Diablo II: Lord of Destruction

Diablo II Lord of Destruction
di
Una premessa doverosa: Lord of Destruction é la continuazione di Diablo II e durante l'installazione chiederà i cd del gioco in questione, per cui é destinata a chi ha già finito il gioco precedente e vuole continuare la saga. Se non avete mai giocato a Diablo II e volete provare Lord of Destruction, vi consigliamo di rimandarne l'acquisto a quando avrete sconfitto il cattivone che dà il titolo al gioco e di leggere la recensione su Gamesurf della versione per PC. Non volendo annoiare i lettori ripetendo cose già dette su Diablo II, quindi, abbiamo deciso di basare la recensione principalmente su Lord of Destruction e sulle novità che porta con sé. Passiamo quindi ad installare il gioco e tuffiamoci in questa nuova avventura. Lord of Destruction s'installa sopra Diablo II, se questo non é presente sul nostro hard disk ci chiederà di installarlo nuovamente (senza uscire dall'installer dell'espansione), portando la cartella del gioco alla ragguardevole dimensione di 1.3 GB (i filmati rimangono sempre su cd). I requisiti di sistema appaiono da subito particolarmente onerosi: sono necessari un processore veloce, almeno a 300 MHz (ma anche con un processore a 400 MHz si potrebbe notare qualche rallentamento), una scheda grafica ATI Rage 128 e 128 MB di RAM
Diablo II: Lord of Destruction
Sta iniziando a nevicare

L'esosità dal punto di vista delle risorse hardware é sicuramente uno dei punti dolenti del gioco: Lord of Destruction é un titolo tutt'altro che fluido, specialmente nell'ultimo atto dell'espansione, dove i bellissimi effetti atmosferici di neve e foschia appesantiscono la macchina oltre il dovuto. L'impressione é che l'ottimizzazione del codice sia stata molto trascurata da Blizzard, soprattutto per quanto riguarda la colonna sonora che appesantisce il gioco in modo discutibile; disabilitando la musica e gli effetti atmosferici si ottengono performance di gioco decisamente superiori, che invece non vengono influenzate da un aumento, anche notevole, della RAM assegnata al gioco. In Lord of Destruction é possibile giocare anche ad una risoluzione di 800X600 e la differenza con la 640X480 di Diablo 2 si vede, ma é un'esperienza consigliabile solo a chi possiede una macchina discretamente potente. Dopo la rituale lettura del file di testo che ci avvisa di controllare le richieste di sistema e dispensa consigli su come migliorare le prestazioni, é finalmente venuto il momento di iniziare a giocare veramente, perciò clicchiamo con decisione il pulsante per iniziare una nuova partita
Diablo II: Lord of Destruction
Diablo II Lord of Destructionocchiellojpg

Diablo II: Lord of Destruction

Occorrerà parecchio tempo prima d'avere ragione di Baal (il nostro nemico finale, come i più perspicaci avranno già capito) e la battaglia finale non ci deluderà di certo. Ma qual è la sensazione che si ha alla fine di Lord of Destruction? L'impressione è tutt'altro che negativa; l'ambientazione è bella, gli effetti di neve e foschia sono fatti molto bene e la storyline è più avvincente che nei precedenti atti, ma la sensazione è che Blizzard poteva fare di meglio, modificando alcune parti del motore del gioco, aggiungendo nuovi incantesimi anche per i personaggi già esistenti, più oggetti di nuovo tipo o aggiungendo più personaggi non giocanti (NPC) fuori delle città. Inoltre non si è fatto nulla per rimediare ai difetti del sistema di gioco (la possibilità di salvare la partita autonomamente avrebbe tolto quel senso di frustrazione che si ha quando si muore troppo lontano dal waypoint, quando si dimenticano degli oggetti per terra o quando bisogna sconfiggere nuovamente i mostri che ci separano dalla meta), ma probabilmente questo avrebbe richiesto una riscrittura troppo estesa del motore del gioco. Non dimentichiamoci quindi che Lord of Destruction non è Diablo 3, ma un'espansione il cui compito è quello di dare nuova linfa ad un gioco che conta un enorme schiera d'appassionati e che è diventato una pietra miliare nella storia dei videogiochi, e questo compito lo assolve egregiamente.