Devil May Cry 4

Devil May Cry 4
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Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore... Il mesto incipit del terzo canto dell'Inferno della Commedia dell'Alighieri mi pare quanto mai appropriato anche per l'attacco di questa disamina della versione per PC del quarto capitolo della saga del mezzo-demone Dante, protagonista del famoso franchise Devil May Cry.

Le pene dell'inferno, in ogni caso, toccheranno solo a coloro che, peccando di superbia, si riterranno in grado di affrontare il gioco Capcom armati solo di tastiera. Per godere appieno di uno dei più riusciti porting da console della storia, apprezzando le stesse meraviglie gustate dai possessori di Xbox 360 e PS3, occorre infatti di munirsi di un buon gamepad (mi permetto di suggerirvi quello Microsoft identico nelle dimensioni e nell'aspetto a quello in dotazione alla bianca macchina da gioco della casa di Redmond).

Architetture maestose e deserte. La tradizione di DMC continua...
Architetture maestose e deserte. La tradizione di DMC continua...
Quelli grossi come te, quando cadono fanno un gran botto!
Quelli grossi come te, quando cadono fanno un gran botto!
Non solo città. Sono presenti anche accattivanti locazioni boschive.
Non solo città. Sono presenti anche accattivanti locazioni boschive.


Solo così disporrete di un'impostazione dei comandi che vi consenta di realizzare le combo e i movimenti più elaborati, compiuti ben oltre i limiti della fisica dai due protagonisti della storia. Oltre a Dante, il semidemoniaco indagatore dell'incubo dai capelli bianchi già noto agli appassionati della serie, vi sarà richiesto, per la prima metà del gioco, d'impersonare Nero, personaggio inedito dotato del devil bringer, un micidiale guanto ad energia spesso addirittura più letale dell'accoppiata spada e pistola di Dante.

Pensato per le macchine HD della nuova generazione ma egregiamente importato anche in questa versione dedicata ai proprietari di PC, opportunamente dotati dell'hardware adeguato, DMC4 regala ad occhi e orecchie di chi gioca una delle più coinvolgenti esperienze in stile anime che si sia mai vista, rischiando, come sta succedendo anche con Metal Gear Solid 4 di Hideo Kojima, di attirare prepotentemente l'attenzione anche di quella larga fetta di pubblico occidentale che solitamente si tiene bene alla larga dai prodotti ad eccessiva connotazione nipponica.

All'incantesimo contribuisce un comparto grafico d'eccezione che porta la qualità visiva dei precedenti episodi su un nuovo livello di perfezione, anche nelle scene più dinamiche. Ovvio che per godere di tanto ci si debba preventivamente dotare di hardware adeguato, potente e leggero (inutile avere un PC top di gamma quando lo si intasa di antivirus, plug-in dedicati al p2p e quant'altro: una macchina da gioco, se si vuole essere dei veri puristi, dovrebbe avere dentro un browser Internet e i driver della scheda video. E nient'altro!).

Il sonoro non é da meno, degno di un sistema surround come si deve che valorizzi a modo le musiche, e caratterizzato da dialoghi interpretati finalmente con vero piglio attoriale e non semplicemente letti “in classe” come avviene in molti titoli anche prestigiosi. Scordatevi la dizione gracchiante e insopportabile alla Asia Argento o Monica Bellucci. Gli interpreti (anglofoni, sottotitolati in italiano) regalano piéces degne dell'Actor's Studio e gli effetti speciali che popolano i combattimenti completano degnamente il comparto audio.

In assenza di un multiplayer, impossibile da armonizzare in un titolo simile, la fortuna del gioco si fonda, oltre che sugli aspetti squisitamente tecnici, sullo spessore della trama, che in DMC4 si difende con onore pur senza sbalordire e sul gameplay, che invece raggiunge livelli davvero eccellenti in parecchi campi.

L'inserimento di un nuovo personaggio, Nero, aggiunge tanto per cominciare un elemento di varietà che non mancherà di incontrare il favore anche dei fan di antica data della serie, alternando alla spada e alla pistola di Dante il micidiale guanto energetico con cui afferrare a distanza e sbatacchiare di qua e di là i nemici. Invece di permettere, come nel caso del collega biancocrinito, l'accesso ad armi e stili di combattimento diversi da sbloccare progressivamente nel gioco, gli sviluppatori hanno preferito, nel caso di Nero, dotarlo di un'unica arma i cui segreti, tuttavia, necessitano di più tempo per essere svelati e padroneggiati. Il tutto a vantaggio delle opzioni di gioco.


Sarei curioso di conoscere la dieta di chi ha disegnato %u2018ste cose qua...
Sarei curioso di conoscere la dieta di chi ha disegnato %u2018ste cose qua...
I boss sono come il solito grandi, brutti e cattivi...
I boss sono come il solito grandi, brutti e cattivi...
A chi sarà venuto in mente di costruire una cosa così?!
A chi sarà venuto in mente di costruire una cosa così?!

Peccato che, nei panni prima dell'uno e poi dell'altro protagonista ci vedremo costretti a riattraversare le stesse ambientazioni più volte, condannando una parte del nostro peregrinare ad una sensazione di monotonia che si sarebbe potuta facilmente evitare, con un minimo più d'inventiva e buona volontà. Stessa cosa accade con i boss di fine livello, che dovrete affrontare due volte, prima con uno e poi con l'altro eroe. Evitabile, anche se il tedio é parzialmente compensato dalla presenza di parecchie missioni segrete sbloccabili qua e là che di fatto prolungano anche la longevità del titolo, rendendone appetibile la rigiocabilità.

Qualche battuta di arresto la segnano anche alcuni momenti di puzzle platforming che costringono il giocatore a salti millimetrici proprio mentre la telecamera sposta il suo occhio elettronico altrove. Si finisce per ritrovarsi con il pad in mano, in procinto di scagliarlo contro l'ostacolo rigido più vicino, mentre la nostra bocca si prepara a sciorinare blasfemie peggiori di quelle della bambina dell'esorcista di Blatty. Qualcuno spieghi ai programmatori della Capcom che perfino Lara Croft ha abbandonato certi espedienti, un tempo adottati in favore di una longevità assoluta di un titolo, resi oggi superati dall'approccio mordi e fuggi che porta la maggior parte dei giocatori a finire un titolo in una decina di giorni e poi migrare altrove, senza per quello apprezzarlo di meno ma, anzi, ricordando con apprezzamento proprio i giochi che consentono, senza frustrazioni, un progresso quotidiano, magari anche piccolo purché ci sia.

Per fortuna il piatto forte di DMC4 non sono i salti da un cornicione all'altro, che pure avevano fatto rimanere perplesso chi ha avuto modo di provare il demo rilasciato per tutte le piattaforme. Il bello del gioco, invece, sta nei combattimenti, nei dialoghi drammatici e malinconici, nei personaggi belli e dannati, sempre elegantissimi anche dopo una carneficina. Combo di eccezionale cura e armonia sono incorniciate all'interno di paesaggi da cartolina, popolati di creature fantastiche che paiono uscite da un dipinto di Hyeronimous Bosch. Il gioco supporta la doppia modalità DirectX 9 e DirectX 10 in maniera egregia e fa della spettacolarità, spesso volutamente barocca, il suo punto di forza principale.

Rispetto alle versioni da console, quasi uguali, il porting per PC regala infine due chicche all'utente. La modalità Legendary Dark Knight lo mette di fronte ad orde apparentemente interminabili di nemici, rendendo la tenzone quanto mai adrenalinica. La modalità Turbo, invece, accelera il tempo trasformando l'incedere nel gioco in un vero e proprio allenamento calistenico per i propri riflessi.
La qualità complessiva del gioco, la sua maggiore abbordabilità rispetto alla difficoltà allucinante del precedente capitolo che aveva disamorato parecchi appassionati e la possibilità di rigiocarlo, almeno in teoria, cimentandosi in un livello di abilità superiore e tentando di localizzare e sbloccare tutte le missioni segrete sparse in giro, sorta di quadri bonus nei quali dovremo battere in un tempo stabilito un certo numero di nemici, o cimentarci con una combinazione precisa di mosse, ottenendo inutili quanto gratificanti frammenti di sfera di cristallo per premio, fanno di DMC4 un sicuro successo, anche in questa release per PC. Probabilmente si tratta del miglior gioco Capcom per computer che si veda da parecchio tempo e, se non ho dubbi nel consigliarlo senza riserve ai fan di Dante e C., mi sento abbastanza tranquillo nel consigliare di farcisi un giro anche a chi, finora, aveva scansato come la peste i giochi d'azione japan-style. Potrebbe addirittura farvi cambiare idea, sapete?


Ecco una sfida che non può essere rifiutata
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Ehi! Con quelle ali piumate mi ricordi una cosplayer di Lecco che conosco!
Ehi! Con quelle ali piumate mi ricordi una cosplayer di Lecco che conosco!
Finire Satana a pistolettate. Che soddisfazione!
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Devil May Cry 4
8.5

Voto

Redazione

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Devil May Cry 4

I mezzi-demoni, a quanto pare, invecchiando mettono in mostra le loro migliori qualità. E questo quarto capitolo della fortunata ma controversa serie di Devil May Cry, che con il numero 3 aveva sfiorato un livello di difficoltà cervellotica al punto da essere abbandonata da molti cultori dei primi due episodi, torna al suo apice. Ci sono la grafica ed il sonoro, entrambi decisamente next-gen, un gameplay quasi privo di difetti e una trama degna del blasone guadagnato sul campo dal franchise che la ospita. Cosa manca, allora? Solo qualche spunto di fantasia in più sulle ambientazioni e poi, mi raccomando, abolite il puzzle platforming? Non se ne può più di ripetere ottanta volte il medesimo salto, mancando di mezzo millimetro lo stesso dannato cornicione!

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