Dead Island 2, il ritorno dei morti viventi – Recensione PC

Dead Island 2 il ritorno dei morti viventi  Recensione PC

Arriverà un momento in cui forse ci stancheremo anche degli zombi. Ammettiamolo. Ormai ne vediamo di cotte e di crude, anzi più di crude in questo caso, motivo che spesso ci induce ad accogliere un prodotto nel modo sbagliato. Forse un po’ freddo. Della serie “ancora una volta a parlare di zombi, adesso cosa si saranno inventati?”.

Cambiano forma, tipologia di infezione, spesso diventano più grossi e feroci, altre volte camminano piano. Ma rimangono sempre, e soltanto, carne morta in movimento. E nei vari viaggi affrontati insieme a loro, tolta la puzza naturale di cadavere, quello che abbiamo potuto apprezzare, da giocatori o spettatori aldilà dello schermo, è stato il modo in cui ci è stata raccontata la vicenda.

Se parliamo poi di videogiochi, possiamo aggiungerci anche il modo in cui è stato possibile giocarli. Pensiamo, come dire, al parkour di Dying Light, la visuale in terza persona dei primi Resident Evil (senza dimenticare le porte salva vita), l’idea “walking simulator” con Telltale a tema Walking Dead e molto altro ancora. 

Ne abbiamo viste tante, inutile negarlo. Ed è forse per questo che il primo approccio con Dead Island 2 (in realtà il secondo, avete letto la nostra preview?) non è stato eccessivamente eccitante. Poi giocandoci, completando la storia e dando un’occhiata alle missioni secondarie rimaste, beh, alla fine finisci un po’ per ricrederti.

Dead Island 2, il ritorno dei morti viventi – Recensione PC

Dead Island 2 - Hell-A ti aspetta!

Più le cose cambiano, più restano le stesse. Questa frase cult citata dal buon Jena Plissken mi ritorna sempre in mente, come un piccolo mantra pronto a ricordarmi quanto le differenze tra un prodotto e l’altro siano minime, a volte ininfluenti, se viste soprattutto a distanza di qualche anno. Ci piace dire che “cavallo vincente non si cambia”, ed è forse per questo che in casa Dead Island, a prescindere dal cambio di sviluppatori, le cose siano rimaste più o meno simili a quanto visto nel 2011.

L’isola di Banoi era un po’ come la Hell-A di oggi. Si percepiva quel senso di apertura open world, anche ben strutturato se vogliamo, e si percepiva pure la bonarietà del racconto, in grado di non prendersi troppo sul serio. Certo, le tecnologie erano quelle che erano, perciò la maggior parte degli NPC non riusciva a trasmettere quel senso di urgenza, o paura, come vediamo oggi in Dead Island 2. Ma in effetti, di cosa stiamo parlando nello specifico?

Los Angeles è in quarantena, l’epidemia zombi è esplosa e la maggior parte della città è ormai ridotta allo sfascio. Alcuni sopravvissuti hanno trovato il modo di rifugiarsi nelle proprie case, mentre altri, come uno dei protagonisti che sceglieremo di interpretare, sopravvive a un disastro aereo dimostrando un discreto attaccamento alla vita.

L’intera vicenda raccontata in Dead Island 2 parte da qui, con un evento catastrofico che è solo il primo degli sfortunati eventi che cercheranno di far inciampare il protagonista, costretto allo stesso tempo non solo a cercare una via di fuga da questo inferno non morto, ma anche a capire la motivazione della sua incredibile resistenza all’infezione. 

Sembra di rivedere in scena il plot del primo capitolo, tipo il bis a teatro, sebbene in questo caso ci tocca ammettere che l’esposizione sul palco ha acquistato un ritmo più serrato, perfino edulcorato pensando a tutta la vicenda, quasi al limite dello sfrontato ecco. Non c’è un momento in cui la vicenda gravi sul protagonista in modo negativo, anzi, appare al contrario che spesso la situazione si riveli più divertente del previsto, quasi come se gli sviluppatori abbiano voluto rendere il tutto una grande barzelletta sconcia dal finale inaspettato.

Il che è un bene, soprattutto quando si pensa a un prodotto che vuole principalmente divertire, senza avvolgere il giocatore in plot troppo ragionati, perfino muniti di quella svolta drammatica, o tragica, che non sempre fa piacere vedere. Tanto si sa, di apocalissi zombi ormai ne abbiamo vissute a iosa, motivo per cui un po’ di leggerezza in questo caso finisce davvero per non guastare.

Dead Island 2, il ritorno dei morti viventi – Recensione PC

Dead Island 2: un gameplay già visto, ma non per questo sbagliato

Partiamo dal roster, qui meglio identificato dalla presenza di sei ammazza zombi: ognuno vanta personalità e dialoghi diversi, elemento in grado di rendere il gameplay leggermente diverso a seconda di chi si sceglie di giocare. Noi abbiamo provato il gioco nei panni di Dani e Jacob, due personaggi molto estrosi, che non disdegnano anche qualche battuta di spirito, alleggerendo moltissimo l’intero clima della vicenda.

Ciascuno dei personaggi parte con un set di abilità base, qui meglio identificato dalla presenza delle carte, una cosa simile a quanto visto qualche tempo fa in Back 4 Blood. Partendo dalle due carte base, che possiamo tradurre in linguaggio RPG come dei talenti di creazione, è possibile poi configurare il proprio alter ego scegliendo tra le abilità/carte che sbloccheremo durante il gioco. E se qualcosa non dovesse piacerci, niente paura, giacché potremo cambiare il tutto da zero e senza costi, così da cercare di personalizzare in modo capillare l’esperienza adattandola al proprio stile di gioco.

Bisogna ammettere che Dead Island 2 ti spinge novantanove volte su cento a scegliere un approccio corpo a corpo, utilizzando nella maggior parte dei casi per l’appunto l’arma bianca: che si tratti di una lama, una mazza, o anche semplicemente un rastrello, il divertimento è assicurato. Tra l’altro, come visto già nel primo capitolo e in altri titoli della concorrenza, Dead Island 2 propone il classico sistema di modifiche pensato per aggiungere un po’ di pepe alla lotta.

Suddivise tra modifiche attive, quindi un bonus elementale al danno meglio identificato dalla presenza di fuoco, elettrico e acido, e modifiche passive, come aumento di alcuni punteggi caratteristica o della semplice resistenza dell’arma, troviamo davvero tutto il necessario per configurare la propria arma a seconda dei gusti. È bene sapere però che i mostri vantano anche un certo tipo di resistenza agli elementi, questo per “costringervi” un po’ a variare l’approccio, così da non stare sempre a guardare lo stesso gruppo di animazioni mentre smembrate uno zombi dalla testa ai piedi.

Fun fact. Anche qui troviamo il sistema giù visto nel remake di Dead Space, ovvero un’attenzione ai particolari che permette agli ammazza zombi di poter mirare alcune zone precise del corpo, che potranno essere tranciate di netto con una lama, oppure disarticolate con una mazza. 

E se doveste proprio stancarvi dell’approccio all’arma bianca, beh, sappiate che troverete una discreta potenza di fuoco grazie alla presenza di mitragliatori, fucili a pompa, fucili semi automatici, insomma, tutto un parterre di armi pensate per ogni tipologia di approccio, anche quello che noi in redazione amiamo definire “Lord Axl Style”.  Ogni combattimento offre idealmente un loot allineato al livello dell’ammazza zombi in partita, fattore che permette un discreto cambio di armi frequente, sebbene comunque ci sia la possibilità, una volta effettuate le modifiche preferite, di poter riparare e/o aumentare di livello la propria arma per tenerla al passo. Una pratica che richiederà molto denaro, quindi decidete con cura come e quando decidere di procedere in tal senso.

Dead Island 2, il ritorno dei morti viventi – Recensione PC

Dead Island 2 - Smembra lo zombie e non pentirti

Sul fronte della longevità, il titolo di Deep Silver si fa giocare tutto d’un fiato con la campagna principale per almeno una quindicina di ore, tempo che verrà diluito grazie alla presenza delle missioni secondarie. Insomma, di cose da fare ne troviamo davvero a bizzeffe, ed è un bene che queste attività possono anche essere condivise in cooperativa con altri tre giocatori.

La partita subisce gli effetti del creatore, perciò il livello dei mostri viene livellato su quello dell’ammazza zombi, fattore che potrebbe incentivare qualche momento di boost in compagnia di amici e non. Il loot non è condiviso, ma personalizzato, pertanto non sarà possibile litigare per ottenere un’arma migliore oppure decidere di scambiarla.

Tecnicamente parlando, Dead Island 2 offre uno spettacolo visivo davvero lodevole, soprattutto quando pensiamo alla costruzione dello scenario in combinazione con l’intero level design. Le zone esplorabili ruotano tutte intorno a una versione post-apocalittica di Los Angeles, che da Bel Air al molo di Santa Monica vengono praticamente distrutte e riscritte al fine di ricreare un ottimo spettacolo alla Walking Dead. Perfino gli zombi mantengono il proprio savoir-faire, con vestiario, attacchi e tipologie che ricordano da un lato il primo capitolo, cambiando per restare al passo coi tempi così da creare situazioni utili a mettere in difficoltà il giocatore.

Su Xbox Series X, la versione da noi testata, il titolo non ha mostrato alcun tipo di problema, rivelandosi fluido nonché perfettamente in linea con le produzioni odierne. Gli effetti su schermo si sono succeduti senza appesantire l'esperienza, o il framerate, e l'unico appunto che ci sentiamo di indicare, stando a quanto provato (campagna completa + qualche missione secondaria) è stata una compenetrazione ambientale che ha bloccato il nostro avatar dentro una parete, suggellando la nostra dipartita. Oltre questo, zero problemi di sorta. 

Gli sviluppatori hanno anche ben pensato di cambiare lievemente la regia a seconda dell’ammazza zombi selezionato, un plus che non stravolgerà il gioco, cercando soltanto di darci la sensazione di vivere un’esperienza personalizzata (e più in linea con il background del personaggio). 

Dead Island 2

Versione Testata: Xbox Series X

8.5

Voto

Redazione

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Dead Island 2

Dead Island 2 si rivela un titolo divertente, al passo coi tempi, soprattutto leggero nella sua narrazione, al punto da farci quasi dimenticare totalmente la violenza che lo contraddistingue. Il sistema di gioco ha tutte le carte in regola per divertire, senza porsi nemmeno nella posizione di voler apparire diverso dalla concorrenza, anzi, tutt’altro. Con lo zombi nel cuore, e tanto sangue sul grembiule, vi consigliamo di fare un salto nella Hell-A immaginata da Deep Silver, non ve ne pentirete di certo!

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