Die Hard Trilogy 2: Viva Las Vegas

Die Hard Trilogy 2 Viva Las Vegas
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Quando ancora i poligoni erano vettori, il bitmap era l'unica vera fonte di divertimento e il videogioco passava dalle mani del C64 all'Amiga, transitando per le console del periodo (Megadrive su tutti), il panorama videoludico vedeva un prolificare imbarazzante del "tie-in", termine ormai in disuso quanto i titoli che lo rappresentano. "Tie-in" significava conversione cinema-videogioco, una ricetta che nella maggior parte dei casi fruttava titoli mediocri tipicamente multievento, per i quali i maggiori investimenti erano dedicati all'acquisto della licenza di turno a scapito della qualità ultima del prodotto. Ultimi esemplari risalgono a pochi anni fa, ormai soltanto sporadici i titoli dedicati ad una pellicola. Uno dei pochi casi di tie-in, però, che possono vantare una qualità relativamente buona, se non ottima, é stato Die Hard Trilogy, ispirato appunto alla serie cinematografica che vedeva uno dei Bruce Willis più duri che si ricordino. Ad anni di distanza, la "trilogia" ritorna per un appuntamento esclusivamente ludico che ci porta in quel di Las Vegas, dove gli eventi travolgeranno il nostro eroe
Die Hard Trilogy 2: Viva Las Vegas
La rivolta nella prigione è appena cominciata

VIVA LAS VEGAS
John McClane, famoso poliziotto e peggior incubo che i terroristi abbiano mai avuto, si aggira per le strade di Las Vegas sia come cacciatore che come preda. Invitato alla Neon City da Kenny Sinclair, un vecchio amico che esercitava in polizia con McClane a New York, McClane finisce diritto in un mare di guai
Sinclair é stato assunto come guardiano nella nuova Grande Prigione Mesa di Las Vegas e venedrì festeggerà con un party in suo onore. Vuole che McClane sia con lui per condividere la sua gioia. A quel party, McClane ha solamente partecipato, ed é rimasto impressionato sulla strada che ha fatto Kenny. Il suo amico vive bene. Le luci al neon colorano la città, e le celle sono così nuove che non hanno nemmeno quell'odore che ricorda a McClane il suo appartamento a New York. Sinclair parla di Klaus Von Haug, il terrorista rinchiuso nella cella B-202, quindi presenta McClane a Reese Hoffman, il proprietario di uno dei migliori casinò di Las Vegas. Ma prima che il party abbia inizio, scoppia una sommossa alla prigione e John McClane é impegnato in una brutta situazione, é impegnato a mettere a terra carcerati, a inciampare tra terroristi e a darsi da fare nella città che non muore mai. A Las Vegas tutti sanno che il banco vince sempre: John McClane si trova in un posto sconosciuto, non é a suo agio e di sicuro non é il momento fortunato. Ma McClane é un duro, e ce la può fare. E' Las Vegas, in stile McClane. Questa scommessa é al limite, e la porta é sempre pronta a bussare alla porta. Il detective é pronto a lasciarci la pelle, ma prima si vuole assicurare di farli fuori tutti. Per questo salirà con big John, per impossessarsi dell'arsenale che trova, e comincerà a contare i colpi..
Die Hard Trilogy 2: Viva Las Vegas
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Die Hard Trilogy 2: Viva Las Vegas

Mentre Nvidia e 3dfx continuano a sfornare con frequenze sempre maggiori schede grafiche e GPU dalla potenza di una vera e propria workstation, sul mercato si presentano ancora titoli per i quali sarebbe del tutto sufficiente un vecchio computer con un acceleratore grafico di due generazioni fa. I programmatori, in Viva Las Vegas, non hanno sostanzialmente toccato l'impianto tecnico-visivo che risulta tanto vecchio da penalizzare irrimediabilmente tutto il gioco. E questo è un paradosso, perché proprio la sostanziale mediocrità del titolo lo rende divertente, poco impegnativo nel senso migliore del termine, un ritorno al nudo passatempo di una volta. Ma questo, ormai, non è accettabile, soprattutto quando per 100 biglietti da mille ci si porta a casa un vero e proprio spettacolo tecnologico come Quake III o un'avventura veramente rivoluzionaria come The Nomad Soul. Insomma, l'ideale sarebbe provarlo per un po', senza impegno, ma in caso contrario nessuno ci farà poi molto caso.

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