Dancing Stage Mario Mix

di Paolo Mulas
L'industria videoludica, con la Nintendo in prima fila, sta cercando in questi anni di espandere il saturo mercato dei videogiochi anche verso quelle fasce di potenziali giocatori che per i più disparati motivi non si sono mai avvicinati al medium. Tra i generi che maggiormente riescono a catturare l'attenzione dei non-giocatori, in prima fila ci sono certamente i rhytm game, i cosiddetti giochi di ballo popolarissimi in Giappone (soprattutto nelle sale giochi), che negli ultimi anni sono saliti alla ribalta anche negli altri mercati, tra cui l'Italia, dove l'anno scorso divennero addirittura un programma televisivo (abbastanza inutile a dir la verità).
Tra le piattaforme dell'attuale generazione, l'unica a non poter vantare un gioco di ballo era il Gamecube, con un po' di ritardo alla Nintendo sono riusciti ad ovviare a questa falla con Dancing Stage Mario Mix; il titolo sviluppato in collaborazione con la Konami (leader anche in questo settore), annovera nella sua schiera di ballerini alcuni dei più popolari personaggi Nintendo, con Mario in testa.

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Il gioco include nella confezione (senza nessun costo aggiuntivo) un tappetino (il cosiddetto dance mat) da collegare alla console al posto del joypad; la periferica, resistente e ben rifinita, presenta quattro grandi zone sensibili al "tatto", equivalenti alle quattro principali direzioni (giù, su, sinistra e destra). Proprio dalla semplicità e dalla precisione del sistema di controllo deriva la chiave della giocabilità di tutti i titoli della serie Dancing Stage, una formula di gioco che torna, ulteriormente ampliata, anche in questa versione per la console Nintendo. Mario Mix si distingue infatti da tutti gli altri esponenti dello stesso genere per la presenza di una modalità storia, abbozzata ma pur sempre interessante. Questa volta la minaccia è rappresentata da Waluigi, che smanioso di fama e potere ha rubato le quattro perle musicali ai designati custodi, per turbare le silenziose notti del pacifico regno dei Funghi. A chi il compito di riportare il tutto alla normalità? A Mario e Luigi naturalmente.

Nello story mode dovremo muoverci in cinque diverse ambientazioni, in ognuna di queste avremo numerose sfide da affrontare, boss da sconfiggere e minigiochi in cui competere. La maggior parte delle situazioni ci vedrà comunque muoverci sul tappeto, e ballare a tempo di musica nel tentativo di seguire con precisione le indicazioni visualizzate sullo schermo, ma le varianti sono comunque numerose. Difatti oltre a preoccuparci dei "passi" dovremo in più occasioni fare attenzione ad elementi di disturbo, costituiti da nemici di vario genere quali goomba, koopa e fantasmi, da sfruttare in alcune occasioni anche a proprio vantaggio. I koopa per esempio quando arriveranno in prossimità della freccia dovranno essere colpiti una prima volta per farli chiudere nel guscio, ed una seconda per rispedirli sullo schermo, in modo da agevolarci facendogli colpire le frecce in dirittura d'arrivo. Dal canto loro i fantasmi dovranno essere subito neutralizzati, altrimenti si ingrandiranno al punto tale da impedirci una normale visione dell'immagine. I minigiochi rappresentano un ottimo diversivo alla meccanica principale, il controllo rimane sempre legato all'utilizzo del dance mat che viene però utilizzato per la prima volta in un contesto nuovo. Dovremo per esempio scappare dal Categnaccio muovendoci alternativamente a sinistra ed a destra (simulando appunto una corsa), oppure colpire i goomba che fuoriescono dai tubi, o ancora correre ed infine saltare (direzione sù del tappetino) su un asta di fine livello, che altro non è che una fine citazione dell'epilogo di ogni stage di Super Mario Bros.

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La modalità storia offre sicuramente un punto di vista inedito per il giocatore singolo in queste tipologie di gioco; il risultato finale è che in questa ottica il titolo appassiona e diverte grazie al preciso sistema di controllo ed alla buona varietà di situazioni. I problemi tuttavia non mancano; la longevità è purtroppo piuttosto ridotta, le canzoni sono difatti venticinque, un numero non certo elevato e per di più la maggior parte dei brani sono tratti da alcuni dei più famosi titoli Nintendo, non che questo sia un difetto, infatti molti dei motivi risultano adatti al tipo di movimento da effettuare, ma una maggiore varietà sarebbe stata comunque gradita. Il gioco prevede inoltra una modalità multiplayer per due giocatori, tralasciando che si può giocare col joypad (per ovvie ragioni sconsigliatissimo), o alternandosi, la terza possibilità è legata al possesso di un altro tappetino, che però è venduto (almeno per il momento) esclusivamente col gioco. Anche il livello di difficoltà, tarato decisamente verso il basso, non offre un grande livello di sfida se non nell'ultimo, il "super difficile". Per quel che riguarda l'aspetto tecnico, che non è certo quello più importante in un titolo del genere, dato che l'attenzione del giocatore deve essere rivolta principalmente agli indicatori da seguire, bisogna comunque riconoscere il buon lavoro degli sviluppatori, che pur sfruttando solo in minima parte la potenza del Gamecube, sono riusciti a realizzare un motore grafico abbastanza curato.

Gli sfondi sono piuttosto colorati, i personaggi discretamente animati ed ogni tanto spunta fuori qualche effetto speciale decisamente piacevole da vedere.
Dancing Stage Mario Mix, è un titolo che mancava nella softeca del Gc; grazie ad un sistema di controllo preciso ed una formula di gioco semplice e frenetica il titolo Konami diverte ed appassiona il singolo giocatore nello story mode. Purtroppo però una longevità piuttosto ridotta, ed una modalità multigiocatore decisamente esigente (richiede per essere sfruttata al meglio un secondo tappetino venduto esclusivamente col gioco), ridimensionano in parte la valutazione finale.

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