Death Elevator: Recensione di un clone di Super Hot poco ispirato
Death Elevator è un action roguelike sulle fondamenta di Super Hot
Death Elevator è un gioco roguelike in prima persona - low budget - sviluppato da Games From The Abyss e pubblicato da QUByte Interactive. Il gioco si distingue per il suo stile minimalista e la sua meccanica di gioco intensa e frenetica. Ambientato in un contesto surreale, il giocatore si trova intrappolato in un ascensore che si muove costantemente verso l’alto, con l’obiettivo di raggiungere il piano più alto o morire nel tentativo.
Non in tutti i livelli si combatte, anzi, in alcuni di essi sembra fare capolino un flebile tentativo di abbozzare la parvenza di una trama, narrata attraverso alcuni contesti da leggere, attraversare, come tutti gli altri piani, ma la cui comprensione è fortemente criptica, ammesso che questa mia sia una deduzione corretta, per altro. La storia infatti è interpretativa e frammentata, rivelando gradualmente dettagli sulle origini del protagonista e sul mistero che avvolge il mondo di gioco. Questo approccio narrativo lascia spazio a diverse interpretazioni, invitando i giocatori a esplorare e a riflettere sui frammenti di trama che si scoprono man mano che avanzano.
(Non proprio) Super Hot
Il gameplay di Death Elevator è caratterizzato da un sistema di morte a colpo singolo, dove ogni colpo subito è letale. Tuttavia, il gioco introduce una meccanica di rallentamento del tempo, attivata automaticamente nei momenti di maggiore pericolo, che permette ai giocatori di prendere decisioni precise e migliorare le loro possibilità di sopravvivenza. Oltre a muoversi rapidamente è possibile sparare agli stessi proiettili, in quel frangente in cui il tempo rallenta, così come eliminare colui che ha un'arma da mischia e vuole terminare il nostro avanzamento.
Ogni partita è unica grazie alla generazione casuale delle stanze e delle armi. Questo elemento roguelike garantisce che i giocatori affrontino sfide sempre diverse ad ogni tentativo, mantenendo alta la tensione e l’interesse. La mancanza di un sistema di progressione tradizionale, come alberi delle abilità o aggiornamenti permanenti, enfatizza l’importanza delle abilità del giocatore e delle decisioni tattiche in tempo reale.
Nella pratica però è meno piacevole di quanto si possa immaginare. La grafica e il gameplay è molto simile a Super Hot, ma manca totalmente di uno stile (personale) e di un gameplay che ricalchi la stessa qualità complessiva. Sparare ai nemici non produce alcuna animazione particolarmente elaborata, semplicemente scompaiono; i movimenti degli avversari sono spesso impacciati, vi sono bug in cui i nemici cadono nel vuoto, ma non muoiono subito e non si ha nemmeno troppa soddisfazione nel deflagrare le masse, anzi, alcune scelte per alcune armi randomiche (vedi i fucili a pompa) sono quasi da considerarsi scomode in moltissimi frangenti.
Death Elevator costa poco, ma come tanti altri lotta (o ci prova) per dare divertimento di qualità, ma dopo un paio di sessioni tende ad aver già detto, se non lasciare spazio alla sola noia. Se deve essere così tanto derivativo da essere un clone spudorato di Super Hot, dal punto di vista estetico e delle meccaniche principali, almeno poteva esserlo anche sul fattore divertimento e (purtroppo) non è così.