Dead to rights
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Purtroppo però, come detto in precedenza, agli alti si alternano i bassi, tra cui annoveriamo il reparto grafico. Tecnicamente il titolo Namco non fa certo gridare al miracolo e ci si aspettava qualcosa di più. Con l'implemento di una nuova tecnica, il bump-mapping pixel shading, si sarebbe dovuto raggiungere un maggior grado di definizione e realismo che tuttavia, a conti fatti, manca. I personaggi, compreso lo stesso Jack, sono tutti abbastanza scarni e troppo spigolosi, generalmente mal rifiniti. Le texture sono di qualità appena sufficiente, ma proprio non reggono gli standard a cui la potente machina Microsoft ci ha abituati nel tempo. Anche i fondali rispecchiano pienamente la mediocrità di tutto il motore grafico e le varie locazioni alternano zone discretamente adornate da oggetti il più delle volte messi li alla rinfusa, ad aree più ampie e vuote, e comunque scarsamente interattive.
Anche il comparto sonoro non è dei migliori: gli effetti sono anonimi e poco curati, le musiche non certo all'altezza di un gioco d'azione e tutt'altro che adrenaliniche. Il parlato poi, non è stato localizzato in italiano, ma in inglese con i soli sottotitoli in lingua italiana. Apprezzabile invece la voce del protagonista, pur sempre in lingua anglosassone. In definitiva siamo di fronte ad un titolo di grande quantità, con orde di nemici, enorme quantità di sottogiochi, e di qualità tecnica che tocca solo la sufficienza. Graficamente poco edificante dà inoltre una sensazione di già visto che non rende pienamente positivo il giudizio finale.
Dead to rights
Dead to rights
Dead to rights nasce da un progetto ambizioso, come mix tra uno sparatutto e un picchiaduro a scorrimento, ma risulta infarcito di luoghi comuni o di scene e trovate già viste qua e là. Difatti lo si potrebbe considerare un'accozzaglia di generi riuniti alla rinfusa, e questo non è certo un pregio: questo miscuglio si rivela un'arma a doppio taglio, perché invece di impreziosire e rendere vario il gioco lo inaridisce, dato che tutti i suddetti elementi presi in prestito sono realizzati con troppa superficialità. Quel che ne scaturisce è un gioco privo di una sua specifica identità, un minestrone che, pur avendo alcune frecce al suo arco, le sfrutta decisamente male anche per via di alcuni difetti. Tra questi annoveriamo i sottogiochi, utili solo a inframmezzare l'azione di gioco; trovano posto poi un reparto grafico che sarebbe stato meritevole di ben altra realizzazione e un gameplay che a tratti pare riunire in sé tutte le buone trovate di altri titoli, ma che poi risulta ripetitivo e scontato. La longevità poi è ridotta ai minimi termini. Cosa rimane? Rimane un prodotto che viaggia sulla corsia della sufficienza. Ci saremmo aspettati qualcosa in più: davvero un'occasione sprecata.