Demon Chaos

di Tommaso Alisonno
Giappone, periodo di guerre feudali (sedicesimo secolo). L'odio e la furia, nonché la malvagità latente, dei signorotti locali impegnati in battaglie fratricide risvegliano una popolazione di demoni che si nutre, per l'appunto, di sentimenti negativi. Una giovane sacerdotessa Shinto di nome Aoi, le cui sincere preghiere per la pace sono giunte sino alle orecchie degli Dei, viene da essi incaricata di combattere la terribile minaccia sovrannaturale, e per farlo riceve due doni: il primo è la sospensione della sua condizione di mortalità (leggasi, rimarrà eternamente giovane) finché non avrà compiuto la missione, il secondo è la compagnia di un potente guerriero semi-divino, un essere alto oltre due metri e dal volto di cane (o lupo) di nome Inugami (che sia la stessa leggenda a cui si rifà la storia di Inuyasha?). La giovane comincia così il suo pellegrinaggio attraverso i decenni di battaglie in compagnia del suo taciturno, ma letale, compagno: lungo il cammino i due avranno a che fare con tutti i principali signori della guerra del periodo (Nobunaga Oda, Shingen Takeda, Kenshin Uesughi, Ieyasu Tokugawa, eccetera) e sarà solo grazie a loro che molte catastrofi saranno evitate.


Demon Chaos è un gioco piuttosto peculiare, malgrado le prime apparenze lo tacciano come il "solito" picchiaduro su larga scala. In esso ci troveremo impegnati a guidare Inugami attraverso una serie di missioni, o scenari che dir si voglia, in cui fronteggeremo torme di demoni difendendo nel contempo gli eroi umani e le loro truppe. Inugami è una creatura fenomenale, assolutamente fuori scala rispetto alle truppe di ambo gli schieramenti e persino decisamente più robusto dei "grossi" demoni boss: la disparità di forze è tale che se lo scopo del gioco fosse limitato al massacro dei nemici la difficoltà sarebbe paragonabile al colpire un muro con una palla da tennis da due metri di distanza (e simile sarebbe sicuramente anche il divertimento). A complicare le cose intervengono due fattori: il primo è la necessità di mantenere in vita i propri alleati, a partire da Aoi e per praticamente tutti i personaggi della trama, il secondo è costituito dal fatto che molti obiettivi da raggiungere richiedono l'esecuzione di determinate azioni non già da parte del buon Inugami ma bensì ad opera delle truppe umane.
Tanto per fare un esempio pratico molto comune nel gioco, i demoni nemici saranno costantemente generati da alcuni "cristalli di sangue": enormi strutture contro cui però i titanici poteri di Inugami sono totalmente inutili e che potranno pertanto essere abbattute solo dai colpi di zappa dei soldati umani. Questo comporta un gameplaying piuttosto peculiare, che alla lontana ricorda lievemente un vecchio gioco di nome Sheep: Inugami sarà talmente dipendente dalle truppe umane da essere obbligato a perdere moltissimo tempo per radunarle, proteggerle, curarle, guidarle, e così via, e più tempo viene "perduto" più demoni vengono generati dai cristalli. La discrepanza è notevole: Inugami è come Spiderman senza ragnatele, Wolverine senza artigli, Tempesta con le pile scariche, fenomenali poteri cosmici in minuscolo spazio vitale, una Formula1 a cui mancano due pneumatici. Eppure su questa discrepanza e sulla necessità di tenere le truppe umane il più unite (e sane e numerose) possibile si basa l'intero gameplaying, forse non immediatissimo ma di certo non banale e scontato come le prime battaglie con Superman-Inugami fanno erroneamente supporre.


A soccorso di questa difficoltà intrinseca viene un sistema di controllo decisamente user-friendly: Inugami ha a disposizione un tasto d'attacco semplice, uno di attacco "spirituale" ed uno di parata, che tra l'altro diventa anch'essa una sorta di attacco turbinante se impegnata in combo. Un'apposita barra gialla si riempirà ad indicare la quantità di "energia spirituale" che Inugami possiede e che ripristinerà abbattendo nemici o raccogliendo i relativi power-up: questa riserva di energia potrà essere utilizzata per i già citati attacchi spirituali (i quali infliggono danni notevoli su vaste fette di territorio) oppure per far entrare Inugami in "Furia": in questo stato l'emissario divino correrà all'impazzata tra le fila nemiche falciando demoni a destra e a manca con una semplicità spaventosa, tanto da non rendere affatto rari gli scenari che si concludano con un numero di uccisioni superiore alle 10000 (no, non mi è scappato uno 0: ho scritto proprio DIECImila) unità.
A completare la panoramica sui controlli c'è il sistema delle "colonne sacre", sorta di artefatti che Inugami può disseminare più o meno liberamente per il terreno e che garantiranno alle truppe (non a lui) dei vantaggi, come la possibilità di attaccare i demoni a distanza, recuperare energia o danneggiare strutture come portoni o i succitati cristalli di sangue; inoltre, le colonne sacre fungeranno da "luogo di raduno" qualora abbiate necessità di tenere i disparte le vostre truppe. Come ricompensa delle sue fatiche, Inugami otterrà volta per volta nuove armi, ciascuna con le sue specifiche caratteristiche e tecniche: tra spade, asce e bastoni il totale da sbloccare raggiunge l'interessante cifra di 99.
Demon Chaos presenta un motore grafico in grado di gestire quantità abnormi di modelli presenti contemporaneamente su schermo e che non rallenta neppure quando Inugami si esibisce in impressionanti tecniche pirotecniche: ovviamente una simile fluidità deve fare almeno in parte i conti con il dettaglio dei modelli, soprattutto quando si parla dei demoni più semplici, ma almeno il nostro lupesco protagonista ed i personaggi di trama si mantengono su livelli tutto sommato onesti, ed anche le truppe umane sono apprezzabili. Gli ambienti sono piuttosto vasti, sebbene i "confini" del campo di battaglia non siano delimitati da ostacoli fisici ma semplicemente dall'impossibilità di andare "oltre" e spesso si perdano nella nebbia del nulla. La colonna sonora è sufficiente, con temi musicali incalzanti e adrenalinici praticamente costanti piuttosto gradevoli sebbene forse un po' ripetitivi. L'intero gioco è sottotitolato in Italiano con una traduzione più che discreta, mentre il doppiaggio è stato conservato esclusivamente in lingua originale (Giapponese).
La trama è affascinante, in quanto unisce in sé elementi storici e mitologici dell'antico Giappone, e soprattutto se avete un'infarinatura di questi due argomenti troverete molto interessanti alcuni risvolti; viceversa potreste purtroppo trovarla un po' confusa, o addirittura eccessivamente slegata, in quanto i vari scenari sono distanziati l'uno dall'altro da pause molto prolungate, anche di dieci anni (dopotutto Aoi possiede l'eterna giovinezza).


Questo scoglio mina un po' sia la giocabilità, rendendo le varie missioni apparentemente fini a loro stesse, sia la longevità, in quanto sembra mancare una soluzione di continuità. Se riuscirete a superarlo, magari perché possedete le succitate basi storico-mitologiche o semplicemente con mlt attenzioni ai nomi e ai luoghi, e se nel contempo vi impratichirete nell'arte di gestire le truppe durante i conflitti, Demon Chaos si rivelerà però un gioco piacevole e peculiare, e l'azione vera e propria si fonderà alla ricerca dei segreti in un titolo forse non sconvolgente, ma sicuramente interessante.