Destinazione: l'isola del tesoro

di Alessandro Cossu
VIVA LA FILIBUSTA!
Almeno una volta, si suppone che la maggior parte degli esseri umani ha sentito parlare del racconto più famoso di Robert Louis Stevenson, quell'"Isola del Tesoro" che vanta due secoli di storia, ormai!- che ha fatto sognare intere generazioni; da quel racconto, sono nati altri libri, film e, naturalmente, videogame. Ecco, oggi, noi di Gamesurf siamo qui a raccontarvi dell'ultima ma non ultima fatica della Kheops Studio, una avventura grafica che segue i classici dettami del genere, tanto nel bene (poco) quanto nel male (troppo).


Come da consolidata tradizione, vediamo di partire dall'inizio,che è sempre la cosa migliore. Sono passati molti anni da quando il pirata Long John (no,non è una marca di Whisky) Silver e il suo braccio destro Jim Hawkins veleggiavano insieme, alla ricerca di tesori perduti e navi da depredare in perfetta tradizione piratesca. Poi, dopo le vicissitudini raccontate nel libro, i due si separano e il buon Jim, prode protagonista di questa avventura, diviene capitano di una nave tutta sua, con il suo bell'equipaggio, la sua bella cabina e i suoi bei ricordi di una vita avventurosa. Come spesso accade, però, arriva l'Imprevisto stile Monopoli che cambia le carte in tavola : un bel pappagallo rosso irrompe alla finestra della cabina di Jim, con un messaggio legato alla zampa. A quanto pare, è stato scritto dalla mano del pirata Long John, e contiene una filastrocca che porterà ad un tesoro perduto fra le isole dei Caraibi! Senza perdere tempo anche perché, per pura casualità, sulla nave di Jim è in atto un furioso ammutinamento! il nostro giovane eroe si lancia in mare dalla finestra, sulle tracce del suo vecchio amico prima e del tesoro poi...o forse l'ordine non era questo?

Ecco, possiamo dire che, parlando di trama, è veramente tutto qui. Non c'e' null'altro da raccontare dietro al lavoro patrocinato da Nobilis, almeno dal lato meramente narrativo.
Ci troviamo di fronte ad una avventura grafica vissuta attraverso gli occhi del protagonista, con una visuale a trecentosessanta gradi. Lo stile, quindi, è quello di "Myst", e di tutti i suoi figli illegittimi; non ci sarà perciò un omino da guidare come accadeva nella saga di Broken Sword, ad esempio e, per quanto concerne l'interazione, i fondali e l'inventario, tutti i crismi del genere sono stati rispettati o,per meglio dire, seguiti quasi pedissequamente...ma procediamo con ordine.


Tecnicamente parlando, "Destinazione : L'isola del Tesoro", è strutturato in locazioni fisse in due dimensioni, splendidamente colorate, ma con una aria di vecchio, di "già visto", che farà storcere il naso ai puristi del genere; questo è probabilmente dovuto al fatto che il motore che muove il gioco e che ha mosso decine di altre avventure è lo stesso di "Atlantis : The Lost Tale", datato 1997. Dieci anni non sono pochi, nel mondo della tecnologia...Gli elementi in movimento nelle varie finestre sono pochissimi, e servono solo ed esclusivamente a ravvivare una situazione di stasi quasi totale. Per fortuna nostra e dei programmatori i disegni sono realizzati in maniera convincente, almeno nella maggior parte delle situazioni.

Il meccanismo di gioco è relativamente semplice : si muove il mouse su tutto lo schermo, aspettando che compaia l'icona che indica un oggetto da utilizzare. Con la pressione del tasto apposito, tale oggetto finisce nel nostro inventario, dove saremo liberi di combinarlo opportunamente con altri oggetti, per superare i vari enigmi di difficoltà medio bassa, che ci verranno posti durante la nostra avventura. Una piccola variante a questo stato di cose, è costituita, ad esempio, dai nodi. Per legare due corde insieme, dovremo rispettare il giusto ordine di "mosse" per eseguire il nodo stesso, scegliendo opportunamente fra quelle disponibili. Se sbagliamo, dovremo semplicemente ricominciare a "fare il nodo", senza rischio di inaspettati game over et similia; le foto qui in giro daranno una idea migliore di questo concetto.
Vero punto debole di questo gioco è il doppiaggio, in assoluto uno dei peggiori che ci sia mai capitato di sentire. Se è vero che le musiche sono relativamente piacevoli anche se poco ispirate, la localizzazione in Italiano è stata trascurata in modo inconcepibile. Sicuramente, i Muppets avrebbero doppiato in modo più convincente tanto i pirati, quanto il protagonista della storia, il quale manca totalmente di enfasi, carisma...e di nazionalità Italiana, dato che sembra di sentir parlare un sudamericano arrivato da venti minuti in Italia. Per non parlare poi del pappagallo, sul quale evitiamo di fare commenti onde evitare una terribile censura.
Come dicono nei cartoni animati, "that's all folk!"...questo è tutto! Buona caccia al tesoro!