Dark Angel

di Gabriele 'Knife' Idda

La cura che i programmatori hanno usato nella realizzazione di personaggi e sfondi è davvero alta: la versione virtuale di Max mostra una spiccata somiglianza con Jessica Alba, e le similitudini non si fermano all'aspetto ma proseguono con la gestualità e le sarcastiche battute. I movimenti durante la lotta sono fluidi e veloci e ,contando che gli effetti speciali non mancano, l'assenza di rallentamenti spezza l'ennesima lancia a favore degli sviluppatori. Una menzione speciale meritano gli sfondi: più che poligoni, sembrano riprese dal vivo. L'interattività intelligentemente realizzata, come i cassonetti che si chiudono a calci o i vetri frantumati a pugni, accrescono il realismo complessivo del gioco. Persino l'opprimente oscurità dei vicoli postpulsazione è stata realizzata con successo, arricchendo d'atmosfera il gioco. I filmati, realizzati praticamente tutti in tempo reale, per quanto notevoli avrebbero meritato qualcosa di più, magari delle riprese dal vivo, poiché il gioco n'avrebbe sicuramente guadagnato.
I vari indicatori che appaiono durante la lotta sono stati realizzati per non ostacolare la visuale, sebbene graficamente accattivanti in alcuni casi sono fin troppo piccoli, sfuggendo alla vista del giocatore che potrebbe ritrovarsi in game over senza rendersene conto.

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Chiaramente ispirate alla serie televisiva, le musiche arricchiscono le atmosfere cupe sia nelle parti di combattimento sia d'esplorazione, la parte del leone viene giocata comunque dai rumori di fondo.
La particolare accuratezza nel creare suoni per tutte le situazioni possibili, dal fanale di una macchina che si rompe all'esplosione dei barili di gas per aprire la strada, permette al giocatore di avere a disposizione degli input sonori, oltre che visivi, tali da consentire di rilevare pericoli nascosti. Particolare attenzione è stata data ai vari rumori durante la lotta: realistici, perfettamente a tempo ma mai caotici. Di solito, in giochi di questo tipo, più mosse si hanno a disposizione e più difficoltà s'incontra quando si tenta di sperimentarle tutte. Dark Angel è una felice eccezione: tutti i comandi sia base sia avanzati sono intuitivi e semplici.
I movimenti base sono tre: camminare, mediante la sola levetta analogica, accendere o spegnere interruttori e saltare, mentre per attaccare i nemici avrete a disposizione il pugno, il calcio e le prese. Tutte queste mosse base danno la possibilità di essere concatenate tra loro, così da ottenere combinazioni più lunghe e letali.
Potrete anche decidere se distribuire i vostri letali colpi a tutti i nemici che vi circonderanno, oppure bloccare l'attenzione su un singolo nemico ed eliminarlo prima degli altri, come consigliato nel caso dei nemici armati.

Per uscire dalle situazioni più difficili avrete a disposizione anche la modalità rabbia, durante la quale Max provocherà danni maggiori. Nel caso dobbiate agire senza attirare troppo l'attenzione su di voi, potrete effettuare avvicinamenti silenziosi oppure nascondervi saltando e appendendovi al soffitto. La longevità è relativamente alta per un gioco di questo genere: i tre livelli di difficoltà, le 50 mosse possibili e le diverse scelte strategiche danno al giocatore diversi motivi per riprovare le varie missioni di gioco. A tutto ciò si aggiunge una storia interessante e quell'ubriacatura d'azione elimina stress che non guasta mai.
L'unico appunto negativo su quest'aspetto viene rilevato nelle pochissime munizioni trovate nei diversi livelli.
In definitiva, Dark Angel si presenta come un'avventura basata sull'azione, capace di interessare a prescindere dalla serie televisiva e di sorprendere per la sua alta spettacolarità e facilità d'utilizzo.

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