Dante's Inferno
di
Nel 1191, i crociati guidati da Riccardo Cuor di Leone conquistano la città di Acri e prendono in ostaggio trecento saraceni, da utilizzare come merce di scambio col Saladino; i negoziati si protraggono per mesi e la prigionia sfocia inevitabilmente in una rivolta: tra i cavalieri crociati presenti c'é anche un fiorentino di nome Dante, figlio di Alighiero e innamorato della bella Beatrice. Nella rivolta Dante viene ferito a morte, e si trova al cospetto della Morte che gli annuncia la sua eterna condanna: forte della sua fede nell'indulgenza plenaria, Dante contesta questo giudizio e sfida la Morte a duello, sconfiggendola con la sua stessa falce. Al suo ritorno a Firenze, e dopo essersi cucito addosso la croce di stoffa a cui deve la salvezza, il crociato scopre però che Alighiero e Beatrice sono stati assassinati. Peggio ancora: gli appare l'anima della sua bella che, con estrema sofferenza, gli rivela di aver stretto un patto con Lucifero, e adesso deve seguirlo all'Inferno per causa sua. A Dante non resta altro da fare che impugnare la falce e addentrarsi negli inferi in cerca di redenzione per sé e la sua amata.
Avrete notato che in questo riassunto dell'introduzione di Dante's Inferno ci siamo sempre riferiti al protagonista come “crociato” e mai come “poeta”: la nostra mira era quella di riuscire in questo modo a creare una dicotomica omonimia tra il personaggio del gioco ed il sommo padre della lingua italiana, nato d'altronde oltre settant'anni dopo gli eventi narrati. Le similitudini tra i due personaggi sono comunque fortissime: EA ha sempre ampiamente confermato come il gioco sia stato progettato traendo ispirazione dalla Divina Commedia, ed anche semplicemente paragonando il modello del crociato con i ritratti del sommo poeta la somiglianza é volutamente notevole; non ultima, la guida di Dante all'Inferno sarà il poeta latino Virgilio.
Il gioco preso in sé per sé stesso, tralasciando per un attimo il nutrito e pittoresco substrato religioso, politico, poetico e culturale dell'opera letteraria, si configura come un action in terza persona con una tendenza spiccata verso il piacchiaduro ad arene consecutive, uno di quei giochi insomma in cui si accede ad un area e si combatte coi mostri nemici finché non si libera il passaggio verso l'area successiva. Non mancano comunque, e sono numerose, zone da affrontare con sequenze di salti o oscillazioni tra le corde, o ancora enigmi da risolvere per sbloccare meccanismi e serrature; soprattutto sono numerose le aree segrete, solitamente contenenti reliquie o altri item speciali, necessari per sbloccare risultati particolari.
Nel suo peregrinare ultraterreno, Dante avrà a disposizione due armi: la prima, ovviamente, é la falce della Morte, per la quale avrà a disposizione un comando per l'attacco rapido e uno per l'attacco potente; la seconda é la Croce di Beatrice, capace di emettere fasci di pura luce paradisiaca e che pertanto costituisce la principale arma a distanza del protagonista. Essenzialmente i tre comandi (falce veloce, falce potente e croce) sono indipendenti, ma con un po' di pratica é comunque possibile incastrarli tra loro in modo da ottenere combo interessanti, aggiungendo il tasto del salto (doppio), la parata e l'analogico destro utilizzato per lo scatto difensivo.
L'ultimo tasto “base” é quello che permette di afferrare i nemici: in vari casi, Dante si limiterà ad arpionarli con la falce per poi scagliarli a distanza, azione molto utile soprattutto nel caso di nemici esplosivi, ma in molti altri casi sarà possibile decidere la sorte del malcapitato, a scelta tra la Redenzione e la Dannazione; per i nemici più tosti sarà comunque necessario ridurre il loro vigore con attacchi classici prima di poterli “terminare” in questo modo. La stessa scelta andrà operata ogni qualvolta Dante incontrerà una delle anime dannate famose, che poi sono personaggi citati nel poema (il primo é Ponzio Pilato e l'ultimo il Conte Ugolino, passando per Paolo e Francesca o Brunetto Latini): in caso di Condanna, Dante si limiterà a trafiggerli con la falce, mentre in caso di Assoluzione si attiverà un minigioco di tempismo in cui bisognerà annullare i loro “peccati” sottoforma di gemme luminose.
La scelta tra Dannazione e Redenzione non é solamente simbolica: ogni atto andrà a riempire un differente indicatore di “esperienza” e raggiungendo determinate soglie si renderanno disponibili nuovi power-up, che andranno comunque acquistati spendendo le “anime” dei nemici abbattuti. In linea generale il percorso della Dannazione mira a potenziare gli attacchi di Falce e i poteri distruttivi di Dante, mentre quello della Redenzione migliora la Croce e garantisce incrementi difensivi; non mancano comunque le eccezioni. Tra i poteri così ottenuti spiccano le combo particolari, o i cosiddetti “Incantamenti”, veri e propri incantesimi ed attacchi speciali che andranno ad aggiungersi a quelli che si renderanno disponibili semplicemente seguendo la trama.
La realizzazione grafica é veramente appagante: cominciando dagli ambienti, diremo che sono stati realizzati con una cura molto valida dei particolari, e sebbene inizialmente la discesa nell'Inferno possa far pensare a una sequela di stanze tutte pericolosamente simili tra loro, così non é assolutamente. Soprattutto c'é un'attenzione particolare nella cura delle textures e dei dettagli delle strutture: trovarsi al cospetto della Porta del Pensatore di Rodin é veramente suggestivo. Proprio per questo motivo, però, alcuni ambienti meno curati tendono a essere meno gradevoli, e uno di questi é proprio il cimitero in cui comincerete a giocare.
Avrete notato che in questo riassunto dell'introduzione di Dante's Inferno ci siamo sempre riferiti al protagonista come “crociato” e mai come “poeta”: la nostra mira era quella di riuscire in questo modo a creare una dicotomica omonimia tra il personaggio del gioco ed il sommo padre della lingua italiana, nato d'altronde oltre settant'anni dopo gli eventi narrati. Le similitudini tra i due personaggi sono comunque fortissime: EA ha sempre ampiamente confermato come il gioco sia stato progettato traendo ispirazione dalla Divina Commedia, ed anche semplicemente paragonando il modello del crociato con i ritratti del sommo poeta la somiglianza é volutamente notevole; non ultima, la guida di Dante all'Inferno sarà il poeta latino Virgilio.
Il gioco preso in sé per sé stesso, tralasciando per un attimo il nutrito e pittoresco substrato religioso, politico, poetico e culturale dell'opera letteraria, si configura come un action in terza persona con una tendenza spiccata verso il piacchiaduro ad arene consecutive, uno di quei giochi insomma in cui si accede ad un area e si combatte coi mostri nemici finché non si libera il passaggio verso l'area successiva. Non mancano comunque, e sono numerose, zone da affrontare con sequenze di salti o oscillazioni tra le corde, o ancora enigmi da risolvere per sbloccare meccanismi e serrature; soprattutto sono numerose le aree segrete, solitamente contenenti reliquie o altri item speciali, necessari per sbloccare risultati particolari.
Nel suo peregrinare ultraterreno, Dante avrà a disposizione due armi: la prima, ovviamente, é la falce della Morte, per la quale avrà a disposizione un comando per l'attacco rapido e uno per l'attacco potente; la seconda é la Croce di Beatrice, capace di emettere fasci di pura luce paradisiaca e che pertanto costituisce la principale arma a distanza del protagonista. Essenzialmente i tre comandi (falce veloce, falce potente e croce) sono indipendenti, ma con un po' di pratica é comunque possibile incastrarli tra loro in modo da ottenere combo interessanti, aggiungendo il tasto del salto (doppio), la parata e l'analogico destro utilizzato per lo scatto difensivo.
L'ultimo tasto “base” é quello che permette di afferrare i nemici: in vari casi, Dante si limiterà ad arpionarli con la falce per poi scagliarli a distanza, azione molto utile soprattutto nel caso di nemici esplosivi, ma in molti altri casi sarà possibile decidere la sorte del malcapitato, a scelta tra la Redenzione e la Dannazione; per i nemici più tosti sarà comunque necessario ridurre il loro vigore con attacchi classici prima di poterli “terminare” in questo modo. La stessa scelta andrà operata ogni qualvolta Dante incontrerà una delle anime dannate famose, che poi sono personaggi citati nel poema (il primo é Ponzio Pilato e l'ultimo il Conte Ugolino, passando per Paolo e Francesca o Brunetto Latini): in caso di Condanna, Dante si limiterà a trafiggerli con la falce, mentre in caso di Assoluzione si attiverà un minigioco di tempismo in cui bisognerà annullare i loro “peccati” sottoforma di gemme luminose.
La scelta tra Dannazione e Redenzione non é solamente simbolica: ogni atto andrà a riempire un differente indicatore di “esperienza” e raggiungendo determinate soglie si renderanno disponibili nuovi power-up, che andranno comunque acquistati spendendo le “anime” dei nemici abbattuti. In linea generale il percorso della Dannazione mira a potenziare gli attacchi di Falce e i poteri distruttivi di Dante, mentre quello della Redenzione migliora la Croce e garantisce incrementi difensivi; non mancano comunque le eccezioni. Tra i poteri così ottenuti spiccano le combo particolari, o i cosiddetti “Incantamenti”, veri e propri incantesimi ed attacchi speciali che andranno ad aggiungersi a quelli che si renderanno disponibili semplicemente seguendo la trama.
La realizzazione grafica é veramente appagante: cominciando dagli ambienti, diremo che sono stati realizzati con una cura molto valida dei particolari, e sebbene inizialmente la discesa nell'Inferno possa far pensare a una sequela di stanze tutte pericolosamente simili tra loro, così non é assolutamente. Soprattutto c'é un'attenzione particolare nella cura delle textures e dei dettagli delle strutture: trovarsi al cospetto della Porta del Pensatore di Rodin é veramente suggestivo. Proprio per questo motivo, però, alcuni ambienti meno curati tendono a essere meno gradevoli, e uno di questi é proprio il cimitero in cui comincerete a giocare.