a causa di una struttura di gioco decisamente “piatta” e limitata al solito “rimbalzo” forzato da una locazione ad un'altra alla continua ricerca di indizi e prove. A poco o nulla sembra infatti servita la rivisitazione dell'intera sezione dedicata al laboratorio ed all'analisi delle prove (la comparazione del DNA e delle impronte digitali prevederà per esempio un'azione un po' più articolata del classico “sposta l'elemento A sopra l'elemento B”), incapace di fatto di incrementare il livello di sfida del prodotto, completabile ancora una volta in appena sei-otto ore di gioco complessivo.
Anche tecnicamente parlando le cose non sembrano essere molto meglio. CSI: Intento Mortale si affida infatti ad un comparto grafico quanto meno datato, con un'interfaccia di gioco piuttosto essenziale e personaggi decisamente grezzi sotto il profilo poligonale e mai troppo credibili.
Sicuramente meglio la valutazione del gioco sul fronte audio, con le voci degli attori originali della serie a mitigare l'assenza dei dialoghi nella nostra lingua (presenti comunque i sottotitoli), mentre da rivedere il sistema di controllo adottato nella versione Xbox 360 del gioco, In questo caso, infatti, l'assenza di un mouse (tutti i movimenti saranno ovviamente affidati all'uso pressoché esclusivo dello stick analogico di sinistra), tenderà a complicarvi non poco la vita non tanto nelle situazioni di gioco “normali”, quanto in quelle fasi in cui sarà richiesta una maggiore precisione nei movimenti e nella manipolazione delle prove.
Considerando il nutrito seguito, Ubisoft non poteva dunque esimersi dal proporci anche quest'anno una versione virtuale della squadra scientifica più famosa del mondo, disponibile ancora una volta con il suffisso “Intento Mortale” tanto agli utenti PC quanto a quelli console.
Niente di nuovo sotto il sole cocente della città del peccato
Sviluppato dallo stesso team -Telltale Games- già responsabile dei precedenti episodi, CSI: Intento Mortale prosegue la serie di avventure investigative punta e clicca dedicate alla squadra scientifica di Las Vegas, ed offre al giocatore l'opportunità di vestire i panni dell' ennesima recluta alle prime armi e coadiuvare Catherine Willows, Nick Stokes, Greg Sanders, Raymond Langston e Riley Adams (a cui si aggiungono l' immancabile capitano Jim Brass e l'anatomopatologo Al Robbins) nella risoluzione di cinque casi di presunto omicidio.
Eccezion fatta per la presenza di alcune novità sotto il profilo del gameplay (ogni riferimento al nuovo laboratorio analisi prove é puramente voluto), l'impostazione di gioco ricalca pedissequamente quella del suo predecessore, e resta pertanto incentrata sulla raccolta di indizi e deposizioni, propedeutiche alla risoluzione stessa del caso.
Come ogni episodio di CSI che si rispetti e sulla falsariga di quanto già visto nei precedenti capitoli, la maggior parte delle prove presenti sia sulla scena del crimine che nelle altre locazioni connesse in qualche modo al caso, dovranno essere “notate” affidandosi quasi esclusivamente al proprio colpo d'occhio ed al completissimo armamentario tecnologico a disposizione (dal celebre Luminol al Microsil passando per le immancabili pinzette milleusi), per poi essere “incrociate” od elaborate tramite il modernissimo laboratorio.
Quest'ultimo rappresenta di fatto il secondo “fattore perno” attorno al quale gravita anche questo CSI: Intento Mortale, visto che solo attraverso la comparazione delle impronte, l'analisi dei campioni di DNA, l'uso del microscopio e le ricerche speciali sul database della polizia sarà poi possibile ricavare le prove indispensabili per convincere il detective Jim Brass ad emettere i mandati necessari (siano essi di comparizione o di perquisizione) per accedere ad elementi del gioco altrimenti inaccessibili o meglio ancora per procedere all'arresto vero e proprio del colpevole.
Il tutto ben sapendo di poter contare, in qualunque momento, sulle doti certosine del dottor Robbins nel campo autoptico (non mancherà infatti l'imprescindibile autopsia “rivelatrice” con tanto di filmati estratti direttamente dalla serie TV), ma soprattutto sull'aiuto dei cinque membri dello staff principale (uno per ogni caso), che potranno di volta in volta suggerire alcuni passaggi chiave del gioco, a fronte però di una perdita di punteggio sulla valutazione finale che andrà poi ad incidere sul numero di achievement sbloccabili nel corso del gioco.
A tal proposito, a prescindere dalla valutazione alcuni achievement potranno comunque essere sbloccati esclusivamente attraverso il completamento di incarichi sconnessi ai cinque casi proposti, che vi verranno affidati di volta in volta dagli elementi dello staff “estranei” al caso specifico al quale starete lavorando.
Otto ore posson bastare
Rispetto al precedente capitolo CSI: Intento Mortale non offre nulla di veramente nuovo. Anche in questa occasione il titolo edito da Ubisoft presta infatti il fianco a non poche critiche sul fronte della longevità e del gameplay, questo a causa di una struttura di gioco decisamente “piatta” e limitata al solito “rimbalzo” forzato da una locazione ad un'altra alla continua ricerca di indizi e prove. A poco o nulla sembra infatti servita la rivisitazione dell'intera sezione dedicata al laboratorio ed all'analisi delle prove (la comparazione del DNA e delle impronte digitali prevederà per esempio un'azione un po' più articolata del classico “sposta l'elemento A sopra l'elemento B”), incapace di fatto di incrementare il livello di sfida del prodotto, completabile ancora una volta in appena sei-otto ore di gioco complessivo.
Anche tecnicamente parlando le cose non sembrano essere molto meglio. CSI: Intento Mortale si affida infatti ad un comparto grafico quanto meno datato, con un'interfaccia di gioco piuttosto essenziale e personaggi decisamente grezzi sotto il profilo poligonale e mai troppo credibili.
Sicuramente meglio la valutazione del gioco sul fronte audio, con le voci degli attori originali della serie a mitigare l'assenza dei dialoghi nella nostra lingua (presenti comunque i sottotitoli), mentre da rivedere il sistema di controllo adottato nella versione Xbox 360 del gioco, In questo caso, infatti, l'assenza di un mouse (tutti i movimenti saranno ovviamente affidati all'uso pressoché esclusivo dello stick analogico di sinistra), tenderà a complicarvi non poco la vita non tanto nelle situazioni di gioco “normali”, quanto in quelle fasi in cui sarà richiesta una maggiore precisione nei movimenti e nella manipolazione delle prove.