Dark Reign 2

di Redazione Gamesurf
Dark Reign 2 non é un gioco di strategia in cui bisogna occuparsi della gestione economica e politica; tuttavia non dovremo solo guidare battaglioni, ma anche edificare strutture per rendere disponibili tipi più avanzati di unità, impiantare centrali energetiche e sfruttare giacimenti per la costruzione e il mantenimento dell'esercito. Lo schema con cui si ottengono mezzi migliori con più sviluppate strutture é molto semplice, ma solo con il proseguimento delle missioni saranno disponibili tutte le unità

LA STORIA
La storia, che si sviluppa con missioni successive, a volte slegate nel tempo e nello spazio, a volte in continuità (in questi casi dovremo completare la missione successiva nello stesso territorio della precedente, con le truppe residue), non é solo un pretesto per l'azione; il background, per prima cosa, é adulto e credibile: nel futuro, la terra é governata politicamente dal Global Commonwealth, ma in realtà é la JDA (le forze di difesa) a controllare il mondo, con la violenza repressiva. La situazione sociale é una radicalizzazione di quella attuale: i ricchi sono nelle lussuose Dome (come dice il manuale: "splendide, emisferiche confutazioni di migliaia di anni di diligente progresso sociale" o, per un occhio più cinico, la conferma della mancanza di progresso); i diseredati, la maggior parte della popolazione, abitano gli sprawl, i quartieri ghetto, continuamente teatro di micro rivolte sedate nel sangue. All'inizio é possibile scegliere se guidare la JDA o gli Sprawler, di cui non sono soltanto diverse le strutture e le truppe, ma anche le strategie (più ordinati ed efficienti le truppe JDA, con armature più protettive, più abituati all'infiltrazione e alla guerriglia gli Sprawler). La caratterizzazione delle due fazioni e anche dei diversi tipi di truppa nella stessa fazione é perfetta: la scelta tra l'esercito degli sprawler (eterogeneo, raccogliticcio, con creature mutanti ed armi spesso rubate al nemico) e quello dei JDA, i cui uomini rispondono agli ordini con rigore e ubbidienza anche nella voce (digitalizzata), non é una questione di mera estetica