Dead Island: Riptide
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Per quanto riguarda le missioni di gioco invece avremo come sempre un numero di NPC da dover aiutare. Apprezzabile in questo senso la volontà da parte degli sviluppatori di apportare un po di varietà alla tipologia di missioni. Ricerche, recuperi, raccolta di oggetti e tanto altro ci verrà chiesto come “favore” da portare a termine in cambio di oggetti speciali o punti esperienza. Proprio parlando di missioni scopriamo le novità più importanti. Da una parte troviamo un maggior coinvolgimento dei nostri compagni, anche se stiamo giocando da soli, con la possibilità di compiere missioni specifiche che miglioreranno il loro arsenale e li renderanno più incisivi durante lo scontro. Funzione propedeutica alla nuova variante orda. In diversi punti della storia ci verrà infatti chiesto di difendere un determinata area da una o più ondate di nemici. Per farlo oltre all'aiuto dei nostri compagni avremo a disposizione reti per creare delle barriere, mitragliette semi automatiche da posizionare nei punti strategici e mine per i nemici più tosti. Una variante molto dinamica e vi assicuriamo estremamente divertente da giocare.
Tutto ovviamente viene esaltato da una componente cooperativa che conta fino a quattro giocatori contemporaneamente. Grazie ad un net code stabile e una matchmaking decisamente più liberoe meno vincolato rispetto al passato.
Come avete potuto leggere i contenuti all'interno di Dead Island: Riptide non mancano: una mappa abbastanza grande che prevede due macro aree a giungla e la città di Henderson, una grossa quantità di armi e modifiche, crescita del personaggio e tantissimi punti di interesse che allungano l'esplorazione e di conseguenza la longevità del prodotto (come ad esempio le Dead Zone, aree infettate e chiuse in cui é possibile recuperare armi rare). Tuttavia, la sensazione é che gli sviluppatori non abbiano voluto osare più di tanto in termini di gameplay e novità offrendo un titolo che sicuramente farà piacere ai fan, ma che al di là di qualche aggiunta e qualche ritocco, presenta gli stessi identici problemi che avevamo evidenziato nel comunque positivo e divertente prequel. Avremmo voluto un'intelligenza artificiale un po più sviluppata che puntasse meno sulla “quantità” e più sulla qualità sopratutto per i boss, oppure, una cura maggiore per chi ama il gioco single player nettamente sacrificato se confrontato con la modalità cooperativa. Invece, a distanza di due anni ci ritroviamo con gli stessi problemi. Intendiamoci, non é un male, molti, noi compresi, hanno apprezzato Dead Island per quello che era, ma con due anni di lavoro sulle spalle ci aspettavamo qualcosa di più.
A testimonianza di questo c'é anche la possibilità di importante il salvataggio del primo episodio. Questo significa importare statistiche, livello e abilità del nostro personaggio (sulle armi c'é un po di confusione) fortunatamente, gli sviluppatori hanno aumentato il level cap a 70 cosi che anche chi ha giocato molto il primo, possa far crescere l'esperienza e sbloccare nuove abilità. Una caratteristica interessante che dimostra ancora di più come gli sviluppatori abbiano puntato sulla frangia più core dei fan. Purtroppo avendo recensito la versione PC e avendo giocato il primo capitolo su Xbox360 non abbiamo avuto modo di testare questa caratteristica, ma vi aggiorneremo con ulteriori dettagli non appena avremo tra le mani la versione Xbox.
Un (quasi) paradiso tropicale!
Sotto l'aspetto tecnico il titolo, in linea con il resto degli elementi, presenta gli stessi identici pregi e difetti che il chrome engine aveva già evidenziato in passato. Dal punto di vista puramente visivo ci troviamo davanti ad un colpo d'occhio che grazie alla GeForce GTX670 e tutte i parametri tecnici impostati al massimo, riesce a regalare un colpo d'occhio più che buono. Migliorati sembrano anche i modelli poligonali dei diversi personaggi, che rispetto al primo episodio, risultano sicuramente più dettagliati.
Andando a guardare più nel dettaglio invece troviamo purtroppo una serie di imperfezioni come texture in bassa definizione, qualche leggero fenomeno di bad clipping e una serie di bug nel momento in cui il tempo cambia da soleggiato a piovoso. Niente di troppo preoccupante ma che é giusto segnalare.
Più che soddisfacente il level design che, oltre alla già citata quantità di materiale all'interno della mappa stessa, offre sia un ambiente di gioco molto simile a quello del primo Dead Island, ma anche un agglomerato cittadino, la ridente Henderson, che sposta il focus degli scontri su un piano più verticale che orizzontale. Una variante sicuramente gradita.
Solamente discreto il comparto audio, con un doppiaggio in lingua inglese si sufficiente ma che non basta a risollevare una scelta di tracce audio poco ispirata e una serie di campionature audio che il più delle volte si ripetono.
Tirando le somme possiamo quindi affermare che Dead Island: Riptide é un sorta di ibrido tra un seguito ed uno spin off. L'acronimo Dead Island 1.5 sarebbe calzato a pennello. Sebbene gli sviluppatori si siano prodigati nell'inserire qualche valido elemento innovativo come le orde o il nuovo personaggio, nelle radici il gioco rimane tale e quale a quello che avevamo imparato a conoscere nel primo capitolo. Da qui l'ovvia conclusione che rimane un more of the same, sicuramente valido e divertente, ma che piacerà unicamente a chi ha apprezzato il primo capitolo della serie.
Una festa...mostruosa!
Koch Media in occasione del lancio di Dead Island: Riptide ha organizzato una festa in un noto locale milanese a tema “zombesco”. La serata suddivisa in diverse fasi prevedeva una prova teorica e pratica di sopravvivenza agli zombie. Nella prima base bisognava rispondere ad un questionario in cui ci veniva chiesto di segnare la risposta corretta ad una serie di quesiti che ci ponevano davanti a possibili scenari di un invasione zombie. Nella prova pratica invece, suddivisa in due fasi, doveva prima cercare di decapitare uno zombie con una mazza da baseball (tranquilli! era un manichino) mentre nella seconda doveva andare alla ricerca di un oggetto situato nelle budella di un non morto.
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A margine di queste prove c'era anche la possibilità di farsi truccare da zombie o da ferito, grazie ad un esperto truccatore che ha partecipato all'evento. Una serata sicuramente diversa dal solito, al quale abbiamo partecipato molto volentieri. Per dovere di cronaca precisiamo che abbiamo superato il test sopravvivendo all'orda zombie. Sono soddisfazioni.
Tutto ovviamente viene esaltato da una componente cooperativa che conta fino a quattro giocatori contemporaneamente. Grazie ad un net code stabile e una matchmaking decisamente più liberoe meno vincolato rispetto al passato.
Come avete potuto leggere i contenuti all'interno di Dead Island: Riptide non mancano: una mappa abbastanza grande che prevede due macro aree a giungla e la città di Henderson, una grossa quantità di armi e modifiche, crescita del personaggio e tantissimi punti di interesse che allungano l'esplorazione e di conseguenza la longevità del prodotto (come ad esempio le Dead Zone, aree infettate e chiuse in cui é possibile recuperare armi rare). Tuttavia, la sensazione é che gli sviluppatori non abbiano voluto osare più di tanto in termini di gameplay e novità offrendo un titolo che sicuramente farà piacere ai fan, ma che al di là di qualche aggiunta e qualche ritocco, presenta gli stessi identici problemi che avevamo evidenziato nel comunque positivo e divertente prequel. Avremmo voluto un'intelligenza artificiale un po più sviluppata che puntasse meno sulla “quantità” e più sulla qualità sopratutto per i boss, oppure, una cura maggiore per chi ama il gioco single player nettamente sacrificato se confrontato con la modalità cooperativa. Invece, a distanza di due anni ci ritroviamo con gli stessi problemi. Intendiamoci, non é un male, molti, noi compresi, hanno apprezzato Dead Island per quello che era, ma con due anni di lavoro sulle spalle ci aspettavamo qualcosa di più.
A testimonianza di questo c'é anche la possibilità di importante il salvataggio del primo episodio. Questo significa importare statistiche, livello e abilità del nostro personaggio (sulle armi c'é un po di confusione) fortunatamente, gli sviluppatori hanno aumentato il level cap a 70 cosi che anche chi ha giocato molto il primo, possa far crescere l'esperienza e sbloccare nuove abilità. Una caratteristica interessante che dimostra ancora di più come gli sviluppatori abbiano puntato sulla frangia più core dei fan. Purtroppo avendo recensito la versione PC e avendo giocato il primo capitolo su Xbox360 non abbiamo avuto modo di testare questa caratteristica, ma vi aggiorneremo con ulteriori dettagli non appena avremo tra le mani la versione Xbox.
Un (quasi) paradiso tropicale!
Sotto l'aspetto tecnico il titolo, in linea con il resto degli elementi, presenta gli stessi identici pregi e difetti che il chrome engine aveva già evidenziato in passato. Dal punto di vista puramente visivo ci troviamo davanti ad un colpo d'occhio che grazie alla GeForce GTX670 e tutte i parametri tecnici impostati al massimo, riesce a regalare un colpo d'occhio più che buono. Migliorati sembrano anche i modelli poligonali dei diversi personaggi, che rispetto al primo episodio, risultano sicuramente più dettagliati.
Andando a guardare più nel dettaglio invece troviamo purtroppo una serie di imperfezioni come texture in bassa definizione, qualche leggero fenomeno di bad clipping e una serie di bug nel momento in cui il tempo cambia da soleggiato a piovoso. Niente di troppo preoccupante ma che é giusto segnalare.
Più che soddisfacente il level design che, oltre alla già citata quantità di materiale all'interno della mappa stessa, offre sia un ambiente di gioco molto simile a quello del primo Dead Island, ma anche un agglomerato cittadino, la ridente Henderson, che sposta il focus degli scontri su un piano più verticale che orizzontale. Una variante sicuramente gradita.
Solamente discreto il comparto audio, con un doppiaggio in lingua inglese si sufficiente ma che non basta a risollevare una scelta di tracce audio poco ispirata e una serie di campionature audio che il più delle volte si ripetono.
Tirando le somme possiamo quindi affermare che Dead Island: Riptide é un sorta di ibrido tra un seguito ed uno spin off. L'acronimo Dead Island 1.5 sarebbe calzato a pennello. Sebbene gli sviluppatori si siano prodigati nell'inserire qualche valido elemento innovativo come le orde o il nuovo personaggio, nelle radici il gioco rimane tale e quale a quello che avevamo imparato a conoscere nel primo capitolo. Da qui l'ovvia conclusione che rimane un more of the same, sicuramente valido e divertente, ma che piacerà unicamente a chi ha apprezzato il primo capitolo della serie.
Una festa...mostruosa!
Koch Media in occasione del lancio di Dead Island: Riptide ha organizzato una festa in un noto locale milanese a tema “zombesco”. La serata suddivisa in diverse fasi prevedeva una prova teorica e pratica di sopravvivenza agli zombie. Nella prima base bisognava rispondere ad un questionario in cui ci veniva chiesto di segnare la risposta corretta ad una serie di quesiti che ci ponevano davanti a possibili scenari di un invasione zombie. Nella prova pratica invece, suddivisa in due fasi, doveva prima cercare di decapitare uno zombie con una mazza da baseball (tranquilli! era un manichino) mentre nella seconda doveva andare alla ricerca di un oggetto situato nelle budella di un non morto.
A margine di queste prove c'era anche la possibilità di farsi truccare da zombie o da ferito, grazie ad un esperto truccatore che ha partecipato all'evento. Una serata sicuramente diversa dal solito, al quale abbiamo partecipato molto volentieri. Per dovere di cronaca precisiamo che abbiamo superato il test sopravvivendo all'orda zombie. Sono soddisfazioni.