DemonStone
di
Redazione Gamesurf
Se più d'una generazione videoludica è cresciuta sotto il marchio di Bare Knuckle, Golden Axe e cugini vari un motivo in più per far arrossire la grande S dai complimenti l'abbiamo appena trovato. Ciononostante, sembrerebbero lontani i tempi in cui simili "beat'em up" divenivano miti e leggende del videogioco ed infondo quello che un tempo era gusto dominante potrebbe col passare degli anni essere affiancato ad una concezione di nicchia. E però, viste le ultime interpretazioni ed ibridazioni del genere sopraccitato (specie sotto egida Capcom) pare che esso possa realmente prospettarsi una felice, seconda primavera.Così, su questa scia interpretativa, Demon Stone si tuffa prontamente nel mare dell'azione, affiancato da un'ambientazione più che celebre per i cultori del gioco di ruolo cartaceo ("Forgotten Realms") e rinvigorito d'una prestigiosa firma per la sua trama: R.A. Salvatore (che per l'occasione, dai suoi scritti, non ha disdegnato citazioni di sicuro effetto). Il romanziere di cui sopra fa incontrare nel giro di pochi battiti di ciglia i tre motori delle vicende in questione: l'umano Rannek, il natio di Silverymoon Illius ed infine Zhai, per metà elfa scura e per altra elfa silvana. La triade pare attratta verso le miniere di Damara e durante l'esplorazione di oscuri meandri si trova dinanzi ad un'oscura pietra. In tempi passati il mago Khelben vi imprigionò due oscuri demoni: Ygorl, signore slaadi, e Cireka, condottiera githyanki; adesso il destino nefasto ne ha sciolto i ceppi magici, liberando gli ottenebrati spiriti, la rabbia e la loro imperitura lotta. Ce n'è abbastanza per andare a salvare un mondo di fantasia, sfoderare lame ed eruttare magie.
L'intero reparto estetico ha anzitutto di che vantarsi, grazie ad un sistema di ombreggiatura ed un frame-rate pregevoli e ad una ricerca del fasto che per quanto eccessiva dà notevole spinta all'epos degli scontri.
Segue l'accompagnamento musicale e vocale, con rispettivamente una buona e calzante colonna sonora ed un'ancora migliore recitazione. Da segnalare tuttavia, a livello visivo, la conseguenza cui si va incontro nell'affrontare le frequenti orde nemiche le quali, e più d'una volta, smorzano con il loro numero la consapevolezza che un giocatore deve avere nel guardare lo schermo. Probabilmente una maggiore semplicità in tal senso avrebbe giovato, al pari d'un incremento dell'arguzia nemica, alla funzionalità ed al divertimento. I tre protagonisti si differenziano per potenza (col guerriero palesemente più avvantaggiato), agilità (Zhai è capace di sfruttare le ombre ed il complementare attacco a sorpresa) ed arte esoterica (con Illius ad emergere). A seconda della situazione dunque sarà opportuno alternarsi o collaborare nei panni del giusto combattente (scelta rapidamente effettuabile mediante croce direzionale), specie e soprattutto nei momenti più critici della pugna, quando cioè la barra della salute va affievolendosi verso il sicuro game over. In tal caso, infatti, basterà mutare personaggio per rendere quelli gestiti dall'intelligenza artificiale immuni a qual che sia morte e lesti, per giunta, nel recuperare preziosa vitalità. La locomozione si articola secondo canoni, con il lineare progredire di stanza in stanza (qualora in locazioni chiuse) o di zolla in zolla (nel caso delle ambientazioni all'aperto); di tanto in tanto si sarà chiamati a disinnescare trappole o evitare ostacoli di varia natura, ed è qui che entrano in gioco le altre abilità concesse dal codice (ossia lanciare armi da taglio per far cedere corde nella distanza, saltare, sferrare un pugno mostruoso per liberarsi celermente di ruderi vari e via di questo passo).
Alcuni frammenti ludici donano maggiore interesse ad una tale, consolidata struttura, con ad esempio scale di assedianti da abbattere, civili da aiutare, debolezze dei mostruosi antagonisti da sfruttare (scagliarli nel fuoco, nel vuoto od in pozze d'acqua può essere più benefico di quanto si possa immaginare) e con alternative dettate dal progredire della narrazione (all'uopo occorrerà ad esempio difendere lo stregone atto a formulare una dispendiosa magia o, ancora, sarà richiesto l'utilizzo di un gigantesco guerriero meccanico). Peccato che queste ed altre abbozzate varianti (invero interessanti a carattere concettuale) debbano cedere il passo davanti all'assidua richiesta dell'attaccare alla cieca, con combinazioni ed attacchi speciali sì presenti, ma confinati nel limbo della superficialità. A poco pertanto aiutano gli spunti Rpg (se così vanno chiamati la spesa del metallo giallo ed il potenziamento dei propri comprimari) ed il blasone della sceneggiatura (comunque sacrificata dal necessario ritmo forsennato), così come gravosa risulta a parere di chi scrive l'assenza d'una modalità Live (o anche semplicemente cooperativa non in linea) che avrebbe invece soccorso con la compagnia di uno o più amici una longevità decisamente sotto gli standard odierni. Per raggiungere i titoli di coda occorreranno infatti circa sette ore: quanto basta per portare a termine i dieci capitoli dispensati da Stormfront Studios, già artefice a suo tempo de 'Il signore degli anelli: le due torri', trasposizione interattiva dell'interpretazione di Peter Jackson. Che vi sia della vocazione per il taglio scenico e per il particolare genere non vi sono dubbi, ed ogni plauso per i risultati ottenuti, la softco in questione se li è meritati. Il voto trattenuto sta a significare semplicemente un punto di partenza: la carne al fuoco è lì, il cuoco, se bravo, impara dagli errori. La terza pietanza potrebbe davvero stupire (non che prima e seconda, per relativi appassionati, abbia dispiaciuto).
L'intero reparto estetico ha anzitutto di che vantarsi, grazie ad un sistema di ombreggiatura ed un frame-rate pregevoli e ad una ricerca del fasto che per quanto eccessiva dà notevole spinta all'epos degli scontri.
Segue l'accompagnamento musicale e vocale, con rispettivamente una buona e calzante colonna sonora ed un'ancora migliore recitazione. Da segnalare tuttavia, a livello visivo, la conseguenza cui si va incontro nell'affrontare le frequenti orde nemiche le quali, e più d'una volta, smorzano con il loro numero la consapevolezza che un giocatore deve avere nel guardare lo schermo. Probabilmente una maggiore semplicità in tal senso avrebbe giovato, al pari d'un incremento dell'arguzia nemica, alla funzionalità ed al divertimento. I tre protagonisti si differenziano per potenza (col guerriero palesemente più avvantaggiato), agilità (Zhai è capace di sfruttare le ombre ed il complementare attacco a sorpresa) ed arte esoterica (con Illius ad emergere). A seconda della situazione dunque sarà opportuno alternarsi o collaborare nei panni del giusto combattente (scelta rapidamente effettuabile mediante croce direzionale), specie e soprattutto nei momenti più critici della pugna, quando cioè la barra della salute va affievolendosi verso il sicuro game over. In tal caso, infatti, basterà mutare personaggio per rendere quelli gestiti dall'intelligenza artificiale immuni a qual che sia morte e lesti, per giunta, nel recuperare preziosa vitalità. La locomozione si articola secondo canoni, con il lineare progredire di stanza in stanza (qualora in locazioni chiuse) o di zolla in zolla (nel caso delle ambientazioni all'aperto); di tanto in tanto si sarà chiamati a disinnescare trappole o evitare ostacoli di varia natura, ed è qui che entrano in gioco le altre abilità concesse dal codice (ossia lanciare armi da taglio per far cedere corde nella distanza, saltare, sferrare un pugno mostruoso per liberarsi celermente di ruderi vari e via di questo passo).
Alcuni frammenti ludici donano maggiore interesse ad una tale, consolidata struttura, con ad esempio scale di assedianti da abbattere, civili da aiutare, debolezze dei mostruosi antagonisti da sfruttare (scagliarli nel fuoco, nel vuoto od in pozze d'acqua può essere più benefico di quanto si possa immaginare) e con alternative dettate dal progredire della narrazione (all'uopo occorrerà ad esempio difendere lo stregone atto a formulare una dispendiosa magia o, ancora, sarà richiesto l'utilizzo di un gigantesco guerriero meccanico). Peccato che queste ed altre abbozzate varianti (invero interessanti a carattere concettuale) debbano cedere il passo davanti all'assidua richiesta dell'attaccare alla cieca, con combinazioni ed attacchi speciali sì presenti, ma confinati nel limbo della superficialità. A poco pertanto aiutano gli spunti Rpg (se così vanno chiamati la spesa del metallo giallo ed il potenziamento dei propri comprimari) ed il blasone della sceneggiatura (comunque sacrificata dal necessario ritmo forsennato), così come gravosa risulta a parere di chi scrive l'assenza d'una modalità Live (o anche semplicemente cooperativa non in linea) che avrebbe invece soccorso con la compagnia di uno o più amici una longevità decisamente sotto gli standard odierni. Per raggiungere i titoli di coda occorreranno infatti circa sette ore: quanto basta per portare a termine i dieci capitoli dispensati da Stormfront Studios, già artefice a suo tempo de 'Il signore degli anelli: le due torri', trasposizione interattiva dell'interpretazione di Peter Jackson. Che vi sia della vocazione per il taglio scenico e per il particolare genere non vi sono dubbi, ed ogni plauso per i risultati ottenuti, la softco in questione se li è meritati. Il voto trattenuto sta a significare semplicemente un punto di partenza: la carne al fuoco è lì, il cuoco, se bravo, impara dagli errori. La terza pietanza potrebbe davvero stupire (non che prima e seconda, per relativi appassionati, abbia dispiaciuto).
DemonStone
6.5
Voto
Redazione
DemonStone
Per raggiungere i titoli di coda occorreranno circa sette ore: quanto basta per portare a termine i dieci capitoli dispensati da Stormfront Studios, già artefice a suo tempo de "Il signore degli anelli: le due torri", trasposizione interattiva dell'interpretazione di Peter Jackson. Che vi sia della vocazione per il taglio scenico e per il particolare genere non vi sono dubbi, ed ogni plauso per i risultati ottenuti (specie in ambito tecnico), la softco in questione se li è meritati. Il voto trattenuto sta a significare semplicemente un punto di partenza: la carne al fuoco è lì, il cuoco, se bravo, impara dagli errori. La terza pietanza potrebbe davvero stupire (non che prima e seconda, per relativi appassionati, abbia dispiaciuto).