Dead Rising 2

di Davide Ottagono
Episodio 2, Atto 1

É destino che le epidemie di zombie debbano sempre e comunque essere esclusive dell'America. Archiviato il caso West, tocca questa volta a Chuck Green, motociclista e “uomo di spettacolo”, trovare un rifugio per i propri cari dall'infinita ondata di non-morti che popola e razzia ogni angolo della città. Il cambio di protagonista implica quindi anche un cambio di ambientazione, dal Willamette a quel di Fortune City, fittizia cittadina adibita a “parco dello svago”, molto rinomata dopo la caduta di Las Vegas. É la prima volta che la saga approda su Ps3, perciò é anche giusto che i giocatori si avvicinino a Dead Rising 2 con un pizzico di circospezione, non sapendo a cosa si vada incontro. Partiamo subito col dire che la trama non é chissà quanto legata al predecessore, e che quindi può essere compresa tranquillamente anche senza alcuna infarinatura degli avvenimenti passati, aprendosi al meglio pure ad un pubblico neofita.

Qualcuno diceva che, quando il popolo é in difficoltà, solo un bello sport é capace di far dimenticare tutti i problemi. Da qui nasce Terror is Reality, uno show televisivo molto in voga in tutto il mondo in cui vari partecipanti si battaglieranno all'interno di arene nel tentativo di trucidare più zombie degli altri, tutto prettamente in diretta TV. Chuck, però, si trova invischiato in questa perversa spirale di vizi, soldi e sangue più per necessità che per piacere personale.




Chuck Green, tuttofare del Mall

Durante il passato attacco a Las Vegas, infatti, non solo ha perso la moglie, ma gli é anche stata infettata la figlia. La malattia di Katey, questo il suo nome, va ora tenuta sotto controllo tramite iniezioni giornaliere di un farmaco, pena la trasformazione. Terror Is Reality permette quindi a Chuck di reperire i verdoni necessari per assicurare alla piccola la dose quotidiana di Zombrex. Peccato che qualcosa vada storto. In un modo o nell'altro, i cadaveri viventi trattenuti all'interno delle arene riescono a liberarsi: scorrazzano ora per la città, diffondendo a macchia d'olio il ceppo virulento sulla nazione. I pochi sopravvissuti, Chuck compreso, troveranno rifugio nel... “Rifugio”. Il suo scopo? Svelare il colpevole del complotto in tre giorni, in tempo per il salvataggio da parte delle forze militari.

Così come nel capostipite, anche l'avventura di Dead Rising 2 sarà scandita da un timer. A differenza di tanti altri giochi, infatti, per necessità di trama ci si ritrova realmente a correre contro il tempo, costretti quindi a non prendercela mai comoda e a rimanere sempre con il fiato sul collo. Una volta usciti dal Rifugio ed essere entrati nel Centro Commerciale di Fortune City, la vera e propria area di gioco, l'orologio scandirà inesorabilmente lo scorrere delle ore. Il nostro obbiettivo é principalmente quello di sbrogliare la matassa principale tramite le missioni che ci verranno assegnate. Se riuscirete a compiere tutto entro i limiti, allora avrete il vostro lieto fine; in caso contrario, non aspettatevi checkpoint o cose simili. Fallire nell'impresa si tradurrà nel fallimento del gioco intero, quindi armatevi di pazienza e ricominciate tutto daccapo, sperando stavolta di temporeggiare un po' di meno.

Bollare Dead Rising sotto un solo genere é un po' difficile, e stessa cosa vale per il secondo capitolo, invariato nelle meccaniche di base ma perfezionato in numerosi aspetti. É indubbiamente un action, vista la santa predisposizione di Chuck a falciare le decine di migliaia di zombie che lo ostacoleranno con qualunque arnese gli capiti a tiro. É anche un free-roaming, considerato che il filone principale non sarà l'unico da seguire, e che sarà più che legittimo perdersi nell'esplorazione dell'enorme centro commerciale con centinaia di negozietti annessi. Non possiamo non citare una marcata fase GdR, grazie alla quale potremo lanciarci in decine di incarichi secondari per salvare i superstiti ancora in pericolo e per guadagnare utili punti esperienza (PP) con cui potenziare il nostro personaggio. Il risultato é un qualcosa di innovativo, un intruglio mai visto prima capace di andare incontro ai gusti di svariate tipologie di giocatori.

Perché, in fin dei conti, Dead Rising 2 non é di certo il prodotto adatto a chi cerca un'esperienza lineare, veloce e dalle poche pretese. O, quantomeno, potrebbe anche esserlo, ma é un modo sbagliato di fruirne. Potrà anche sembrare immediato e “stupido” nella sua violenza o nel suo semplicistico sistema di combattimento, ma sotto una banale corteccia nasconde tanta di quella profondità e tante di quelle possibilità da far impallidire molti suoi “colleghi”. Tirare dritti fino al termine della storia, comunque stereotipata e poco accattivante, ci allontanerà da quelli che sono i veri punti forti del titolo Capcom. Il trucco risiederà nel lanciarsi nelle braccia di quello che Fortune City ha da offrire, con la sua vagonata di attività extra e di segreti da scoprire.


L'alba dei morti dementi

Ancora una volta, saranno le centinaia di zombie contemporaneamente a schermo a farla da padrone. Uccidere non ha una vera e propria utilità se non quella di farci guadagnare punti con cui salire di livello, visto che i nemici saranno letteralmente infiniti. Anche Green, così come West prima di lui, ha un concetto un po' particolare dell'autodifesa. Non aspettatevi allora di scendere in campo a mò di soldato, armati fino ai denti degli strumenti bellici più usuali. Anche questi ultimi avranno il loro spazio, sempre che siate capaci di reperirne in un comune supermercato, ma i veri protagonisti saranno i cosiddetti attrezzi “dell'ultima ora”, ovvero quelli di uso quotidiano guadagnati sgraffignando nei vari reparti. La cifra di oggetti utilizzabili a proprio vantaggio rasenta l'assurdo; ogni volta si viene sorpresi dalle possibilità offerte dal gioco. Parliamo di vasi di fiori, quadri, mazze da baseball, guantoni da pugilato, panchine, sedie, tavoli, padelle, appendiabiti, coltelli, scope, secchi, trapani e tantissimo altro ancora. Anche quello che mai vi sareste aspettati di rigirare a vostro vantaggio potrebbe tornare utile: sedie a rotelle, peluche giganti, tosaerba, bustine di ketchup, palloni da rugby, palline da golf, fiches da gioco, dischi in vinile e persino assurdi veicoli, come tricicli per bambine.




Impossibile dire che il gameplay tenga il passo con la serietà della sceneggiatura principale, perché lo humour di Dead Rising é un qualcosa di incredibilmente sfaccettato (e sfacciato, passateci il gioco di parole), oltre che imprevedibile. Dead Rising é un po' parodia di sé stesso. Si passa dal dover accudire una figlia prossima alla morte allo sparare sui nemici con pistole ad acqua, dal salvare la popolazione da famelici esseri pustolosi ed umani che hanno perso la sanità mentale alla creazione di temibili armi combinando quello che si trova in giro. Ebbene sì, perché oltre ad essere un abile motociclista ed un possente picchiatore, Chuck é anche un MacGyver provetto. Grazie alle “Carte Combo”, apprenderemo gli “ingredienti” necessari per creare una terza arma dalla costola delle prime due. Entrare in possesso delle Carte non sarà così facile, visto che nel migliore dei casi dovremo salire di livello per vincerle, o peggio ancora cercarle tra le migliaia di poster attaccati alle pareti di tutto il mondo di gioco. Rinvenire chiodi e mazza da baseball per costruire un randello chiodato non é poi così difficile, e neanche chissà quanto divertente, ma le cose si faranno più serie con il proseguire dell'avventura. Guantoni infuocati, sedie elettriche, motoseghe circolari, baionette, mitragliatrici spara-gioielli ed altro che preferiamo non svelarvi, così da non rovinarvi la sorpresa.

Ovviamente, aumentare di livello non significherà solo nuove combinazioni da apprendere, ma anche e soprattutto in caratteristiche migliorabili, quali Salute, Velocità, nuove tecniche corpo a corpo ed un inventario più capiente. La crescita del personaggio resta comunque sui binari, ma la vagonata di capacità acquisibili tengono sempre alto l'interesse anche una volta terminato il gioco. Portare al massimo Chuck in una sola partita é praticamente impossibile, e da qui nasce il fattore rigiocabilità del titolo. Data la sua natura a tempo, anche completare tutte le missioni secondarie al primo giro risulterà tedioso, quindi non lasciatevi sfuggire la possibilità di ricominciare la storia ancora e ancora per potenziarvi sempre più e per completare tutto quello che vi siete lasciati alle spalle. Bene o male, ogni compito aggiuntivo consisterà nel raggiungere una certa posizione della mappa di gioco, scovare il superstite di turno e riportarlo indietro. Non sempre tutto questo implicherà delle semplici traversate del Mall, considerato che spesso e volentieri incapperemo in personaggi piuttosto “coloriti”. Potrà capitare di dover sottostare prima a varie richieste per poterli scortare o, nel peggiore dei casi, di essere costretti a ucciderli.


Quattro zomp(b)i in discoteca

Una delle introduzioni più liete é sicuramente quella del multiplayer, sia competitivo che cooperativo, ulteriori iniezioni di longevità ad un gioco già enorme di suo. La co-op, come facile aspettarsi, permetterà a due persone di intraprendere la campagna principale in coppia. Il bello é che qualunque cosa si potesse fare da soli sarà disponibile anche in compagnia. Inutile dirlo, in due ci si diverte il doppio. Da sottolineare come il secondo giocatore potrà importare nella partita il proprio Chuck, senza essere quindi costretto a far crescere un nuovo protagonista da zero.

La modalità competitiva, invece, lancerà quattro giocatori in carne ed ossa nelle arene di Terror Is Reality, obbligandoli a battagliare tra di loro e contro migliaia di zombie con le armi ed i veicoli più assurdi, proprio come nello show che abbiamo conosciuto durante il single player. Meglio ci posizioneremo in classifica, maggiori saranno gli introiti a fine gara. La loro utilità? Più grande di quanto pensiate. Il denaro guadagnato durante le partite online, infatti, potrà essere riutilizzato durante la storia vera e propria, così da aiutarci a proseguire. Simpatico, vero?


Oh mamma, ma in quanti siete?

Ancora una volta, il motore grafico si é ritrovato a fare a botte con l'idea di fondo degli sviluppatori: quella di riempire ogni scenario fino all'orlo con centinaia e centinaia di nemici contemporaneamente a schermo. Ancora una volta ce la fa egregiamente, seppur con qualche compromesso. Il frame rate non sempre regge, mentre la definizione generale non é delle migliori, ma in ogni caso niente di così preoccupante o fastidioso, visto che riesce bene in tutto quello che di importante deve fare. Peccato per i caricamenti, piuttosto frequenti e neanche brevissimi.

I non-morti si estendono quindi a perdita d'occhio, in ambientazioni anch'esse più vaste rispetto a quelle del primo capitolo. Il centro commerciale di Fortune City, infatti, é ben più di una semplice schiera di negozietti. Oltre ai classici reparti sportivi, di oggettistica o ristorativi, potremmo infatti incappare anche in casinò, zone in ristrutturazione, chiesette, sotterranei ferroviari ed altro ancora. I combattimenti saranno accompagnati da pezzi metal graffianti al punto giusto, magari non memorabilissimi, ma sicuramente azzeccati.