Dead to rights
di
In primis perché si tratta di elementi divertenti, integrati a dovere con la trama e soprattutto utili per spezzare la monotonia del continuo pestare sui tasti per avere la meglio del gruppo criminale di turno. E in seconda battuta perché si tratta di elementi ben congegnati, che pur non tentando di elevarsi a fattore di chissà quale originalità, riescono a ritagliarsi il loro spazio, tanto è vero che Namco ha dedicato loro una voce inserita nel menù principale. Facciamo alcuni esempi per fare chiarezza. In una delle prime fasi di gioco ci dovremo introdurre all'interno di uno strip bar. Il nostro scopo sarà quello di arrivare a parlare con il proprietario del locale per ottenere informazioni vitali per le indagini che stiamo svolgendo. Ma il posto è ben sorvegliato, e la nostra foto ha girato troppo a lungo perché la nostra presenza non faccia destare sospetti tra i buttafuori del locale.
Ma ecco che interviene in nostro aiuto l'amica spogliarellista di Jack, che dovremo controllare in una sorta di dance-game (semplicemente premendo il tasto giusto al momento giusto) per distrarre le guardie: nel frattempo Jack si farà strada nel locale grazie alla "collaborazione" dei buttafuori intenti a guardare altrove. In una sezione avanzata del gioco saremo all'interno di una prigione. Qui ci aspettano vari sotto giochi: sfide a braccio di ferro, sollevamento pesi e incontri di boxe saranno all'ordine del giorno. Ma anche il cane Shadow la fa da protagonista. In qualunque istante (se la barra apposita è al massimo) sarà possibile chiedere il suo aiuto lanciandolo contro uno degli scagnozzi di turno. Da buon cane poliziotto, Shadow farà a pezzi il malvivente e ci porterà pure indietro l'arma del malcapitato. Ma non è finita qui. Shadow avrà per sè intere sezioni di gioco, a dire il vero non troppo lunghe, nelle quali dovremo andare alla ricerca di un passaggio per agevolare l'ingresso in una nuova area di Jack, oppure dovremo sfruttare il fiuto canino per scovare la cariche di esplosivo disseminate all'interno di un palazzo. Questi elementi sono senz'altro un'arma in più per spezzare la monotonia di un gioco che comunque avrebbe detto la sua anche senza.
L'azione di gioco infatti risulta essere sempre divertente, sia per merito degli stessi livelli la cui struttura è varia e quasi mai monotona, sia grazie all'ottimo sistema di controllo col quale potremo fare davvero di tutto con semplicità (compreso prendere un avversario ed usarlo come scudo umano per ripararci dai colpi nemici), ma soprattutto grazie al variegato arsenale con il quale avremo a che fare: pistole, fucili, mitragliatrici, bazooka e chi più ne ha più ne metta. Tutto perfetto allora? Non proprio. E il punto debole del gioco sta nella realizzazione grafica. Non si tratta sicuramente di una grafica insufficiente in ogni suo particolare (non mancano gli elementi buoni), ma non si può comunque chiudere un occhio di fronte ad una realizzazione che sa di poco curato e anacronistico. I livelli soffrono del problema sempre più comune degli alti e bassi: alcune locazioni godono di un ottimo design, altre invece sono decisamente poco ispirate, per non dire insignificanti. Il livello delle texture è in generale al limite della sufficienza con picchi verso il basso che per fortuna non si manifestano troppo spesso.