Dark Project II

Dark Project II
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Nel complesso non possiamo veramente parlare di nulla di nuovo con questo Dark Project 2, e se il suo predecessore si giocava le migliori carte proprio sul fattore novità ed originalità, in questo caso dobbiamo accontentarci solamente di ciò che il gioco ha effettivamente da offrirci. Ci rendiamo conto allora che nascondersi é bello e divertente, ma a volte diventa anche terribilmente frustrante, ed in fondo, il primo Thief risultava così gradevole perché era qualcosa di mai visto ed innovativo. Il problema é semplice: alla lunga questo genere di giochi stanca, soprattutto perché morire é dannatamente facile e per caricare una missione daccapo, su un computer di media potenza ci possono volere quasi 2 minuti (!). Questo sembra un problema da poco, ma in realtà é uno scoglio clamoroso col quale confrontarsi: durante un ora di gioco rischierete di passare almeno quindici minuti leggendo gli scopi della missione mentre l'hard disk frulla in maniera indecorosa e ciò, complice anche una storia talmente debole da non spingerci a desiderare di conoscere gli eventi successivi, può far abbandonare il gioco su uno scaffale per sempre
Dark Project II
Fra le migliorie apportate al Dark Engine figurano le fonti di luce colorata

In System Shock 2, grazie alla profonda interazione con gli scenari, alla trama straordinaria e alla comodissima interfaccia, potevamo sorvolare sui problemi del Dark Engine, comunque sfruttato 100 volte meglio, grazie anche ai punti di resurrezione che azzeravano i tempi di caricamento e alla mappa sovrapposta alla visuale tridimensionale (cosa che in Dark Project 2 non succede: ogni volta che guardate una pergamena o una mappa questa occuperà tutto lo schermo, cambierà la risoluzione di gioco e quindi vi farà perdere almeno una decina di secondi, spezzando l'azione). Con Dark Project 2 non ci sentiamo invece di essere particolarmente clementi, perché dimostra una battuta d'arresto per i creativi della Looking Glass, che ci ripropongono un gioco riscaldato nel microonde sperando di farlo passare per fresco. Se il meccanismo aveva funzionato alla grande con Ultima Underworld 2, virtualmente identico al primo episodio, ma molto più grande, complesso e gustoso, con Dark Project 2 questa magica combinazione non ha luogo e, anzi, ci fa riconsiderare l'effettivo divertimento offerto dal primo titolo.
Dark Project II
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Dark Project II

Produrre il seguito di un videogioco di successo è rischioso: o si trova la maniera di giustificare in qualche modo il numero "due" dietro il titolo originale, oppure si corre il rischio di proporre qualcosa di già visto, e quindi poco appetibile. Ironia della sorte vuole che il seguito di uno dei giochi più originali degli ultimi anni sia in realtà uguale al primo della serie e quindi catalogabile come "copiato". Se non avete mai giocato al primo Dark Project, oppure questo vi è piaciuto alla follia, non perdetevi Dark Project 2, un'espansione ben riuscita del titolo originale, con una grafica appena migliorata e un sonoro strepitoso. Se siete amanti dell'azione pura non prendete comunque in considerazione questa saga, adatta a giocatori riflessivi e che amano risolvere i problemi più con l'astuzia e la pazienza che con la forza bruta.

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