Devil May Cry HD Collection
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Da una parte c'é chi lo ritiene un mezzo attraverso il quale mettere le mani sui principali titoli "tripla A" della scorsa generazione, dall'altra chi al contrario lo considera un mero espediente commerciale. A prescindere dagli aspetti più squisitamente filosofici resta tuttavia un fatto incontrovertibile: dalla nascita della collana “HD Collection” l'intero movimento videoludico ne ha tratto comunque giovamento. E' andata sicuramente bene a quei videogiocatori che hanno potuto mettere finalmente le mani su opere che per i motivi più disparati mancavano ancora all'appello. E' andata addirittura meglio alle software house in possesso di licenze di un certo peso, vista l'opportunità di massimizzare gli introiti vendendo a prezzo quasi pieno titoli dal costo produttivo decisamente irrisorio. In quest'ottica bene ha fatto, dunque, Capcom a sfruttare nel migliore dei modi un brand del calibro di Devil May Cry, mettendo a disposizione tanto per gli utenti di sponda Sony quanto -per la primissima volta- per quelli di casa Microsoft l'intera trilogia “old gen nella sua versione “riveduta e corretta” in alta definizione.
Una HD collection molto collection e poco HD
Ci pare corretto evidenziare fin da subito uno degli aspetti più critici di questa raccolta. Come capita sovente per i titoli di vecchia data, anche in questo caso il suffisso "HD" rappresenta poco più di un banale orpello (per il piacere dei puristi), un po' di fumo da gettare negli occhi di chi magari si aspetta un lavoro di revisioning degno di questo nome. Sotto questo punto di vista anche la Devil May Cry HD Collection non fa fa altro che percorrere la medesima strada battuta da altri brand di successo, presentando un comparto tecnico piuttosto datato ed in cui non si evidenzia nulla di più del classico upscaling delle texture e dell'inserimento degli altrettanti consueti obbiettivi / trofei. Nessun lavoro, dunque, a livello di codice vero e proprio, al punto da scegliere di non intervenire nemmeno sul formato rigorosamente in 4:3 di tutti i vecchi filmati presenti soprattutto nel primo capitolo.
Detto questo, Devil May Cry HD Collection resta comunque un gioco a cui i veri appassionati di Dante non potranno rinunciare, tanto più che stiamo parlando di una delle colonne portanti del genere action più recente oltreché di un titolo capace di assicurare molte ore di divertimento anche a distanza di tanti anni.
Dei tre episodi inseriti in questa edizione da collezione, sicuramente il primissimo Devil May Cry é quello che più di ogni altro merita di essere giocato a prescindere dagli undici anni di onorata carriera alle spalle ed il livello qualitativo raggiunto. L'episodio creato quasi per errore da Hideki Kamiya (nato come un capitolo di Resident Evil, il gioco finì col trasmutare nel capolavoro che ben conosciamo) ha, infatti, avuto il merito di proporre uno stile di gioco sicuramente in linea con lo stile dell'epoca (sistema di inquadrature fisse, ed esplorazione e risoluzione degli enigmi alla Resident Evil per intenderci) ma mai banale, grazie alla profonda caratterizzazione del suo protagonista e del suo "stiloso" stile di combattimento.
Vuoi per una trama degno del miglior film action a tinte scure, vuoi per la sfrontatezza di un personaggio come Dante figlia della sua doppia natura umana/demoniaca, vuoi per un gameplay decisamente equilibrato ed incapace di offrire pericolosi passaggi a vuoto, vuoi soprattutto per uno sistema di combattimento tale da garantire un ritmo incessante e complesse combinazioni di mosse dall'effetto scenico a dir poco impressionante, con Devil May Cry Capcom celebrò, di fatto, l'inizio di una vera e propria saga, la nascita di un nuovo punto di riferimento per un genere che ancor'oggi annovera una schiera di appassionati piuttosto importante.
Venendo alle note meno liete, il gioco che forse si sarebbe potuto evitare ma che in una trilogia degna di questo nome ci doveva necessariamente essere é, invece, Devil May Cry 2. Nonostante l'uso di interessanti varianti al tema quali la possibilità di vivere due avventure distinte grazie alla presenza di due protagonisti "splittati" su altrettanti dischi (da notare che per finire interamente il gioco occorreva giocare la stessa avventura con lo stesso personaggio per ben due volte utilizzando anche il secondo disco) e l'introduzione di una maggiore flessibilità nei movimenti, alcuni errori macroscopici (leggasi anche sistema di inquadrature a dir poco scandaloso, assenza di un sistema di parata dei colpi, mancanza di varietà, coprotagonista -Lucia- totalmente priva di carattere oltreché fuori contesto in un gioco come questo) non permisero Devil May Cry 2 di riaffermare la leadership del brand nel segmento Action, diventando di fatto la peggiore espressione di Dante & Co. in circolazione.
A completare la collezione della prima trilogia di Dante c'é infine Devil May Cry 3, riproposto per l'occasione nella sua versione “Special Edition” che consente di incarnare anche “l'altra metà del cielo demoniaco”, ovvero il fratello gemello di Dante, Vergil. Ovviamente, dei tre quest'ultimo é quello che offre il top per quanto concerne sia il comparto tecnico che il gameplay, decisamente più vicino agli action game più moderni grazie alla presenza di parecchie novità sul fronte del combat system ed alla possibilità di variare notevolmente l'approccio al gioco proprio attraverso l'uso di un personaggio come Vergil dotato di pattern di attacco completamente differenti.
In definitiva, mettere le mani su tre giochi in uno rimasterizzati in HD é un'occasione che gli ammiratori del figlio di Sparda difficilmente si faranno sfuggire. Per tutti gli altri, in attesa del primo Devil May Cry firmato Ninja Theory e nonostante alcune lacune determinate per lo più dallo scarsissimo lavoro in sede di conversione, la Devil May Cry HD Collection rappresenta invece un'ottima opportunità per comprendere al meglio come la saga di Devil May Cry si sia evoluta nel corso del tempo.
Una HD collection molto collection e poco HD
Ci pare corretto evidenziare fin da subito uno degli aspetti più critici di questa raccolta. Come capita sovente per i titoli di vecchia data, anche in questo caso il suffisso "HD" rappresenta poco più di un banale orpello (per il piacere dei puristi), un po' di fumo da gettare negli occhi di chi magari si aspetta un lavoro di revisioning degno di questo nome. Sotto questo punto di vista anche la Devil May Cry HD Collection non fa fa altro che percorrere la medesima strada battuta da altri brand di successo, presentando un comparto tecnico piuttosto datato ed in cui non si evidenzia nulla di più del classico upscaling delle texture e dell'inserimento degli altrettanti consueti obbiettivi / trofei. Nessun lavoro, dunque, a livello di codice vero e proprio, al punto da scegliere di non intervenire nemmeno sul formato rigorosamente in 4:3 di tutti i vecchi filmati presenti soprattutto nel primo capitolo.
Detto questo, Devil May Cry HD Collection resta comunque un gioco a cui i veri appassionati di Dante non potranno rinunciare, tanto più che stiamo parlando di una delle colonne portanti del genere action più recente oltreché di un titolo capace di assicurare molte ore di divertimento anche a distanza di tanti anni.
Dei tre episodi inseriti in questa edizione da collezione, sicuramente il primissimo Devil May Cry é quello che più di ogni altro merita di essere giocato a prescindere dagli undici anni di onorata carriera alle spalle ed il livello qualitativo raggiunto. L'episodio creato quasi per errore da Hideki Kamiya (nato come un capitolo di Resident Evil, il gioco finì col trasmutare nel capolavoro che ben conosciamo) ha, infatti, avuto il merito di proporre uno stile di gioco sicuramente in linea con lo stile dell'epoca (sistema di inquadrature fisse, ed esplorazione e risoluzione degli enigmi alla Resident Evil per intenderci) ma mai banale, grazie alla profonda caratterizzazione del suo protagonista e del suo "stiloso" stile di combattimento.
Vuoi per una trama degno del miglior film action a tinte scure, vuoi per la sfrontatezza di un personaggio come Dante figlia della sua doppia natura umana/demoniaca, vuoi per un gameplay decisamente equilibrato ed incapace di offrire pericolosi passaggi a vuoto, vuoi soprattutto per uno sistema di combattimento tale da garantire un ritmo incessante e complesse combinazioni di mosse dall'effetto scenico a dir poco impressionante, con Devil May Cry Capcom celebrò, di fatto, l'inizio di una vera e propria saga, la nascita di un nuovo punto di riferimento per un genere che ancor'oggi annovera una schiera di appassionati piuttosto importante.
Venendo alle note meno liete, il gioco che forse si sarebbe potuto evitare ma che in una trilogia degna di questo nome ci doveva necessariamente essere é, invece, Devil May Cry 2. Nonostante l'uso di interessanti varianti al tema quali la possibilità di vivere due avventure distinte grazie alla presenza di due protagonisti "splittati" su altrettanti dischi (da notare che per finire interamente il gioco occorreva giocare la stessa avventura con lo stesso personaggio per ben due volte utilizzando anche il secondo disco) e l'introduzione di una maggiore flessibilità nei movimenti, alcuni errori macroscopici (leggasi anche sistema di inquadrature a dir poco scandaloso, assenza di un sistema di parata dei colpi, mancanza di varietà, coprotagonista -Lucia- totalmente priva di carattere oltreché fuori contesto in un gioco come questo) non permisero Devil May Cry 2 di riaffermare la leadership del brand nel segmento Action, diventando di fatto la peggiore espressione di Dante & Co. in circolazione.
A completare la collezione della prima trilogia di Dante c'é infine Devil May Cry 3, riproposto per l'occasione nella sua versione “Special Edition” che consente di incarnare anche “l'altra metà del cielo demoniaco”, ovvero il fratello gemello di Dante, Vergil. Ovviamente, dei tre quest'ultimo é quello che offre il top per quanto concerne sia il comparto tecnico che il gameplay, decisamente più vicino agli action game più moderni grazie alla presenza di parecchie novità sul fronte del combat system ed alla possibilità di variare notevolmente l'approccio al gioco proprio attraverso l'uso di un personaggio come Vergil dotato di pattern di attacco completamente differenti.
In definitiva, mettere le mani su tre giochi in uno rimasterizzati in HD é un'occasione che gli ammiratori del figlio di Sparda difficilmente si faranno sfuggire. Per tutti gli altri, in attesa del primo Devil May Cry firmato Ninja Theory e nonostante alcune lacune determinate per lo più dallo scarsissimo lavoro in sede di conversione, la Devil May Cry HD Collection rappresenta invece un'ottima opportunità per comprendere al meglio come la saga di Devil May Cry si sia evoluta nel corso del tempo.