Deadly Premonition

di Luca Gambino
Ad ogni modo il vero punto di forza del gioco non risiede tanto nelle particolarità dei suoi singoli elementi, quanto nell'atmosfera che permea tutta l'esperienza di gioco. Esattamente come in Twin Peaks (ci secca ripeterci, ma é così), ogni singola traccia d'indagine, ogni singolo interrogatorio, permetterà di stabilire nuove connessioni tra i sospettati, aprire nuovi scenari sull'indagine e dipanare gradualmente le nebbie sull'assassino, con cui vi scontrerete più volte nel corso del gioco. Più tempo passerete a Greenvale e più inizierete a percepire la sottile ironia e il delirio con cui sono tratteggiati alcuni dei personaggi principali, a partire proprio dal nostro protagonista, che si rivolgerà al suo alter ego immaginario, Zach, un pò come faceva l'agente Cooper con la sua Diane. Non solo. Troveremo un vecchio sulla sedia a rotelle con una curiosa maschera in faccia che parla solo tramite interposta persona, un agente di polizia decisamente sensibile e stravagante, due bambini gemelli che mettono i brividi e una stanza rossa dove ogni tanto il nostro agente si ritrova che sembra essere un set perfetto per un film dell'orrore (ok, anche questa rubacchiata a Lynch).

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Il problema di Deadly Premonition é da ricercare sicuramente nella mancanza generale di ritmo, dal momento che spesso gli eventi si srotoleranno davanti a noi con una velocità oscillante tra 12 e 13 km orari. Un ritmo forse troppo sonnolento soprattutto in relazione alla drammaticità degli eventi trattati che avrebbero invece richiesto un taglio più frenetico e sincopato. La miscela di generi avrebbe sicuramente funzionato meglio se il collegamento tra le singole parti avesse contenuto meno tempi morti da riempire magari con attività più interessanti e legate maggiormente agli elementi dell'indagine. Hanno infatti poco senso le raccolte delle varie medaglie e figurine sparse per le aree di gioco e meno che mai le gare automobilistiche in stile GTA che possiamo trovare quasi ad ogni angolo di strada. C'é ovviamente poi il grosso problema legato ad una produzione tecnica veramente di basso livello. Animazioni legnose, modellazioni poligonali al di sotto della decenza e texture che quasi fanno rimpiangere la "old gen".

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Come abbiamo detto anche in apertura, é fuori discussione che Rising Star abbia optato per una maggiore cura dei contenuti piuttosto che del contenitore ma é innegabile che una cura maggiore sul lato più estetico del gioco non avrebbe fatto altro che innalzare la qualità generale del gioco, giovando non poco anche sulle vendite e relativi giudizi della stampa specializzata (che, forse, si é soffermata troppo proprio sul dettaglio grafico). Anche la colonna sonora ricalca alcune della arie realizzate da Angelo Badalamenti proprio per Twin Peaks. Motivetti leggeri, quasi sussurrati che riescono quasi a mettere a disagio perché in contrasto con quanto accade sul video. Il problema é che sono quasi sempre sbagliati gli "attacchi", ovvero il momento di ingresso delle musiche che arrivano spesso quando non sono assolutamente necessari e che, quello che é peggio, vanno quasi a coprire i discorsi dei personaggi, quasi a rubare loro la scena.

Ottomila caratteri ma la domanda rimane sempre la stessa? Ci é o ci fa? Un pò tutti e due, rispondiamo noi. Da una parte c'é sicuramente la volontà di spingere maggiormente nella caratterizzazione dei personaggi principali e sulla trama del gioco, dall'altra ci sono due problemi abbastanza "pesanti" che avrebbero potuto dare maggiore lustro ad una produzione che, in effetti, la meriterebbe davvero. Pensateci bene: un gioco free roaming con un motore tecnico come quello di GTA, con tutti gli elementi tipici del genere, un enigma da risolvere, indizi da cercare all'interno di ambienti sterminati, interrogatori da svolgere....e adesso smettetela di pensare a L.A.Noire!

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