Delta Force: Task force Dagger
di
Redazione Gamesurf
Effetto decisamente negativo quello dei proiettili che ci sparano addosso: sibilano in maniera troppo cinematografica, colpiscono il terreno con un tonfo innaturale e la nuvoletta di polvere che alzano è simile ad una pixellosa massa di quadratini poco omogenea.
Gli esseri umani hanno subito un discreto miglioramento in termini di design, che li ha arricchiti di particolari e di movimenti: ad esempio se riusciamo a seguire un avversario dal mirino telescopico della nostra arma o dal binocolo, magari mentre è impegnato in uno scontro a fuoco, potremo apprezzare i suoi tentativi di nascondersi, coprirsi meglio dietro ad un ostacolo naturale o addirittura espellere il caricatore del suo Ak-47 e sostituirlo.
La connotazione fisica è invece inesistente: sempre le stesse facce, le stesse corporature, gli stessi abiti, gli stessi personaggi.
I mezzi coinvolti, per la verità molto pochi, non sono in alcuna maniera utilizzabili (ma a questo ci ha pensato la Bohemia con Operation Flashpoint e Resistance...) e di rado esplodono anche se bersagliati.
La sezione dedicata all'audio è di valore medio basso. La parte vocale, invece, trattandosi di missioni di infiltrazioni in solitaria o quasi, è limitata alle istruzioni che ci vengono date prima del lancio o dello sbarco dall'elicottero.
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Delta Force: Task force Dagger
Delta Force: Task force Dagger
Non si tratta altro che di una riedizione del titolo precedente, ambientato in un solo luogo. Poco per essere considerato migliore.