Die Hard: Nakatomi Plaza

Die Hard Nakatomi Plaza
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Die Hard: Nakatomi Plaza
Durante il gioco capita di assistere a dialoghi tra i terroristi: lo sviluppo della storia passa anche attraverso di loro

Le armi, divise tra primarie e secondarie, includono una pistola semi-automatica 9 mm, tre diversi tipi di fucile mitragliatore, bombe accecanti e un fucile da cecchino, utile per
Oltre a questi gingilli (che curiosamente potremo portare comodamente tutti quanti nelle nostre tasche senza risentirne in fatto di peso), in giro per i livelli potremo raccogliere altri oggetti, da utilizzare necessariamente per completare determinati obiettivi: estintori, tenaglie, accette, ecc. Da segnalare anche il nostro caro distintivo da "sbirro", da mostrare in caso di necessità, e un formidabile accendino Zippo dalla capacità di fuoco infinita!

IL CARISMA DEL PROTAGONISTA
Una caratteristica originale di Nakatomi Plaza riguarda gli indicatori per lo stato di benessere del nostro uomo, i quali sono divisi tra "salute" (raffigurata da un cuore), "stamina" (polmoni) e "morale" (cervello). Il primo indicatore rappresenta il livello delle ferite di Roy, le quali possono essere curate raccogliendo appositi medi-kit sparsi per i livelli; la stamina invece rappresenta l'energia a disposizione per correre e saltare, e può essere ripristinata semplicemente stando fermi per un po', in modo così da riposarsi e "riprendere fiato". Il terzo indicatore, infine, rappresenta una novità negli FPS (almeno da quanto ne so io): in pratica, si tratta del grado di pericolosità che siamo riusciti a conquistare presso i terroristi, per cui più nemici elimineremo (e più la nostra mira sarà corretta), più gli avversari ci temeranno e si comporteranno di conseguenza, il che significa una tendenza a scappare o a nascondersi anziché a scoprirsi e venirci improvvisamente addosso.

COMMENTO
Cosa dire? Nakatomi Plaza è assolutamente consigliato agli amanti dei FPS "tradizionali", dai quali non si discosta neanche di un millimetro presentando livelli densi di azione "shoot-em' up" totalmente slegati tra loro, enigmi banali ma che richiedono un minimo di colpo d'occhio e un pizzico di elemento esplorativo limitato purtroppo dalla "sindrome di Undying": questo significa che in un corridio con otto porte chiuse, solamente due o tre si potranno effettivamente aprire, mentre le altre serviranno solo a fare scena...
Buona l'atmosfera di tensione che si respira nel corso di tutta l'avventura, mentre per quanto riguarda la trama, definirla lineare sarebbe addirittura riduttivo: peccato perché sarebbe stato divertente poter decidere noi stessi la strada migliore per arrivare ad Hans, oppure poter cambiare con le nostre azioni il finale del gioco.
Comunque, la storia in sé è molto varia e non risulta mai banale o noiosa, grazie anche ad alcuni colpi di scena in punti strategici dell'avventura e al coinvolgimento nell'azione di un po' tutti i personaggi chiave della pellicola. Gli ambienti, inoltre, saranno anche slegati tra loro ma sono sempre molto vari e ottimamente caratterizzati, e ci sono pure alcune fasi di gioco assolutamente originali, come quando dovremo fronteggiare un incendio sviluppatosi in un piano del grattacielo, o quando all'interno di un bagno, circondati dai terroristi, viene improvvisamente a mancare la luce...

TECNICISMI & CO.
Graficamente parlando, in generale Nakatomi Plaza alterna momenti esaltanti ad altri meno "felici", mentre risulta sempre apprezzabile l'illuminazione degli ambienti, la quale contribuisce in maniera significativa a mantenere alta l'atmosfera di suspense.
Peccato che i livelli non siano un po' più grandi: da questo punto di vista, ma anche per quanto riguarda la complessità dei modelli 3D e i cosiddetti "effetti speciali" (effetto dei vetri che si rompono, dell'acqua che esce dagli impianti antincendio, del fumo e del fuoco, ecc.), il LithTech mostra oramai tutti i suoi limiti. Belli invece i riflessi nei vetri, ma il fatto che gli specchi non svolgano la loro funzione non è molto positivo (persino il buon vecchio Duke Nukem 3D li aveva!).
Ottime le texture, tutte molto ben definite, e di grande effetto le tracce lasciate dalle pallottole sui muri, così come le chiazze di sangue sugli stessi. Le animazioni dei cattivoni, infine, sono generalmente ben realizzate, anche se in certi casi si sente la mancanza di qualche fotogramma di più.

La giocabilità si mantiene costantemente su ottimi livelli, grazie soprattutto agli scontri a fuoco intriganti ed impegnativi: i nemici, infatti, non si limitano a spararci addosso ma si nascondono, a volte fuggono, alle volte ci saltano letteralmente addosso e altre volte addirittura cambiano arma durante lo scontro a fuoco! La loro IA è generalmente buona e tiene conto della famosa "morale", di cui si parlava nel corso dell'articolo. I terroristi hanno la pelle estremamente dura e non si riesce mai ad eliminarli al primo colpo, a meno che non si miri alla testa: questo lascia intendere l'implementazione di un sistema di ferite "a zone", anche se molto, molto elementare: non capiterà mai, infatti, di vedere un nemico zoppicare o strisciare per terra.

Per quanto riguarda l'aspetto audio, le musiche sono realizzate discretamente e svolgono molto bene il loro ruolo di accompagnamento all'azione, variando di intensità a seconda di ciò che accade durante il gioco; peccato per la mancanza di una colonna sonora vera e propria. Buoni anche gli effetti sonori, ad eccezione di alcuni "versi" di Roy, mentre le voci potevano sicuramente essere un po' più carismatiche, a partire da quella del nostro eroe (testata la versione inglese del gioco).

CONCLUSIONI
Insomma, a conti fatti il problema principale di Nakatomi Plaza consiste nella longevità, la quale risente pesantemente di alcune scelte di base da parte dei programmatori. La linearità dell'avventura e la relativa brevità della stessa, infatti, ne pregiudicano l'effettivo interesse a lungo termine: a livello di difficoltà "normale" si riesce a portare a termine il gioco in una-due settimane al massimo, dopodichè non ci sono sufficienti spunti di interesse per mantenerlo installato sul proprio Hard Disk. A questo proposito, il mio consiglio è quello di non sforzarsi troppo per riuscire a terminare l'avventura nel minor tempo possibile, ma di gustarsi invece con calma ogni singolo livello, senza affaticarsi troppo e cercando di seguire attentamente gli sviluppi della storia, la quale come detto riserva parecchi colpi di scena.
Die Hard: Nakatomi Plaza
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Die Hard: Nakatomi Plaza

Dopo la preview del mese scorso (che trovate esattamente linkehttp://gamesurf.tiscali.it/dynamic/pagina/CHIAVE/dieh1627100802102/TIPO_PAGINA/previewQUI), siamo finalmente riusciti a mettere le mani su una versione recensibile del gioco. Diciamo subito che le premesse che trasparivano dalla demo sono state rispettate in pieno, con tutti i pregi e i difetti che questo comporta: Nakatomi Plaza è infatti indicato soprattutto agli appassionati dei First Person Shooter "tradizionali", dove gli enigmi da risolvere si limitano al classico "trova l'oggetto usa l'oggetto", la componente esplorativa è ridotta ai minimi termini (e allo stretto indispensabile) e la vera sostanza del gioco consiste nello sparare a tutto quello che si muove sullo schermo. Per il resto, la grafica è più che accettabile (nei limite del LithTech engine), il sonoro sufficientemente curato e la giocabilità decisamente alta grazie all'azione incessante e agli scontri a fuoco impegnativi, sinonimo di un'Intelligenza Artificiale dei cattivoni al di sopra della media. Peccato per la bassa longevità: Nakatomi Plaza è divertente fin quando dura, ma non aspettatevi di rigiocarlo una volta che lo avrete terminato.