Dead Rising 3
di
Il lancio di Xbox One non é stato certo impeccabile, visti i numerosi, ma in parte anche comprensibili, problemi tecnici in cui purtroppo siamo incorsi anche noi della redazione. Dal punto di vista puramente ludico, però, la nuova arrivata di casa Microsoft si é distinta dalla concorrenza per una line-up ricca di esclusive, e non é un mistero che molte speranze della compagnia americana siano state riposte in Dead Rising 3, nuovo capitolo di una delle saghe più divertenti degli ultimi anni. I talentuosi ragazzi di Capcom Vancouver avevano quindi i riflettori puntai addosso, ma a giudicare dai risultati non sembrano aver minimamente sofferto la pressione.
Pimp my Ride
In Dead Rising 3 vestiremo i panni di Nick Ramos, un meccanico di Los Perdidos catapultato, suo malgrado, in un incubo ad occhi aperti. La città é infatti terra di conquista di un virus che tramuta i morti in zombie, e il governo americano, per debellare l'epidemia, ha in cantiere un bombardamento nucleare che ponga fine ad ogni forma di vita. Sì, anche a quelle sane!
Il nostro eroe avrà quindi sei giorni di tempo per trovare, insieme agli altri sopravvissuti incontrati nel corse dell'avventura, una via di fuga. La trama, per quanto accessoria, non si distingue per particolare mordente. A parte il colpo di scena finale (mi raccomando, non spegnete la console prima che si siano esauriti i titoli di coda!), l'intero canovaccio vive dei classici cliché della saga, senza avvincere davvero il giocatore. Tale sensazione é acuita dalla pochezza di Nick: si tratta, senza dubbio, del peggior personaggio della serie, assolutamente privo di carisma e corroborato da un buonismo tipico di un cartone per ragazzi.
Fortunatamente, l'esperienza di Dead Rising non é mai stata, e mai lo sarà, nella cornice. Il vero piatto forte é ancora una volta il divertimento sfrenato che, grazia anche ad alcune piccole ma sostanziali novità, permette al titolo di accontentare nuovi e vecchi giocatori.
Immaginatevi di trovarvi di fronte a centinaia e centinaia di zombie. Se non foste fan della serie, probabilmente vi impicchereste al joypad. Ma siccome sappiamo che siete dei temerari, in men che non si dica vi ritroverete catapultati nella mischia a sfoderare cartoni a suon di cestini, panchine, valigie, e chi più ne ha più ne metta. Tutto, infatti, può diventare un micidiale strumento sbudella-zombie, senza alcun limite di customizzazione. Ed eccoci alla prima, gradita, introduzione. Caratteristica della serie é da sempre quella di poter combinare gli oggetti più improbabili per realizzare armi dannatamente ironiche e devastanti. Tale operazione é ovviamente ancora consentita, ma a differenza del passato, in cui vi era la necessità di trovarsi su un tavolo di lavoro apposito, ora la fabbricazione avviene in tempo reale ovunque vi troviate. Ma non é finita qui...Ricordate che Nick é un meccanico? Un simile status non poteva certo venire ignorato in sede di game design, ed infatti le combo in tempo reale sono state allargate anche ai veicoli, semplicemente parcheggiandoli uno di fianco all'altro! Immaginatevi il devasto provocato da una moto unita ad uno schiacciasassi, o da un camion abbinato ad un'escavatrice! Il risultato é condito da risate irriverenti, e da una quantità industriale di carne mozzata su schermo.
Il cambiamento di rotta principale riguarda però l'approccio ambivalente offerto dagli sviluppatori. Dead Rising 3 gode infatti di due diverse modalità principali: Incubo, che oltre a zombie più forti presenta il consueto fattore temporale predominante, impedendo il cazzeggio perpetuato, e Storia, che a nostro parere bilancia nel migliore dei modi le notevoli possibilità offerte dal titolo. Per la prima volta, infatti, non solo si potrà salvare in ogni momento (e non unicamente nelle toilette come in Incubo), ma la missione principale sarà praticamente priva del timer, favorendo un tutt'altro che trascurabile aspetto esplorativo. Senza la spada di Damocle dettata dallo scorrere del tempo, infatti, il giocatore avrà la possibilità di girare in lungo e in largo per la città a caccia di nuove armi, oggetti collezionabili (tra cui 70 statue in edizione limitata di Frank West) e missioni secondarie. Sebbene la location sia meno ispirata rispetto al centro commerciale del primo episodio, e al casinò del suo seguito, Los Perdidos offre davvero una miriade di anfratti in cui ficcare il naso. Questo grazie soprattutto alla moltitudine di interni liberamente esplorabili, nonostante una mappa discretamente vasta, ma lontana dai canoni imposti dai free roaming moderni.
Dicevamo delle missioni secondarie. Sono loro, sicuramente, a permettere all'avventura di superare abbondantemente le dieci ore di gioco, e ve ne sono di tre tipi differenti. In primo luogo vi sono le famigerate telefonate: queste vi indicheranno la presenza di personaggi non giocanti bisognosi di aiuto. Purtroppo, le loro richieste sono cicliche e avranno il solo scopo di farvi muovere sulla mappa in cerca di oggetti a loro dire fondamentali. Una volta accontentati, si aggregheranno alla vostra squadra, e potrete decidere se tenerli come body guard (fino a un massimo di cinque), oppure spedirli automaticamente al vostro rifugio. Personalmente non ho mai dato peso alla loro presenza, visto che la loro “deficienza” artificiale é di poco superiore a quella degli zombie, e per mantenerli in vita sarete costretti ad un poco edificante baby sitting. A facilitare, in parte, il nostro compito sono stati implementati i comandi vocali tramite Kinect, grazie ai quali potremo dare preziosi suggerimenti ai poco svegli compagni di viaggio.
Ben più interessante é la seconda tipologia: in questo caso ci troveremo di fronte ad autentici psicopatici che, oltre a rappresentare una gradevole sfida pad alla mano, aiutano ad aumentare esponenzialmente l'ironia di fondo che caratterizza il gioco. E' curioso annotare come ludicamente parlando siano molto più interessanti questi scontri rispetto a quelli coi boss veri e propri, loro sì macchiati da meccaniche ripetitive e poco stimolanti.
L'ultimo tipo di missione secondaria riguarda i sopravvissuti: in questo caso nessuno ci avviserà della loro presenza, ma ci imbatteremo in loro strada facendo. Potremo scegliere se lasciarli bollire nel loro brodo, oppure salvarli sterminando gli zombie che li circondano. Qualora optiate per il salvataggio verrete ricompensati con una miriade di Punti Prestigio utili a potenziare il personaggio.
Esatto: come nelle più classiche produzioni moderne, anche Dead Rising permette di accrescere le caratteristiche del proprio eroe. Potrete decidere di spendere i PP per aumentare la propria salute, piuttosto che l'efficienza delle armi o le dimensioni dell'inventario, a seconda del vostro stile di gioco. E' inoltre molto interessante la possibilità di poter trasferire il proprio personaggio dalla modalità Incubo alla Storia (e viceversa), permettendo una crescita costante ed esponenziale.
Se Dead Rising 3 si conferma un titolo single player estremamente divertente, é in multiplayer che tocca il suo apice. Potrete infatti affrontare l'inter avventura in compagnia di un vostro amico: a Nick si affiancherà Dick. Nome del...piffero a parte, in cooperativa tutto diventa più divertente e accattivante, mentre gli obiettivii saranno sbloccati da entrambi i giocatori anche qualora sia soltanto uno a portare a termine l'incarico. Non vi é infatti l'obbligo di procedere a braccetto, ma ognuno potrà andare per la sua strada dimezzando, di fatto, le ricerche delle missioni secondarie. Qualora vogliate giocare in compagnia nonostante la vostra essenza da Forever Alone, non avete nulla da temere: é infatti possibile essere inseriti in un matchmaking automatico che gode di una interessante feature. Potrete infatti optare per tre diverse tipologie di giocatore: Completista (che desidera portare a termine il gioco al 100%), Velocissimo (interessato esclusivamente alle missioni principali) e Esperto (che gioca in modalità Difficile). Non abbiamo prove empiriche per dire se il sistema funzioni davvero, ma é comunque un'introduzione che accoglie i nostri favori.
Carne morta a 30 fps. A volte...
Dal punto di vista tecnico, Dead Rising 3 non é sicuramente l'esempio più brillante in fatto di nextgen. Le animazioni sono buone, ma non perfette, la mole poligonale é sostanziosa, ma non fa gridare al miracolo, e soprattutto il frame rate, dichiaratamente a soli 30 fps, é un po' balbettante. Tuttavia, non si può negare che il numero di personaggi su schermo sia quasi sempre smisurato, e i tentennamenti, fortunatamente, non sono così invasivi da vanificare l'esperienza.
Ben più “gravi”, a nostro modo di vedere, sono alcuni caricamenti tardivi delle texture, e soprattutto uno stile visivo che si discosta parecchio dal passato e dall'essenza stessa del titolo. Trattasi di parere puramente personale, ma vista l'ironia e il sarcasmo tipico della produzione, a mio modesto avviso sarebbe stato più conforme uno stile grafico meno serioso. I toni di Dead Rising 3 sono invece molto più realistici se paragonati al cartoon-style dei primi due capitoli. Chiaro che vedere Nick vestito con Tailleur e tacchi a spillo strappa comunque più di una risata...
Senza particolari macchie, invece, il comparto sonoro, dotato di un discreto doppiaggio totalmente in italiano, e molto interessante lo sfruttamento di due dispositivi molto sponsorizzati da Microsoft, ovvero Kinect e l'applicazione SmartGlass. La chiacchierata telecamera 2.0 può essere adottata per richiamare a gran voce l'attenzione degli zombie, oppure per dare indicazioni ai personaggi non giocanti, mentre SmartGlass permette di godere su tablet o cellulare di una mappa interattiva (con tanto di missioni specifiche) e, udite udite, di sms nel caso non siate riusciti a rispondere a una chiamata.
Pimp my Ride
In Dead Rising 3 vestiremo i panni di Nick Ramos, un meccanico di Los Perdidos catapultato, suo malgrado, in un incubo ad occhi aperti. La città é infatti terra di conquista di un virus che tramuta i morti in zombie, e il governo americano, per debellare l'epidemia, ha in cantiere un bombardamento nucleare che ponga fine ad ogni forma di vita. Sì, anche a quelle sane!
Il nostro eroe avrà quindi sei giorni di tempo per trovare, insieme agli altri sopravvissuti incontrati nel corse dell'avventura, una via di fuga. La trama, per quanto accessoria, non si distingue per particolare mordente. A parte il colpo di scena finale (mi raccomando, non spegnete la console prima che si siano esauriti i titoli di coda!), l'intero canovaccio vive dei classici cliché della saga, senza avvincere davvero il giocatore. Tale sensazione é acuita dalla pochezza di Nick: si tratta, senza dubbio, del peggior personaggio della serie, assolutamente privo di carisma e corroborato da un buonismo tipico di un cartone per ragazzi.
Fortunatamente, l'esperienza di Dead Rising non é mai stata, e mai lo sarà, nella cornice. Il vero piatto forte é ancora una volta il divertimento sfrenato che, grazia anche ad alcune piccole ma sostanziali novità, permette al titolo di accontentare nuovi e vecchi giocatori.
Immaginatevi di trovarvi di fronte a centinaia e centinaia di zombie. Se non foste fan della serie, probabilmente vi impicchereste al joypad. Ma siccome sappiamo che siete dei temerari, in men che non si dica vi ritroverete catapultati nella mischia a sfoderare cartoni a suon di cestini, panchine, valigie, e chi più ne ha più ne metta. Tutto, infatti, può diventare un micidiale strumento sbudella-zombie, senza alcun limite di customizzazione. Ed eccoci alla prima, gradita, introduzione. Caratteristica della serie é da sempre quella di poter combinare gli oggetti più improbabili per realizzare armi dannatamente ironiche e devastanti. Tale operazione é ovviamente ancora consentita, ma a differenza del passato, in cui vi era la necessità di trovarsi su un tavolo di lavoro apposito, ora la fabbricazione avviene in tempo reale ovunque vi troviate. Ma non é finita qui...Ricordate che Nick é un meccanico? Un simile status non poteva certo venire ignorato in sede di game design, ed infatti le combo in tempo reale sono state allargate anche ai veicoli, semplicemente parcheggiandoli uno di fianco all'altro! Immaginatevi il devasto provocato da una moto unita ad uno schiacciasassi, o da un camion abbinato ad un'escavatrice! Il risultato é condito da risate irriverenti, e da una quantità industriale di carne mozzata su schermo.
Il cambiamento di rotta principale riguarda però l'approccio ambivalente offerto dagli sviluppatori. Dead Rising 3 gode infatti di due diverse modalità principali: Incubo, che oltre a zombie più forti presenta il consueto fattore temporale predominante, impedendo il cazzeggio perpetuato, e Storia, che a nostro parere bilancia nel migliore dei modi le notevoli possibilità offerte dal titolo. Per la prima volta, infatti, non solo si potrà salvare in ogni momento (e non unicamente nelle toilette come in Incubo), ma la missione principale sarà praticamente priva del timer, favorendo un tutt'altro che trascurabile aspetto esplorativo. Senza la spada di Damocle dettata dallo scorrere del tempo, infatti, il giocatore avrà la possibilità di girare in lungo e in largo per la città a caccia di nuove armi, oggetti collezionabili (tra cui 70 statue in edizione limitata di Frank West) e missioni secondarie. Sebbene la location sia meno ispirata rispetto al centro commerciale del primo episodio, e al casinò del suo seguito, Los Perdidos offre davvero una miriade di anfratti in cui ficcare il naso. Questo grazie soprattutto alla moltitudine di interni liberamente esplorabili, nonostante una mappa discretamente vasta, ma lontana dai canoni imposti dai free roaming moderni.
Dicevamo delle missioni secondarie. Sono loro, sicuramente, a permettere all'avventura di superare abbondantemente le dieci ore di gioco, e ve ne sono di tre tipi differenti. In primo luogo vi sono le famigerate telefonate: queste vi indicheranno la presenza di personaggi non giocanti bisognosi di aiuto. Purtroppo, le loro richieste sono cicliche e avranno il solo scopo di farvi muovere sulla mappa in cerca di oggetti a loro dire fondamentali. Una volta accontentati, si aggregheranno alla vostra squadra, e potrete decidere se tenerli come body guard (fino a un massimo di cinque), oppure spedirli automaticamente al vostro rifugio. Personalmente non ho mai dato peso alla loro presenza, visto che la loro “deficienza” artificiale é di poco superiore a quella degli zombie, e per mantenerli in vita sarete costretti ad un poco edificante baby sitting. A facilitare, in parte, il nostro compito sono stati implementati i comandi vocali tramite Kinect, grazie ai quali potremo dare preziosi suggerimenti ai poco svegli compagni di viaggio.
Ben più interessante é la seconda tipologia: in questo caso ci troveremo di fronte ad autentici psicopatici che, oltre a rappresentare una gradevole sfida pad alla mano, aiutano ad aumentare esponenzialmente l'ironia di fondo che caratterizza il gioco. E' curioso annotare come ludicamente parlando siano molto più interessanti questi scontri rispetto a quelli coi boss veri e propri, loro sì macchiati da meccaniche ripetitive e poco stimolanti.
L'ultimo tipo di missione secondaria riguarda i sopravvissuti: in questo caso nessuno ci avviserà della loro presenza, ma ci imbatteremo in loro strada facendo. Potremo scegliere se lasciarli bollire nel loro brodo, oppure salvarli sterminando gli zombie che li circondano. Qualora optiate per il salvataggio verrete ricompensati con una miriade di Punti Prestigio utili a potenziare il personaggio.
Esatto: come nelle più classiche produzioni moderne, anche Dead Rising permette di accrescere le caratteristiche del proprio eroe. Potrete decidere di spendere i PP per aumentare la propria salute, piuttosto che l'efficienza delle armi o le dimensioni dell'inventario, a seconda del vostro stile di gioco. E' inoltre molto interessante la possibilità di poter trasferire il proprio personaggio dalla modalità Incubo alla Storia (e viceversa), permettendo una crescita costante ed esponenziale.
Se Dead Rising 3 si conferma un titolo single player estremamente divertente, é in multiplayer che tocca il suo apice. Potrete infatti affrontare l'inter avventura in compagnia di un vostro amico: a Nick si affiancherà Dick. Nome del...piffero a parte, in cooperativa tutto diventa più divertente e accattivante, mentre gli obiettivii saranno sbloccati da entrambi i giocatori anche qualora sia soltanto uno a portare a termine l'incarico. Non vi é infatti l'obbligo di procedere a braccetto, ma ognuno potrà andare per la sua strada dimezzando, di fatto, le ricerche delle missioni secondarie. Qualora vogliate giocare in compagnia nonostante la vostra essenza da Forever Alone, non avete nulla da temere: é infatti possibile essere inseriti in un matchmaking automatico che gode di una interessante feature. Potrete infatti optare per tre diverse tipologie di giocatore: Completista (che desidera portare a termine il gioco al 100%), Velocissimo (interessato esclusivamente alle missioni principali) e Esperto (che gioca in modalità Difficile). Non abbiamo prove empiriche per dire se il sistema funzioni davvero, ma é comunque un'introduzione che accoglie i nostri favori.
Carne morta a 30 fps. A volte...
Dal punto di vista tecnico, Dead Rising 3 non é sicuramente l'esempio più brillante in fatto di nextgen. Le animazioni sono buone, ma non perfette, la mole poligonale é sostanziosa, ma non fa gridare al miracolo, e soprattutto il frame rate, dichiaratamente a soli 30 fps, é un po' balbettante. Tuttavia, non si può negare che il numero di personaggi su schermo sia quasi sempre smisurato, e i tentennamenti, fortunatamente, non sono così invasivi da vanificare l'esperienza.
Ben più “gravi”, a nostro modo di vedere, sono alcuni caricamenti tardivi delle texture, e soprattutto uno stile visivo che si discosta parecchio dal passato e dall'essenza stessa del titolo. Trattasi di parere puramente personale, ma vista l'ironia e il sarcasmo tipico della produzione, a mio modesto avviso sarebbe stato più conforme uno stile grafico meno serioso. I toni di Dead Rising 3 sono invece molto più realistici se paragonati al cartoon-style dei primi due capitoli. Chiaro che vedere Nick vestito con Tailleur e tacchi a spillo strappa comunque più di una risata...
Senza particolari macchie, invece, il comparto sonoro, dotato di un discreto doppiaggio totalmente in italiano, e molto interessante lo sfruttamento di due dispositivi molto sponsorizzati da Microsoft, ovvero Kinect e l'applicazione SmartGlass. La chiacchierata telecamera 2.0 può essere adottata per richiamare a gran voce l'attenzione degli zombie, oppure per dare indicazioni ai personaggi non giocanti, mentre SmartGlass permette di godere su tablet o cellulare di una mappa interattiva (con tanto di missioni specifiche) e, udite udite, di sms nel caso non siate riusciti a rispondere a una chiamata.