Deadly skies III
di
Antonio 'Treasure Hunter' Norfo
La serie in questione nacque non troppo tempo fa sui lidi Dreamcast; nel 1999 Konami voleva, con molta probabilità, sfornare un degno avversario per quella serie che possiamo definire, allora come adesso, regina del genere: Ace Combat di casa Namco. Deadly Skies III (quarto tassello della serie e diversamente conosciuto in terra nipponica come Air Force Delta: Blue Wings) è uno shooter d'aviazione tridimensionale dalle fattezze arcade e questa volta condito, per mezzo degli sviluppatori Konami Studios, da un reparto narrativo e da un repertorio d'artworks in pieno stilema nipponico. Partiamo dalla trama che invero non ha poi nulla da dire se non qualche inatteso (e gratuito) colpo di scena. Lungi dall'essere interessante essa si presenta e nelle situazioni e nel profilo dei personaggi all'insegna dello stereotipo.
Il personaggio iniziale (tale Ken Thomas), ad esempio, viaggia e volteggia per i cieli del mondo spinto dal desiderio di vendetta, mentre i suoi compagni aviatori sono una fanciulla-combattente di nome Ruth Valentine ed un commilitone che ha bene in mente cosa sia il concetto di sparare ogni cosa che si muova nel campo nemico (John Rundal). Al quartier generale ci attendono i validi consigli del gran capo (Robert Williams), ma soprattutto le salvifiche azioni di riparazione e acquisto che i negozi della base offriranno (lo spendere il denaro guadagnato nelle missioni è una piacevole modalità di personalizzazione dei propri mezzi bellici). Col passare del tempo inoltre, e col susseguirsi delle missioni compiute, potremmo arricchire nel numero le presenze alate dell'hangar (che si riassume in un innegabile punto a favore). La varietà dei velivoli sarà tale da poter ritrovarsi con veri e propri cimeli delle guerre mondiali da una parte, e citazioni direttamente tratte dalla storica e squisita serie Gradius dall'altra.
Sebbene ciascuno dei personaggi abbia almeno un background a livello di storia (per quanto abbozzato possa risultarne l'esito finale) ed un riuscito accompagnamento cromatico (dovuto alle curate tavole pseudo-manga), subentra un fattore che alla lunga potrebbe risultare tedioso: le voci del nostro stormo (in arte squadra Delta). Nei frangenti d'azione, infatti, i momenti di silenzio sono praticamente assenti ed oltre ad essere umanamente impossibile seguire totalmente quanto ci viene detto (o anche solo leggere i dialoghi testuali) per la maggior parte delle volte è anche inutile e senza senso (specie quando si tratta di pettegolezzi della vita privata dei combattenti...). Il gran vociare insomma è grosso modo composto da affermazioni, complimenti, attestazione di un velivolo nemico abbattuto, ripetizione snervante di Fox, Viper e via di questo passo.
L'intero pacchetto audio-visivo presenta anche qualche scena in full motion video ed una colonna sonora senza lode e senza infamia. Una buona modellazione degli aerei risolleva s'altra parte una costante ripetizione delle texture che è toccata in sorte agli ambienti.
Fatte le dovute presentazioni estetiche è giunto il momento di passare all'azione e con essa di entrare a bordo dei nostri veicoli eterei. Il cambio di visuale (che passa dalle spalle del mezzo aereo ad una visione dall'interno di questo) si effettua tramite la pressione del tasto Select ed il cambio dell'angolo della camera è effettuabile mediante la levetta analogica di destra. Il controllo di default del velivolo è ovviamente affidato alla levetta sinistra mentre le due diverse bocche di fuoco sono richiamate dai tasti triangolo (un getto continuo) e cerchio (i canonici missili principalmente o comunque le varie armi principali).
Ai dorsali spetta aumentare e diminuire la propria velocità (rispettivamente R2 ed L2) ed infine mutare il bersaglio di turno (che sia avanti o indietro L1 ed R1-).
Gestire la locomozione ha un esito forse un po' macchinoso, ma d'altra parte se fosse eccessivamente fluido sarebbe manchevole sul piano della verosimiglianza visiva, verosimiglianza necessaria per quanto concerne il lato da simulazione del titolo (almeno per quanto concerne il volo).
Le missioni disponibili (fra facoltative e non) hanno un minimo comune multiplo che in fin dei conti inficia gran parte degli esponenti del genere che non siano i grandi e rinomati master-pieces.
L'originalità è difatti praticamente inesistente e si basa sulla distruzione di un nemico che fra l'altro possiede un'intelligenza artificiale non troppo sofisticata (ma neppure impresentabile, intendiamoci).
In definitiva Deadly Skies III si dimostra nell'essenza e nella struttura un gioco soddisfacente nel suo genere, dal funzionale sistema di controllo (volutamente "user frienfly"), ma senza innovazione alcuna sul piano del gameplay. Un interessante fattore collezionismo riguardante i mezzi da parcheggiare nell'hangar (per ottenere tutti gli aerei sarà necessario giocare nuovamente il gioco) fa chiudere un occhio sul pesante reparto narrativo, fin troppo abbozzato ed insensato per risultare appetibile.
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Il personaggio iniziale (tale Ken Thomas), ad esempio, viaggia e volteggia per i cieli del mondo spinto dal desiderio di vendetta, mentre i suoi compagni aviatori sono una fanciulla-combattente di nome Ruth Valentine ed un commilitone che ha bene in mente cosa sia il concetto di sparare ogni cosa che si muova nel campo nemico (John Rundal). Al quartier generale ci attendono i validi consigli del gran capo (Robert Williams), ma soprattutto le salvifiche azioni di riparazione e acquisto che i negozi della base offriranno (lo spendere il denaro guadagnato nelle missioni è una piacevole modalità di personalizzazione dei propri mezzi bellici). Col passare del tempo inoltre, e col susseguirsi delle missioni compiute, potremmo arricchire nel numero le presenze alate dell'hangar (che si riassume in un innegabile punto a favore). La varietà dei velivoli sarà tale da poter ritrovarsi con veri e propri cimeli delle guerre mondiali da una parte, e citazioni direttamente tratte dalla storica e squisita serie Gradius dall'altra.
Sebbene ciascuno dei personaggi abbia almeno un background a livello di storia (per quanto abbozzato possa risultarne l'esito finale) ed un riuscito accompagnamento cromatico (dovuto alle curate tavole pseudo-manga), subentra un fattore che alla lunga potrebbe risultare tedioso: le voci del nostro stormo (in arte squadra Delta). Nei frangenti d'azione, infatti, i momenti di silenzio sono praticamente assenti ed oltre ad essere umanamente impossibile seguire totalmente quanto ci viene detto (o anche solo leggere i dialoghi testuali) per la maggior parte delle volte è anche inutile e senza senso (specie quando si tratta di pettegolezzi della vita privata dei combattenti...). Il gran vociare insomma è grosso modo composto da affermazioni, complimenti, attestazione di un velivolo nemico abbattuto, ripetizione snervante di Fox, Viper e via di questo passo.
L'intero pacchetto audio-visivo presenta anche qualche scena in full motion video ed una colonna sonora senza lode e senza infamia. Una buona modellazione degli aerei risolleva s'altra parte una costante ripetizione delle texture che è toccata in sorte agli ambienti.
Fatte le dovute presentazioni estetiche è giunto il momento di passare all'azione e con essa di entrare a bordo dei nostri veicoli eterei. Il cambio di visuale (che passa dalle spalle del mezzo aereo ad una visione dall'interno di questo) si effettua tramite la pressione del tasto Select ed il cambio dell'angolo della camera è effettuabile mediante la levetta analogica di destra. Il controllo di default del velivolo è ovviamente affidato alla levetta sinistra mentre le due diverse bocche di fuoco sono richiamate dai tasti triangolo (un getto continuo) e cerchio (i canonici missili principalmente o comunque le varie armi principali).
Ai dorsali spetta aumentare e diminuire la propria velocità (rispettivamente R2 ed L2) ed infine mutare il bersaglio di turno (che sia avanti o indietro L1 ed R1-).
Gestire la locomozione ha un esito forse un po' macchinoso, ma d'altra parte se fosse eccessivamente fluido sarebbe manchevole sul piano della verosimiglianza visiva, verosimiglianza necessaria per quanto concerne il lato da simulazione del titolo (almeno per quanto concerne il volo).
Le missioni disponibili (fra facoltative e non) hanno un minimo comune multiplo che in fin dei conti inficia gran parte degli esponenti del genere che non siano i grandi e rinomati master-pieces.
L'originalità è difatti praticamente inesistente e si basa sulla distruzione di un nemico che fra l'altro possiede un'intelligenza artificiale non troppo sofisticata (ma neppure impresentabile, intendiamoci).
In definitiva Deadly Skies III si dimostra nell'essenza e nella struttura un gioco soddisfacente nel suo genere, dal funzionale sistema di controllo (volutamente "user frienfly"), ma senza innovazione alcuna sul piano del gameplay. Un interessante fattore collezionismo riguardante i mezzi da parcheggiare nell'hangar (per ottenere tutti gli aerei sarà necessario giocare nuovamente il gioco) fa chiudere un occhio sul pesante reparto narrativo, fin troppo abbozzato ed insensato per risultare appetibile.
Deadly skies III
6.5
Voto
Redazione
Deadly skies III
Deadly Skies III (diversamente conosciuto in terra nipponica come Air Force Delta: Blue Wings) è uno shooter d'aviazione tridimensionale dalle fattezze arcade e condito, per mezzo degli sviluppatori Konami, da un reparto narrativo e da un repertorio d'artworks in pieno stilema nipponico (superfluo e stereotipato il primo, piacevole il secondo). Il titolo si dimostra nell'essenza e nella struttura un gioco soddisfacente nel suo genere, dal sistema di controllo funzionale, ma senza innovazione alcuna sul piano del gameplay. Interessante il fattore collezionismo riguardante i mezzi da parcheggiare nell'hangar (per ottenere tutti gli aerei sarà necessario giocare nuovamente il gioco).