Daemonica
di
ELEMENTARE, FAREPOYNT
Nicholas Farepoynt è un investigatore fuori dal comune. Questa espressione non si riferisce alla sua residenza, ma bensì alle peculiarità per cui il protagonista dell'opera della Blue Label Entertainment è diventato famoso nell'Inghilterra del basso medioevo; lontano dalla figura del più celebre Holmes, il signor Farepoynt, grazie ad una capacità e ad una conoscenza tramandata di padre in figlio per generazioni, rimane l'unico depositario di un linguaggio segreto atto alla comunicazione con i morti. Così, mentre noi ci affanniamo in corsi di Inglese, Tedesco, Francese e Spagnolo, il buon Nicholas, fin dai primi anni di vita, guadagnò la discutibile abilità di conversare con i trapassati. Grazie a questa arte, al nostro alter ego vengono svelati i misteri che si celano dietro a morti e assassini incomprensibili alle persone normali. Interrogando gli spiriti, infatti, Nicholas è sempre in grado di appurare la verità su una morte, liberando un innocente o facendo condannare il giusto colpevole. Ramingo, egli girovagò per tutto il mondo allora conosciuto, afflitto da atroci incubi e lottando con i suoi fantasmi personali. Questo, almeno, fino a quando non capitò nella città di Cavorn, nell'Inghilterra meridionale.
2
Su diretto ordine del sindaco di Cavorn, infatti, finalmente Nicholas sarà chiamato a svelare il mistero che si cela dietro una lunga fila di efferati omicidi; ma questa volta si sconterà contro un avversario che di umano non ha nulla, un nemico avvolto da un male ancestrale, antico quanto le ossa stesse del mondo.
In parole povere, questa è la trama che si cela dietro a "Daemonica", un purtroppo modesto giochino patrocinato da CineMax, difficile da collocare anche a livello di "settore". Certamente, non si tratta di uno sparatutto, ne di un action-game. Diremmo piuttosto che siamo di fronte ad un ibrido fra avventura grafica, azione, RTS e qualche altra spezie che ora non ci viene in mente.
Girovagando nella fin troppo piccola città di Cavorn, esploreremo aree paludose, antichi monasteri, qualche locanda e cimiteri a iosa, con l'offerta speciale di un paio di miniere comprese nel prezzo.
La visuale dall'alto ricorda moltissimo quella vista in quel piccolo capolavoro che risponde al nome di Sacred, ma senza i vezzi dell'appena citato gioco. L'effetto zoom, infatti è assolutamente minimale e serve più a evidenziare le pecche di un motore grafico di scarsa potenza, che altro.
table_img_3345
Le ambientazioni, anche se sono state realizzate con una certa cura, gridano a gran voce la necessità di mangiare qualche poligono in più; inoltre la creazione delle texture pare soffrire di una certa ripetitività, una ridondanza che, senza l'uso dell'invero ottima mappa, fa si che sia difficilissimo trovare un punto di riferimento anche in una locazione relativamente piccola. E' stato aggiunto qualche interessante elemento casuale, come un piccione che svolazza da sinistra a destra sul monitor, o un topo che banchetta con qualcosa su cui abbiamo preferito non indagare, ma anche in questo caso le loro dimensioni sono approssimative, facendo sembrare il piccione un piccolo pterodattilo e il topo un piccolo pony. Vabbeh, transeat.
Sul fronte audio, ci troviamo davanti ad una localizzazione in Italiano di poco impatto, con qualche svarione di troppo. Non essendoci dialoghi parlati tutti i dialoghi sono infatti scritti alcune sezioni risultano silenziose come una chiesa durante la veglia di Natale. Non aiutano molto neanche le musiche, poco evocative e mai veramente coinvolgenti.
Anche la gestione dell'inventario è stata gestita in un modo che, francamente, ci pare poco comprensibile : possiamo raccogliere pochissimi oggetti e non possiamo combinarli; lo stesso libro delle pozioni, che sembra amplissimo, a fine gioco conterrà pochissime ricette.
Se aggiungiamo i fin troppo frequenti caricamenti e il fatto che i combattimenti si riducano a furiose pressioni del tasto sinistro del nostro mouse di fiducia, il tono è completo. Prima di evocare il commento finale, si ricorda che Daemonica è già sugli scaffali.
table_img_3678
Nicholas Farepoynt è un investigatore fuori dal comune. Questa espressione non si riferisce alla sua residenza, ma bensì alle peculiarità per cui il protagonista dell'opera della Blue Label Entertainment è diventato famoso nell'Inghilterra del basso medioevo; lontano dalla figura del più celebre Holmes, il signor Farepoynt, grazie ad una capacità e ad una conoscenza tramandata di padre in figlio per generazioni, rimane l'unico depositario di un linguaggio segreto atto alla comunicazione con i morti. Così, mentre noi ci affanniamo in corsi di Inglese, Tedesco, Francese e Spagnolo, il buon Nicholas, fin dai primi anni di vita, guadagnò la discutibile abilità di conversare con i trapassati. Grazie a questa arte, al nostro alter ego vengono svelati i misteri che si celano dietro a morti e assassini incomprensibili alle persone normali. Interrogando gli spiriti, infatti, Nicholas è sempre in grado di appurare la verità su una morte, liberando un innocente o facendo condannare il giusto colpevole. Ramingo, egli girovagò per tutto il mondo allora conosciuto, afflitto da atroci incubi e lottando con i suoi fantasmi personali. Questo, almeno, fino a quando non capitò nella città di Cavorn, nell'Inghilterra meridionale.
2
Su diretto ordine del sindaco di Cavorn, infatti, finalmente Nicholas sarà chiamato a svelare il mistero che si cela dietro una lunga fila di efferati omicidi; ma questa volta si sconterà contro un avversario che di umano non ha nulla, un nemico avvolto da un male ancestrale, antico quanto le ossa stesse del mondo.
In parole povere, questa è la trama che si cela dietro a "Daemonica", un purtroppo modesto giochino patrocinato da CineMax, difficile da collocare anche a livello di "settore". Certamente, non si tratta di uno sparatutto, ne di un action-game. Diremmo piuttosto che siamo di fronte ad un ibrido fra avventura grafica, azione, RTS e qualche altra spezie che ora non ci viene in mente.
Girovagando nella fin troppo piccola città di Cavorn, esploreremo aree paludose, antichi monasteri, qualche locanda e cimiteri a iosa, con l'offerta speciale di un paio di miniere comprese nel prezzo.
La visuale dall'alto ricorda moltissimo quella vista in quel piccolo capolavoro che risponde al nome di Sacred, ma senza i vezzi dell'appena citato gioco. L'effetto zoom, infatti è assolutamente minimale e serve più a evidenziare le pecche di un motore grafico di scarsa potenza, che altro.
table_img_3345
Le ambientazioni, anche se sono state realizzate con una certa cura, gridano a gran voce la necessità di mangiare qualche poligono in più; inoltre la creazione delle texture pare soffrire di una certa ripetitività, una ridondanza che, senza l'uso dell'invero ottima mappa, fa si che sia difficilissimo trovare un punto di riferimento anche in una locazione relativamente piccola. E' stato aggiunto qualche interessante elemento casuale, come un piccione che svolazza da sinistra a destra sul monitor, o un topo che banchetta con qualcosa su cui abbiamo preferito non indagare, ma anche in questo caso le loro dimensioni sono approssimative, facendo sembrare il piccione un piccolo pterodattilo e il topo un piccolo pony. Vabbeh, transeat.
Sul fronte audio, ci troviamo davanti ad una localizzazione in Italiano di poco impatto, con qualche svarione di troppo. Non essendoci dialoghi parlati tutti i dialoghi sono infatti scritti alcune sezioni risultano silenziose come una chiesa durante la veglia di Natale. Non aiutano molto neanche le musiche, poco evocative e mai veramente coinvolgenti.
Anche la gestione dell'inventario è stata gestita in un modo che, francamente, ci pare poco comprensibile : possiamo raccogliere pochissimi oggetti e non possiamo combinarli; lo stesso libro delle pozioni, che sembra amplissimo, a fine gioco conterrà pochissime ricette.
Se aggiungiamo i fin troppo frequenti caricamenti e il fatto che i combattimenti si riducano a furiose pressioni del tasto sinistro del nostro mouse di fiducia, il tono è completo. Prima di evocare il commento finale, si ricorda che Daemonica è già sugli scaffali.
table_img_3678