Dark Souls

di Tommaso Alisonno
IL CORAGGIO DI TENTARE
Dark Souls (come Demon's Souls prima di lui) non é un titolo per giocatori occasionali; già dal tutorial appare chiaro come basti un minimo errore per ritrovarsi morti e dover così riaffrontare i pericoli già superati. Superata la prigione iniziale (non senza dover prima abbattere un boss) si arriva alle porte di Lordran e da lì si cominciano a presentare diversi percorsi possibili: almeno 3 aperti a tutti, 4 se avete scelto la “chiave universale” come regalo alla creazione del personaggio. Di questi, in effetti solo uno é consigliabile, ma la cosa importante é che il gioco proponga una struttura aperta, che ovviamente procedendo diventa sempre più vasta.

920

A questo punto inizierà il vostro calvario, perché il gioco sembra costruito (e dichiaratamente lo é) appositamente per ammazzarvi: l'accesso ad ogni singola area é caratterizzato da nemici collocati in posizioni chiave, da quelli in agguati dietro alle porte, agli arcieri o i granatieri in posizioni irraggiungibili, fino ai cavalieri che vi porgono invitanti le spalle ma che, dopo aver ricevuto il vostro più letale attacco furtivo, perdono solo un 5-10% della barra della vita. Dark Souls é così: si avanza, si sbaglia, si muore, si riparte - cercando di non sbagliare nello stesso punto di prima, e soprattutto di non farsi prendere dalla foga, finendo con lo sbagliare ancora prima.

E se i mostri comuni (quelli, per intenderci, che tornano in vita dopo ogni visita al Falò) alla fine si imparano a memoria, anche perché presi singolarmente non brillano certo per l'IA, quelli “speciali” sono un altro paio di maniche: parliamo di cinghiali di metallo lunghi due metri o mostri di pietra che passeggiano in chiese sconsacrate... e altro ancora, senza contare i Boss veri e propri. Nemici che vi stuzzicheranno in una maniera invero subdola: riuscirete a tener loro testa per un po', ricevendo l'impressione che siano battibili (ed infatti e così), ma al minimo errore vi faranno a polpette.
A peggiorare la situazione si aggiunge anche un comportamento del controller che non é sempre dei migliori - il fatto stesso che i principali tasti azione siano posti nella parte dorsale non aiuta, così come il comportamento troppo vario del tasto dello scatto. Anche le inquadrature talvolta fanno del loro peggio per complicarci la vita, specie quando effettuando il lock sul nemico, altri oggetti si parano a bloccarci la visuale. Ebbene? Semplice: dai e dai si riesce a buttar giù anche i boss, e allora si che il gioco da le vere soddisfazioni!



223

SULLA LUNGA DISTANZA
É infatti sulla lunga distanza che Dark Souls diventa appagante: quando l'equipaggiamento e le statistiche del vostro personaggio crescono e vi permettono di affrontare (sempre con la dovuta attenzione) nemici che prima vi causavano grossi problemi, quando i mostri speciali e boss vanno FINALMENTE giù abbandonando tesori interessanti, quando si apre il passaggio verso una nuova area e noi, ben sapendo che stiamo per farci nuovamente ammazzare, non vediamo l'ora di esplorarla.

A questo poi si aggiunge il MultiPlayer: occasionalmente mentre girovagate per le lande di Lordran vi capiterà di vedere per qualche secondo dei “fantasmi”. Questi altri non sono che altri giocatori in giro per il mondo, e con un apposito Item sarà possibile lasciare messaggi che li mettano in guardia da eventuali pericoli - o se siete sadici, che li traggano in inganno. Quando poi otterrete l'oggetto apposito, potrete lasciare in giro il vostro marchio: chi lo toccherà potrà “evocarvi” nella sua partita, in modo che possiate dargli una mano ricevendo in cambio anime e Umanità. Oppure ancora, spendendo appositi Item potreste fare ben altro: infiltrarvi nella partita di un altro giocatore e dargli la caccia, sempre ottenendo umanità come premio.

A prescindere da quale filosofia di gioco prediligiate, ossia che vi avventuriate da soli, che cerchiate od offrite aiuto, o che vi divertiate a creare problemi agli altri, Dark Souls mette parecchie ore di gioco a vostra disposizione. L'unico denominatore comune é sempre quello: la pazienza. Chi si arrabbia con Dark Souls finisce solo con lo sbagliare ancora di più, e il risultato può essere solo (citando Lord Axl) un Gamepad in meno e tanti cocci sul pavimento. Chi accetta la sconfitta e impara dagli errori, e magari ha anche un po' di fortuna in più (che non guasta), ottiene grandi risultati. Per intenditori.

526