Dark Summit
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Man mano che si sale anche la sfida si fa più impegnativa e ci si trova coinvolti in corse con loschi sciatori oppure costretti a disattivare bombe prima che esplodano o ancora, lanciati in una corsa contro il tempo per cui è necessaria una buona conoscenza della montagna. In molti casi questi compiti richiederanno salti e acrobazie varie e non un semplice spostamento da un punto all'altro.
Quindi non solo mutano le missioni ma deve evolversi anche lo stile di gioco e le abilità di chi controlla la tavola da snowboard devono crescere di pari passo. Insomma il gioco costringe a usare e a diventare abili in tutte le figure possibili. In più per realizzare punteggi davvero alti bisogna conoscere anche le varie combo possibili. Il trucco consiste nel legare tra di loro il maggior numero di mosse possibile e non compierne molte slegate tra di loro perché nel primo caso il punteggio vinto cresce in maniera esponenziale.
All'interno dei vari tracciati si nasconde anche il modo per sbloccare le figure più elaborate per cui l'esplorazione non deve essere lasciata in secondo piano. Ogni figura speciale è rappresentata da un'icona che insegna a Naya il modo per compierla. Il tutto si risolve in un codice ovvero una serie di pulsanti da schiacciare al momento giusto mentre ci si trova nel mezzo di un salto. Se non si usa il corretto tempismo lo snowboarder resta inerte fino all'atterraggio; al contrario si esibisce nel movimento senza che si possa intervenire in altra maniera fino alla fine nemmeno per evitare un brusco atterraggio. Di sicuro è un bizzarro sistema che toglie quel minimo di soddisfazione che sta nell'imparare il giusto movimento riducendo la cosa, almeno per le mosse speciali, ad una questione di memoria.
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Se le sfide sono via via più complicate a soccorrere il giocatore interviene la possibilità, in caso di fallimento nel compiere quel particolare movimento chiave, di ripetere il tutto senza ripartire dall'inizio cosa che aiuta ad evitare inutili frustrazioni e perdite di tempo. Capita, però, qualche volta che gli obiettivi non siano molto chiari: così se si deve eseguire un salto su un oggetto occorre prima trovarlo (e non è sempre facile), oppure se si deve rincorrere qualcuno bisogna stare attenti a non perdersi lungo percorsi un po' intricati.
Il design dei livelli aumenta molto l'eventuale confusione per cui succede di sprecare un sacco di tempo per trovare la strada giusta invece di impiegarlo per eseguire acrobazie che dovrebbero essere l'unico scopo.
L'opzione multiplayer, per finire, consente tre tipi di gara: la prima è una semplice gara 1 contro 1 per tagliare il traguardo per primi, la seconda dà la vittoria a chi distrugge più oggetti prima del tempo limite e la terza è una gara di abilità nell'accumulare punti con le figure acrobatiche.
Purtroppo non si può giocare in 4 allo stesso tempo e nemmeno scegliere il punto di partenza che è predeterminato.
In conclusione Dark Summit è la voglia di unire lo snowboard a qualcosa di nuovo: una storia. In realtà quest'ultima è solo il pretesto per fare acrobazie e quindi si può dire che il tentativo non è molto riuscito. In più non essendo le acrobazie l'unico fulcro del gioco, Dark Summit resta un lodevole tentativo, un buon titolo, ma forse chi desidera lo snowboard puro deve cercare altrove.