Diabolical Pitch
di
Massimiliano Pacchiano
Tutti gli appassionati di videogiochi ormai conoscono il mitico Goichi Suda, in arte Suda51. Un game designer decisamente originale ed estroso, che ha fatto del gusto horror-trash un vero e proprio stile. Ma le sue opere hanno anche esplorato atmosfere più rarefatte, criptiche e introspettive come nel singolare Killer 7 che ancora oggi divide le opinioni del pubblico. Mentre aspettiamo la sua prossima creatura, quel Lollypop Chainsaw (realizzato in team con il regista James Gunn) che promette tantissimo divertimento, dialoghi pepati, ammiccamenti e frattaglie assortite, ci apprestiamo ad esaminare la sua ultima creatura, Diabolical Pitch.
Suda ci ha sempre abituato ad atmosfere estremamente particolari e sottilmente inquietanti, sin dal bistrattato e rozzissimo (ma per certi versi pregevole) Michigan Report from Hell che già mostrava quel gusto per la cultura popolare americana e per il trash spinto che si é poi sviluppato appieno nei due splendidi No More Heroes su Wii. Amante della sperimentazione, il geniale game designer abbracciò in toto l'innovazione apportata dal controller di movimento Wiimote, utilizzandola al meglio senza renderla invasiva. Tutti questi aspetti li ritroviamo proprio in Diabolical Pitch: un titolo che sfrutta il sensore Kinect in maniera estensiva ma discreta, basando il gameplay più su delle meccaniche di tempismo e pianificazione che non sul movimento in sé. Ma é anche un gioco dotato di un setting inquietante e folle, che tuttavia strizza l'occhio alla pop-culture made in USA.
La trama narra l'incubo del giocatore di baseball McAllister, la cui gloriosa carriera di lanciatore subisce uno stop improvviso in seguito alla perdita della funzionalità del suo braccio. L'atleta é ovviamente disperato, ma un giorno viene a conoscenza di uno strano parco divertimenti chiamato Queen Christine's Dream Island, un luogo dove, secondo lo stereotipatissimo slogan, i sogni si avverano. Senza nulla da perdere, McAllister decide di raggiungere questo fantomatico Luna Park nella speranza di riottenere il suo braccio e la sua vita, ma qualcosa di inaspettato accade: in seguito ad un terribile incidente automobilistico il nostro strano eroe perde conoscenza e si ritrova in questo inquietante parco giochi infernale, dove pupazzi meccanici semoventi gli regalano un nuovo arto (che sembra proprio strappato ad un manichino) ma lo avvertono che ogni cosa ha il suo prezzo. Con un nuovo braccio capace di lanci ultraterreni, il lanciatore si dirige alla volta del castello che sovrasta il Luna Park, ovvero l'unica via per uscire da questo bizzarro mondo distorto.
Una trama decisamente originale ed accattivante per quello che invece é un gioco molto semplice e basilare nelle meccaniche: il tutto consiste nel lanciare palle da baseball a bersagli e creature che rischiano di farci la pelle. Ogni livello é costituito da una schermata fissa, dove dovremo eliminare gli avversari prima che ci raggiungano o ci colpiscano con attacchi a distanza. Potremmo anche paragonare tale schema di gioco ai vecchi Space Invaders o Siege, dove in sostanza aveva più importanza il tempismo e la gestione dei proiettili che non la mira in sé. Infatti, in Diabolical Pitch la mira é l'ultima cosa di cui preoccuparsi visto che é praticamente automatica. Se, infatti, c'é un solo bersaglio a video, non importa in quale direzione faremo il gesto di “lanciare la palla”: essa andrà comunque a segno; se invece i bersagli saranno numerosi, la direzione del nostro braccio determinerà quale degli oggetti o nemici verrà colpito. Dov'é quindi la difficoltà? Come già detto, il fulcro del gioco é nello scegliere il bersaglio più pericoloso in quel momento (che magari rischia di travolgerci o di lanciarci qualcosa) e soprattutto nel gestire al meglio la barra della fatica del personaggio. Dovremo quindi evitare di far troppi lanci inutili: se la fatica raggiungerà l'apice saremo impossibilitati a lanciare per diversi secondi, che possono rivelarsi fatali.
Inizialmente é tutto molto lento e facile, ma nei livelli avanzati bisognerà essere veloci, precisi e gestire al meglio sia i lanci che la scelta dei bersagli da colpire. Ovviamente non dovremo solo lanciare, visto che avremo a disposizione anche un bel calcione per liberarci dei nemici troppo espansivi (con la limitazione di tre calci per livello, ma ripristinabili tramite dei bonus) e diverse mosse difensive: portare entrambe le mani avanti per “stoppare” le palle offensive che ci vengono lanciate, due varianti della stessa mostra a destra e sinistra per i colpi ad effetto ed infine il salto e l'accovacciarsi per evitare le seghe circolari sparate da alcuni dei nemici più agguerriti. Inoltre abbiamo il lock-on manuale, che si effettua puntando un mirino con il braccio sinistro (o comunque quello non attivo) per poi lanciare la palla col destro. Tale mossa é utile contro alcuni tipi di avversari, nella fattispecie quelli col corpo di metallo (che devono quindi essere colpiti solo in testa) e contro quelli che ci bersagliano con missili a ricerca, da distruggere prima che ci raggiungano.
Infine dedichiamo un paragrafo al colpo che dà il titolo al gioco, il Diabolical Pitch. Si tratta di un colpo speciale da effettuare previo riempimento di un'apposita barra (basta uccidere i nemici); tale colpo si presenta in sei varianti acquistabili dal negozio ed equipaggaibili prima di ogni partita. All'inizio avremo solo la palla di fuoco ed il fulmine, due attacchi speciali dalle caratteristiche opposte, ma entrambe si attivano portando le due braccia in alto e poi facendo il gesto di lanciare, come se stessimo scagliando una sfera di energia o qualcosa del genere. Il colpo infuocato provocherà un grosso danno in una zona circoscritta, mentre il fulmine (che si ricarica anche più in fretta) é meno potente ma si propagherà tra i nemici vicini generando un ampio raggio d'azione. Le altre quattro varianti sbloccabili ve le lasciamo scoprire, diciamo solo che alcune si attivano diversamente e che una di esse era visibile nel famoso trailer live-action del gioco.
Diabolical Pitch ci offre solo cinque capitoli, ognuno dei quali comprende quattro stage, per un totale di venti livelli. In effetti sono pochi (ed anche brevi), ma la rigiocabilità é altissima: vi troverete a ripetere numerose volte gli stage sia per divertimento che per accumulare monete e sbloccare i tantissimi potenziamenti: dai nuovi attacchi speciali a una barra della fatica più ampia, passando per maggiore energia e bonus di punteggi e combo. Lo score attack é anch'esso una componente fondamentale del gioco, con le canoniche classifiche online.
La struttura di gioco, breve ed incalzante, ricorda prepotentemente le shooting gallery tipiche delle sale giochi e delle fiere di paese, nonché -guardcacaso- dei Luna Park, maledetti e non. Una volta esaurito lo story mode vi ritroverete a giocare anche solo per il gusto di farlo, e in tempi come questi non é affatto poco. Tra l'altro la modalità a due giocatori rende il tutto più frenetico e divertente, aggiungendo anche alcune meccaniche come gli attacchi speciali combinati e l'aiuto del partner morente, infatti prendendolo per mano é possibile trasferirgli parte della nostra energia.
Passiamo però ad un punto piuttosto delicato, ovvero i controlli. Come già accennato, la mira é praticamente automatica e calza bene in un'ottica di gioco “più tattico che di precisione”, ma anche in un titolo ben studiato come Diabolical Pitch la periferica Kinect mostra i suoi enormi limiti. Il lag del sensore di movimento Microsoft é presente anche qui, e se la cosa non pesa affatto durante la maggior parte del gioco, viene però a galla quando si va ad effettuare il lock-on manuale, o quando dobbiamo aspettare oltre un secondo per far attivare un colpo speciale. Talvolta può accadere che la rilevazione del movimento perda colpi anche in altre situazioni e questo é abbastanza fastidioso. Tutto sommato però, Suda51 ha trovato il modo di aggirare gran parte dei limiti di questa periferica, esattamente come fece con il Wiimote in No More Heroes.
Tecnicamente parlando, Diabolical Pitch ci offre una grafica di buon livello, soprattutto considerando gli standard Live Arcade. Il polycount e le textures non brillano, ma le atmosfere tetre e bizzarre sono rese ottimamente dagli ambienti decadenti e dagli avversari claudicanti; le scene di intermezzo poi risultano ben illustrate ed animate. Ovviamente la quantità di ambienti e personaggi é limitata, ma il gioco nella sua relativa semplicità non ne viene intaccato. Il sonoro ci offre musiche adeguate che spaziano dal funky all'horror, effetti curati (tesi ad aumentare il senso di soddisfazione nel distruggere bersagli e guadagnare monete) ed un doppiaggio tanto strano quanto calzante con l'atmosfera “malata” del gioco. Molto buoni i sottotitoli in italiano.
Suda ci ha sempre abituato ad atmosfere estremamente particolari e sottilmente inquietanti, sin dal bistrattato e rozzissimo (ma per certi versi pregevole) Michigan Report from Hell che già mostrava quel gusto per la cultura popolare americana e per il trash spinto che si é poi sviluppato appieno nei due splendidi No More Heroes su Wii. Amante della sperimentazione, il geniale game designer abbracciò in toto l'innovazione apportata dal controller di movimento Wiimote, utilizzandola al meglio senza renderla invasiva. Tutti questi aspetti li ritroviamo proprio in Diabolical Pitch: un titolo che sfrutta il sensore Kinect in maniera estensiva ma discreta, basando il gameplay più su delle meccaniche di tempismo e pianificazione che non sul movimento in sé. Ma é anche un gioco dotato di un setting inquietante e folle, che tuttavia strizza l'occhio alla pop-culture made in USA.
La trama narra l'incubo del giocatore di baseball McAllister, la cui gloriosa carriera di lanciatore subisce uno stop improvviso in seguito alla perdita della funzionalità del suo braccio. L'atleta é ovviamente disperato, ma un giorno viene a conoscenza di uno strano parco divertimenti chiamato Queen Christine's Dream Island, un luogo dove, secondo lo stereotipatissimo slogan, i sogni si avverano. Senza nulla da perdere, McAllister decide di raggiungere questo fantomatico Luna Park nella speranza di riottenere il suo braccio e la sua vita, ma qualcosa di inaspettato accade: in seguito ad un terribile incidente automobilistico il nostro strano eroe perde conoscenza e si ritrova in questo inquietante parco giochi infernale, dove pupazzi meccanici semoventi gli regalano un nuovo arto (che sembra proprio strappato ad un manichino) ma lo avvertono che ogni cosa ha il suo prezzo. Con un nuovo braccio capace di lanci ultraterreni, il lanciatore si dirige alla volta del castello che sovrasta il Luna Park, ovvero l'unica via per uscire da questo bizzarro mondo distorto.
Una trama decisamente originale ed accattivante per quello che invece é un gioco molto semplice e basilare nelle meccaniche: il tutto consiste nel lanciare palle da baseball a bersagli e creature che rischiano di farci la pelle. Ogni livello é costituito da una schermata fissa, dove dovremo eliminare gli avversari prima che ci raggiungano o ci colpiscano con attacchi a distanza. Potremmo anche paragonare tale schema di gioco ai vecchi Space Invaders o Siege, dove in sostanza aveva più importanza il tempismo e la gestione dei proiettili che non la mira in sé. Infatti, in Diabolical Pitch la mira é l'ultima cosa di cui preoccuparsi visto che é praticamente automatica. Se, infatti, c'é un solo bersaglio a video, non importa in quale direzione faremo il gesto di “lanciare la palla”: essa andrà comunque a segno; se invece i bersagli saranno numerosi, la direzione del nostro braccio determinerà quale degli oggetti o nemici verrà colpito. Dov'é quindi la difficoltà? Come già detto, il fulcro del gioco é nello scegliere il bersaglio più pericoloso in quel momento (che magari rischia di travolgerci o di lanciarci qualcosa) e soprattutto nel gestire al meglio la barra della fatica del personaggio. Dovremo quindi evitare di far troppi lanci inutili: se la fatica raggiungerà l'apice saremo impossibilitati a lanciare per diversi secondi, che possono rivelarsi fatali.
Inizialmente é tutto molto lento e facile, ma nei livelli avanzati bisognerà essere veloci, precisi e gestire al meglio sia i lanci che la scelta dei bersagli da colpire. Ovviamente non dovremo solo lanciare, visto che avremo a disposizione anche un bel calcione per liberarci dei nemici troppo espansivi (con la limitazione di tre calci per livello, ma ripristinabili tramite dei bonus) e diverse mosse difensive: portare entrambe le mani avanti per “stoppare” le palle offensive che ci vengono lanciate, due varianti della stessa mostra a destra e sinistra per i colpi ad effetto ed infine il salto e l'accovacciarsi per evitare le seghe circolari sparate da alcuni dei nemici più agguerriti. Inoltre abbiamo il lock-on manuale, che si effettua puntando un mirino con il braccio sinistro (o comunque quello non attivo) per poi lanciare la palla col destro. Tale mossa é utile contro alcuni tipi di avversari, nella fattispecie quelli col corpo di metallo (che devono quindi essere colpiti solo in testa) e contro quelli che ci bersagliano con missili a ricerca, da distruggere prima che ci raggiungano.
Infine dedichiamo un paragrafo al colpo che dà il titolo al gioco, il Diabolical Pitch. Si tratta di un colpo speciale da effettuare previo riempimento di un'apposita barra (basta uccidere i nemici); tale colpo si presenta in sei varianti acquistabili dal negozio ed equipaggaibili prima di ogni partita. All'inizio avremo solo la palla di fuoco ed il fulmine, due attacchi speciali dalle caratteristiche opposte, ma entrambe si attivano portando le due braccia in alto e poi facendo il gesto di lanciare, come se stessimo scagliando una sfera di energia o qualcosa del genere. Il colpo infuocato provocherà un grosso danno in una zona circoscritta, mentre il fulmine (che si ricarica anche più in fretta) é meno potente ma si propagherà tra i nemici vicini generando un ampio raggio d'azione. Le altre quattro varianti sbloccabili ve le lasciamo scoprire, diciamo solo che alcune si attivano diversamente e che una di esse era visibile nel famoso trailer live-action del gioco.
Diabolical Pitch ci offre solo cinque capitoli, ognuno dei quali comprende quattro stage, per un totale di venti livelli. In effetti sono pochi (ed anche brevi), ma la rigiocabilità é altissima: vi troverete a ripetere numerose volte gli stage sia per divertimento che per accumulare monete e sbloccare i tantissimi potenziamenti: dai nuovi attacchi speciali a una barra della fatica più ampia, passando per maggiore energia e bonus di punteggi e combo. Lo score attack é anch'esso una componente fondamentale del gioco, con le canoniche classifiche online.
La struttura di gioco, breve ed incalzante, ricorda prepotentemente le shooting gallery tipiche delle sale giochi e delle fiere di paese, nonché -guardcacaso- dei Luna Park, maledetti e non. Una volta esaurito lo story mode vi ritroverete a giocare anche solo per il gusto di farlo, e in tempi come questi non é affatto poco. Tra l'altro la modalità a due giocatori rende il tutto più frenetico e divertente, aggiungendo anche alcune meccaniche come gli attacchi speciali combinati e l'aiuto del partner morente, infatti prendendolo per mano é possibile trasferirgli parte della nostra energia.
Passiamo però ad un punto piuttosto delicato, ovvero i controlli. Come già accennato, la mira é praticamente automatica e calza bene in un'ottica di gioco “più tattico che di precisione”, ma anche in un titolo ben studiato come Diabolical Pitch la periferica Kinect mostra i suoi enormi limiti. Il lag del sensore di movimento Microsoft é presente anche qui, e se la cosa non pesa affatto durante la maggior parte del gioco, viene però a galla quando si va ad effettuare il lock-on manuale, o quando dobbiamo aspettare oltre un secondo per far attivare un colpo speciale. Talvolta può accadere che la rilevazione del movimento perda colpi anche in altre situazioni e questo é abbastanza fastidioso. Tutto sommato però, Suda51 ha trovato il modo di aggirare gran parte dei limiti di questa periferica, esattamente come fece con il Wiimote in No More Heroes.
Tecnicamente parlando, Diabolical Pitch ci offre una grafica di buon livello, soprattutto considerando gli standard Live Arcade. Il polycount e le textures non brillano, ma le atmosfere tetre e bizzarre sono rese ottimamente dagli ambienti decadenti e dagli avversari claudicanti; le scene di intermezzo poi risultano ben illustrate ed animate. Ovviamente la quantità di ambienti e personaggi é limitata, ma il gioco nella sua relativa semplicità non ne viene intaccato. Il sonoro ci offre musiche adeguate che spaziano dal funky all'horror, effetti curati (tesi ad aumentare il senso di soddisfazione nel distruggere bersagli e guadagnare monete) ed un doppiaggio tanto strano quanto calzante con l'atmosfera “malata” del gioco. Molto buoni i sottotitoli in italiano.
Diabolical Pitch
7.5
Voto
Redazione
Diabolical Pitch
L'ultima creatura di Goichi Suda lotta strenuamente contro le pesanti limitazioni del Kinect e tenta di aggirarle nei modi più subdoli, riuscendo parzialmente nell'impresa. Intrisa di salsedine e zucchero filato incrostato, questa breve esperienza tecnoludica ci offre un viaggio onirico negli incubi di un lanciatore, a metà strada tra il mondo del baseball e quello del “tre palle un euro” tipico dei giostrai. E Diabolical Pitch é proprio questo: pagate i vostri 10 euro e potete fare quanti tiri volete nell'inquietante Luna Park di Suda 51, vincendo non peluche o pesci rossi ma potenziamenti da sbloccare e punteggi stratosferici di cui vantarsi, per poi tornare di nuovo a lanciare la palla. La profondità di gioco é quella che é ma il divertimento é assicurato.