Dead Or Alive 2
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L'originale Dead Or Alive era un picchiaduro tridimensionale realizzato dalla Tecmo grazie allo sfruttamento del motore grafico di Virtua Fighter 2. Le conversioni per il mercato casalingo, seppur ottimamente realizzate, ebbero la sfortuna di vedere la luce troppo tardi su Saturn e in quasi totale concomitanza con l'uscita di Tekken 3 su PlayStation. Fondamentalmente per questo motivo il gioco non riuscì ad ottenere i giusti consensi che, grazie alla buona realizzazione tecnica (soprattutto sulla console SEGA era un piccolo gioiello di programmazione) e all'interessante impianto di gioco, avrebbe meritato. DOA apparteneva allo stesso filone realistico dei vari episodi di Virtua Fighter e introduceva l'utilizzo di un tasto designato espressamente alla realizzazione di contromosse
In questo modo veniva donata al gioco una non indifferente componente tattica che, soprattutto, era veramente alla portata di tutti grazie alla grande semplicità di esecuzione. Esattamente come nella serie di picchiaduro tridimensionali della SEGA, le super combinazioni di tasti erano state bandite in favore di tecniche più semplici da realizzare (ma non per questo facili da padroneggiare)
Tratto caratteristico del gioco (forse troppo caratteristico, tanto da distogliere l'attenzione dai reali pregi del prodotto) consisteva nelle animazioni particolarmente curate (forse anche un pò esagerate) degli enormi seni appartenenti alle protagoniste femminili
Sono passati quasi quattro anni e il seguito di quello che, a parere di chi scrive, é stato uno dei migliori esponenti del genere é finalmente giunto nelle nostre mani, seguendo la stessa trafila del predecessore (anche se in tempi molto più brevi). Ovviamente da un seguito é lecito attendersi delle innovazioni che, miglioramenti tecnologici a parte, rendano lecito l'acquisto del gioco. E queste innovazioni, perlomeno a livello di giocabilità, sono state sicuramente apportate
La struttura di gioco é rimasta molto simile, mantenendo intatta la semplicità dei comandi e la ristrettezza di movimenti necessaria per portare a compimento le numerose combo. Il sistema di contromosse ha subito un piccolo ritocco che ne ha però aumentato la profondità e versatilità, rendendolo anche leggermente più impegnativo da utilizzare
In questo modo veniva donata al gioco una non indifferente componente tattica che, soprattutto, era veramente alla portata di tutti grazie alla grande semplicità di esecuzione. Esattamente come nella serie di picchiaduro tridimensionali della SEGA, le super combinazioni di tasti erano state bandite in favore di tecniche più semplici da realizzare (ma non per questo facili da padroneggiare)
Tratto caratteristico del gioco (forse troppo caratteristico, tanto da distogliere l'attenzione dai reali pregi del prodotto) consisteva nelle animazioni particolarmente curate (forse anche un pò esagerate) degli enormi seni appartenenti alle protagoniste femminili
Sono passati quasi quattro anni e il seguito di quello che, a parere di chi scrive, é stato uno dei migliori esponenti del genere é finalmente giunto nelle nostre mani, seguendo la stessa trafila del predecessore (anche se in tempi molto più brevi). Ovviamente da un seguito é lecito attendersi delle innovazioni che, miglioramenti tecnologici a parte, rendano lecito l'acquisto del gioco. E queste innovazioni, perlomeno a livello di giocabilità, sono state sicuramente apportate
La struttura di gioco é rimasta molto simile, mantenendo intatta la semplicità dei comandi e la ristrettezza di movimenti necessaria per portare a compimento le numerose combo. Il sistema di contromosse ha subito un piccolo ritocco che ne ha però aumentato la profondità e versatilità, rendendolo anche leggermente più impegnativo da utilizzare