Dead to Rights: Retribution
di
Luca Gambino
Un uomo e un cane. Sei zampe contro il crimine. Grant City non é un bel posto dove vivere. Come se non bastasse la criminalità dilagante, adesso si affaccia sulla città anche la minaccia dell'"Unione". Un gruppo composto da ex lavoratori che non hanno più niente da perdere e paramilitari che mirano dritti a decapitare il potere politico e prendere le redini dell'intera città. Le forze di polizia combattono per quello che possono ma quando ci si accorge che il pericolo per le istituzioni arrivano direttamente dal marcio della corruzione interna, allora arriva il momento di mettere in campo il migliore agente sulla piazza e il suo inseparabile compagno d'avventura. Non preoccupatevi per la sensazione di DejaVu. Non siete in Matrix, é solo la solita trama trita e ritrita. Ma non é la cosa peggiore.
Trama e gameplay somigliano ad un bolo non digerito di elementi presi in prestito da realtà più blasonate. Niente di male, intendiamoci, non fosse altro per il mancato approfondimento che ha lasciato tali elementi come semplicemente accennati ma mai approfonditi a dovere. Retribution cerca di riunire sotto lo stesso cappello di gameplay un sistema di combattimento a mani nude, uno sparatutto di stampo classico e una spruzzata di elementi tattici e stealth, grazie ad un sistema di coperture alla Gears of War e al lavoro "sotto traccia" di Shadows, il nostro fidato amico a quattro zampe (unico caso di "Husky-Gigantor"). Come detto in precedenza, però, nessuno di questi elementi presi singolarmente é stato trattato con il giusto metro, lasciando quindi Dead To Rights in balia della sua stessa superficialità.
Il terzo episodio della saga Namco si configura ancora una volta come uno sparatutto in terza persona piuttosto frenetico in cui avanzare e far fuori le decine di avversari é praticamente il pane quotidiano dall'inizio alla fine del gioco. Al vostro armamentario, fatto da armi di ordinanza e altre raccolte alla vostre vittime, si va ad aggiungere un sistema di combattimento a mani nude che, all'occorrenza vi aiuterà a superare i momenti in cui l'armamentario sarà ridotto ai minimi termini. Precisione e rapidità di esecuzione saranno premiati con il riempimento di una speciale barra "di concentrazione" che potrà essere usata grazie alla pressione del bumper sinistro per rallentare i movimenti dei vostri avversari per aiutarvi a venire fuori da situazioni particolarmente complicate. A tutto questo si deve unire la preziosa collaborazione del nostro fido aiutante che potrà eseguire semplici comandi, attaccando specifici bersagli o addirittura recuperando per noi armamentario sparso per la mappa, o portare a termine specifiche missioni a lui dedicate.
Prendendo i comandi di Shadows potremo sgattaiolare oltre le linee nemiche e affidandoci al suo infallibile fiuto potremo recuperare oggetti utili alla missione o portare a termine altri obbiettivi alla sua portata. Ovviamente data la non "super eroica" natura del quadrupede, bisognerà fare particolare attenzione a non attirare troppo il fuoco nemico, pena il rinizio delle operazioni. Discrezione e basso profilo saranno le carte vincenti di Shadows che potrà contare anche sui suoi sensi di predatore per individuare in nemici anche al di là delle pareti, rilevandone il battito cardiaco. Grazie a queste sue capacità, Shadow potrà anticipare le mosse dell'avversario, studiarne i percorsi e i movimenti e, se necessario, attaccare al momento opportuno.
Il comando delle operazioni, però, é piuttosto legnoso e privo di veri tocchi di classe. Un sistema di controllo approssimativo e un sistema di telecamere a volte fastidioso impediscono di avere sempre il controllo delle operazioni, affidando più al caso che non alla precisione dei colpi l'eliminazione di nemici che dimostrano di non tenere particolarmente alla propria esistenza e che si lanciano senza troppi problemi verso morte certa. E' scontato quindi che ad un inizio tutto sommato convincente segue un lento stillicidio fatto di situazioni-fotocopia, stereotipi più o meno classici del genere e il lobotomizzante pigia-pigia per superare il livello di gioco.
A questo quadro già di per sé poco esaltante di aggiunge anche un quadro grafico al di sotto della media. Criticabile già sotto il versante artistico dell'opera, che presenta personaggi a metà tra una modellazione sciagurata e un voluto effetto deformed d'altri tempi, il comparto tecnico non dà particolari segni di vita nemmeno sulla qualità delle texture o del level design, inscatolato in angusti corridoi o ambientazioni che non offrono elementi d'interazione o possibilità di inserire una qualsiasi variante ad un gameplay monotono e deficitario. Il doppiaggio é affidato ad attori "amerigani" (cane compreso) con i soli sottotitoli in italiano e forse é un bene. Provaci ancora, Namco. Anzi,no.
Trama e gameplay somigliano ad un bolo non digerito di elementi presi in prestito da realtà più blasonate. Niente di male, intendiamoci, non fosse altro per il mancato approfondimento che ha lasciato tali elementi come semplicemente accennati ma mai approfonditi a dovere. Retribution cerca di riunire sotto lo stesso cappello di gameplay un sistema di combattimento a mani nude, uno sparatutto di stampo classico e una spruzzata di elementi tattici e stealth, grazie ad un sistema di coperture alla Gears of War e al lavoro "sotto traccia" di Shadows, il nostro fidato amico a quattro zampe (unico caso di "Husky-Gigantor"). Come detto in precedenza, però, nessuno di questi elementi presi singolarmente é stato trattato con il giusto metro, lasciando quindi Dead To Rights in balia della sua stessa superficialità.
Il terzo episodio della saga Namco si configura ancora una volta come uno sparatutto in terza persona piuttosto frenetico in cui avanzare e far fuori le decine di avversari é praticamente il pane quotidiano dall'inizio alla fine del gioco. Al vostro armamentario, fatto da armi di ordinanza e altre raccolte alla vostre vittime, si va ad aggiungere un sistema di combattimento a mani nude che, all'occorrenza vi aiuterà a superare i momenti in cui l'armamentario sarà ridotto ai minimi termini. Precisione e rapidità di esecuzione saranno premiati con il riempimento di una speciale barra "di concentrazione" che potrà essere usata grazie alla pressione del bumper sinistro per rallentare i movimenti dei vostri avversari per aiutarvi a venire fuori da situazioni particolarmente complicate. A tutto questo si deve unire la preziosa collaborazione del nostro fido aiutante che potrà eseguire semplici comandi, attaccando specifici bersagli o addirittura recuperando per noi armamentario sparso per la mappa, o portare a termine specifiche missioni a lui dedicate.
Prendendo i comandi di Shadows potremo sgattaiolare oltre le linee nemiche e affidandoci al suo infallibile fiuto potremo recuperare oggetti utili alla missione o portare a termine altri obbiettivi alla sua portata. Ovviamente data la non "super eroica" natura del quadrupede, bisognerà fare particolare attenzione a non attirare troppo il fuoco nemico, pena il rinizio delle operazioni. Discrezione e basso profilo saranno le carte vincenti di Shadows che potrà contare anche sui suoi sensi di predatore per individuare in nemici anche al di là delle pareti, rilevandone il battito cardiaco. Grazie a queste sue capacità, Shadow potrà anticipare le mosse dell'avversario, studiarne i percorsi e i movimenti e, se necessario, attaccare al momento opportuno.
Il comando delle operazioni, però, é piuttosto legnoso e privo di veri tocchi di classe. Un sistema di controllo approssimativo e un sistema di telecamere a volte fastidioso impediscono di avere sempre il controllo delle operazioni, affidando più al caso che non alla precisione dei colpi l'eliminazione di nemici che dimostrano di non tenere particolarmente alla propria esistenza e che si lanciano senza troppi problemi verso morte certa. E' scontato quindi che ad un inizio tutto sommato convincente segue un lento stillicidio fatto di situazioni-fotocopia, stereotipi più o meno classici del genere e il lobotomizzante pigia-pigia per superare il livello di gioco.
A questo quadro già di per sé poco esaltante di aggiunge anche un quadro grafico al di sotto della media. Criticabile già sotto il versante artistico dell'opera, che presenta personaggi a metà tra una modellazione sciagurata e un voluto effetto deformed d'altri tempi, il comparto tecnico non dà particolari segni di vita nemmeno sulla qualità delle texture o del level design, inscatolato in angusti corridoi o ambientazioni che non offrono elementi d'interazione o possibilità di inserire una qualsiasi variante ad un gameplay monotono e deficitario. Il doppiaggio é affidato ad attori "amerigani" (cane compreso) con i soli sottotitoli in italiano e forse é un bene. Provaci ancora, Namco. Anzi,no.
Dead to Rights: Retribution
5
Voto
Redazione
Dead to Rights: Retribution
Un cane poliziotto o un poliziotto cane? E' la terza volta che Namco ci prova e ancora sembra non avere imparato la lezione. Restribution é ancora una volta un assemblaggio mal riuscito e mal gestito di vari elementi ludici che non danno certo una spiccata personalità al prodotto ma che, al contrario, lo mettono in continua competizione con titoli che guardano Jack e Shadow dall'alto in basso. A cuccia, una volta per tutte.