Dark Souls III - Ashes of Ariandel
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Il nuovo contenuto aggiuntivo pubblicato dallo studio From Software ci offre l'opportunità di entrare in un mondo corrotto e marcescente, nel quale la maggior parte dei suoi abitanti ha lasciato andare via la totalità della propria essenza, finendo per diventare un vero e proprio spettro di ciò che era una volta. Tornando alla Cattedrale del Profondo il nostro alter-ego ha la possibilità di incontrare il cavaliere Gael, un uomo riverso sul terreno che prega per il ritorno della fiamma nel mondo dipinto di Ariandel.
Un piccolo frammento di questa stoffa riesce a condurci in questo mondo nordico, dove il tempo sembra essersi fermato in un lungo inverno dove ogni cosa non ha più ragione di esistere.
Avventurarsi in questo mondo affrescato ci porta ad esplorare nuove terre che, come di consueto, mantengono inalterata la passione di From Software nel confezionare ambientazioni ricche di lore, trame bivalenti e sottili riferimenti alle storie legate al brand. D'altronde, come ignorarlo, lo stesso mondo di Ariandel fa libero riferimento a quello di Ariamis, che avevamo imparato ad amare e conoscere proprio nel primo capitolo di Dark Souls.
Tornando proprio sulla questione del level design, la casa di sviluppo ha cercato in tutti i modi di creare una melodia tanto poetica, quanto letale, al punto di collocare ogni nuovo mostro in una particolare zona ad esso dedicata, artificio che enfatizza la permanenza del giocatore all'interno di questo cosmo. Vagabondando per la steppa innevata rischierete di essere avvolti dal gelido abbraccio di affascinanti donne albero, solo per essere catapultati poco dopo in segrete marcescenti popolate da terribili mosche giganti, pronte a ingerire il vostro sangue fino a prosciugarvi completamente.
Incontrando i pochi NPG presenti vi accorgerete sin dall'inizio che qualcosa é andato storto. Lo stesso Sir Vilhelm, un cavaliere che incontrerete più avanti, é confuso sul vostro arrivo in queste terre, proprio perché non esiste alcuna campana che possa evocare le ceneri in questo mondo. Anche Suor Friede non nasconde il suo stupore, invitandoci però a ritornare nel “nostro mondo” per concludere la nostra missione. Qualcosa non va, é lampante, ma non saremo certo noi a dirvi cosa si nasconde dietro la tela nefasta di Ashes of Ariandel.
Tuttavia cotanta poesia può essere in grado di soddisfare il giocatore pronto ad acquistare il contenuto? In questo caso non del tutto. Purtroppo l'estremo dettaglio nel produrre una storia avvincente, e particolare, non regge il confronto con l'inserimento di contenuti legati all'armamentario, seguito a ruota libera da una durata piuttosto discutibile. chiaro che l'ultimo punto può essere discutibile a seconda dell'abilità, nonché del livello del personaggio, del giocatore ma resta pur sempre un paradosso da considerare per tirare le somme e dare un giudizio totalitario all'opera. I nuovi nemici non lasciano certo spazio all'esitazione, ed in molte occasioni non indugeranno a colpirvi con ferocia anche in gruppo.
Il timing con cui gestire il tempo in gioco sarà fondamentale, ma é una lezione che i giocatori più stagionati di Dark Souls hanno certamente imparato nel corso del tempo, morte dopo morte. L'unico consiglio che ci sentiamo di darvi, almeno per gestire una permanenza senza consultare uno psicologo bravo dopo ogni fallimento, sarà quella di accedere al contenuto avendo un livello del giocatore molto alto, un'arma incantata con l'incantesimo del fuoco ed ovviamente tanta, molta, pazienza.
Concluso infatti il viaggio ed essere morti innumerevoli volte, l'unico motivo che ci porterà a tornare sarà l'arena PvP, un'aggiunta considerevole accessibile dopo aver sconfitto il boss finale del DLC che ci permetterà di scontrarci contro altri utenti, optando inoltre per battaglie a squadre o scontri tutti contro tutti, dove sarà inoltre possibile regolamentare i combattimenti scegliendo chi potrà accedervi. C'é da ricordarvi, ovviamente, che chi non avrà acquistato tale contenuto non potrà accedere a queste caratteristiche aggiuntive.
Un piccolo frammento di questa stoffa riesce a condurci in questo mondo nordico, dove il tempo sembra essersi fermato in un lungo inverno dove ogni cosa non ha più ragione di esistere.
Avventurarsi in questo mondo affrescato ci porta ad esplorare nuove terre che, come di consueto, mantengono inalterata la passione di From Software nel confezionare ambientazioni ricche di lore, trame bivalenti e sottili riferimenti alle storie legate al brand. D'altronde, come ignorarlo, lo stesso mondo di Ariandel fa libero riferimento a quello di Ariamis, che avevamo imparato ad amare e conoscere proprio nel primo capitolo di Dark Souls.
Tornando proprio sulla questione del level design, la casa di sviluppo ha cercato in tutti i modi di creare una melodia tanto poetica, quanto letale, al punto di collocare ogni nuovo mostro in una particolare zona ad esso dedicata, artificio che enfatizza la permanenza del giocatore all'interno di questo cosmo. Vagabondando per la steppa innevata rischierete di essere avvolti dal gelido abbraccio di affascinanti donne albero, solo per essere catapultati poco dopo in segrete marcescenti popolate da terribili mosche giganti, pronte a ingerire il vostro sangue fino a prosciugarvi completamente.
Incontrando i pochi NPG presenti vi accorgerete sin dall'inizio che qualcosa é andato storto. Lo stesso Sir Vilhelm, un cavaliere che incontrerete più avanti, é confuso sul vostro arrivo in queste terre, proprio perché non esiste alcuna campana che possa evocare le ceneri in questo mondo. Anche Suor Friede non nasconde il suo stupore, invitandoci però a ritornare nel “nostro mondo” per concludere la nostra missione. Qualcosa non va, é lampante, ma non saremo certo noi a dirvi cosa si nasconde dietro la tela nefasta di Ashes of Ariandel.
Tuttavia cotanta poesia può essere in grado di soddisfare il giocatore pronto ad acquistare il contenuto? In questo caso non del tutto. Purtroppo l'estremo dettaglio nel produrre una storia avvincente, e particolare, non regge il confronto con l'inserimento di contenuti legati all'armamentario, seguito a ruota libera da una durata piuttosto discutibile. chiaro che l'ultimo punto può essere discutibile a seconda dell'abilità, nonché del livello del personaggio, del giocatore ma resta pur sempre un paradosso da considerare per tirare le somme e dare un giudizio totalitario all'opera. I nuovi nemici non lasciano certo spazio all'esitazione, ed in molte occasioni non indugeranno a colpirvi con ferocia anche in gruppo.
Il timing con cui gestire il tempo in gioco sarà fondamentale, ma é una lezione che i giocatori più stagionati di Dark Souls hanno certamente imparato nel corso del tempo, morte dopo morte. L'unico consiglio che ci sentiamo di darvi, almeno per gestire una permanenza senza consultare uno psicologo bravo dopo ogni fallimento, sarà quella di accedere al contenuto avendo un livello del giocatore molto alto, un'arma incantata con l'incantesimo del fuoco ed ovviamente tanta, molta, pazienza.
Concluso infatti il viaggio ed essere morti innumerevoli volte, l'unico motivo che ci porterà a tornare sarà l'arena PvP, un'aggiunta considerevole accessibile dopo aver sconfitto il boss finale del DLC che ci permetterà di scontrarci contro altri utenti, optando inoltre per battaglie a squadre o scontri tutti contro tutti, dove sarà inoltre possibile regolamentare i combattimenti scegliendo chi potrà accedervi. C'é da ricordarvi, ovviamente, che chi non avrà acquistato tale contenuto non potrà accedere a queste caratteristiche aggiuntive.