Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII

di Tommaso Alisonno
Sono passati tre anni da quando Meteor, il bolide siderale evocato da Sephiroth tramite la Black Materia, ha ridotto in brandelli la metropoli ipertecnologica di Midgar, e la sua furia distruttiva non si sarebbe arrestata se il suo evocatore non fosse stato sconfitto da un gruppo di eroi capitanati da Cloud Strife. Vincent Valentie, il più solitario e misterioso della squadra, siede in una locanda di Kalm mentre all'esterno impazza una festa di paese: la vita sociale non lo interessa, e attende solo di incontrarsi con Reeve, l'eminenza grigia dietro alle azioni del suo "amico" Caith Sith nonché attualmente principale comandante dell'opera di ricostruzione del mondo straziato dagli abusi della Shinra. Improvvisamente, la gioia della festa viene interrotta dalla caduta di un missile: capitanati dai terribili Tsviets, un esercito di soldati potenziati col Mako (la forma più pura di energia estraibile dalla terra) di nome Deepgrounds aggrediscono la popolazione inerme, catturando e uccidendo apparentemente senza logica distinzione. Vincent dovrà prendere in mano la sua fida pistola a tre bocche da fuoco, denominata infatti "Cerberus", per difendere se stesso e il mondo da questa nuova minaccia, senza sapere che tutti i nodi faranno poi capo ai segreti del suo passato.


Dirge of Cerberus è lo sparatutto in semi-soggettiva che la Square-Enix ha sviluppato ambientandolo nel mondo di Final Fantasy VII. Siamo pertanto al cospetto di un FPS e non di un gioco di ruolo, per quanto alcuni elementi di gameplaying, come le statistiche di Vincent e delle sue armi, seguiranno comunque una progressione molto JRPG-oriented. In praticamente tutta la vicenda guideremo il buon Vincent (fatta eccezione per un'unica missione in cui assumeremo i panni di Caith Sith) impegnato a fronteggiare i Deepgrounds e vomitar loro contro tonnellate di piombo, cercando naturalmente di non farsi accoppare a sua volta. La Cerberus sarà in effetti l'arma principale a sua disposizione, e potrà essere nel tempo modificata e potenziata, ma ad essa si affiancheranno anche un fucile a lunga gittata e una mitragliatrice a corto raggio, più eventuali altre armi segrete. Inoltre, mediante l'utilizzo dei "Materia" di fuoco, fulmine e freddo, V.V. potrà effettuare attacchi ad area o con effetti particolari sul bersaglio.
Il sistema di controllo è piuttosto semplice ed immediato, anche perché le movenze a disposizione di Vivì non sono poi tante: il pistolero potrà muoversi nelle quattro direzioni tramite l'analogico sinistro e guardarsi intorno tramite il destro, compiere salti (doppi) e scatti per evitare il fuoco nemico, ed infine accucciarsi per sfruttare eventuali coperture o passare sotto soffitti bassi. I due tasti di fuoco (normale e magico) serviranno anche a far comparire il mirino, ed in questa modalità il gioco farà in modo di spostare l'inquadratura in modo che il modello del protagonista non vada mai ad intralciare la visuale di tiro; sarà inoltre possibile passare ad una visuale in prima persona, utile soprattutto per il cecchinaggio. Dulcis in fundo, Vincent potrà combattere in corpo a corpo, mediante una semplice combinazione d'attacchi effettuabili con un unico tasto. Chiudono la parata il tasto per ricaricare l'arma, quello per cambiarla e quello per accedere al menù (cosa che mette il gioco in pausa solo a livello di difficoltà "normale"), più la croce direzionale utilizzata per visualizzare la mappa, selezionare ed utilizzare gli Item dall'inventario. È importante segnalare che, nel caso ne possediate, potrete collegare alla PS2 una tastiera ed un mouse USB e controllare Vivì tramite quelli.

Tecnicamente parlando, DoC non è eccezionale, ma neanche da buttar via. Certo è che se tutto il gioco fosse a livello dei suoi stessi filmati in CG saremmo di fronte a qualcosa di incredibile (la qualità di questi è infatti paragonabile ad Advent Children), ma sarebbe puerile negare che la differenza è tale che quando dall'introduzione si passa al gioco vero e proprio, beh... la pelle ci si accappona un po'! Facendo l'occhio al tutto e cercando di non essere troppo prevenuti, ci si accorge che a prescindere la grafica non è poi così malvagia, tutt'altro: i modelli 3D sono realizzati piuttosto bene, e sicuramente egregiamente animati, ovviamente con un occhio di riguardo per Vincent e gli altri personaggi principali, amici o nemici che siano. La texturizzazione non è particolarmente curata, ma il motore grafico compensa ampiamente con un ottimo impiego dell'illuminazione in tempo reale, tanto che i modelli dei Deepgrounds e degli Tsviets, attraversati da strisce di Mako, hanno ottimi effetti intorno alle strisce azzurre. Gli ambienti sono decisamente vasti, ed il gioco non interrompe mai l'azione per i caricamenti, operando un caching piuttosto frequente ma indolore; slo durate alcune cinematiche ambientate su diversi ambienti i caricamenti divengono un po' troppo frequenti. Infine, il frame rate si mantiene sempre elevato anche con numerosi modelli ed effetti su schermo, non ultimi i vari indicatori di danno numerico sulle teste dei nemici.


Niente da eccepire, invece, per quanto concerne il comparto audio, se non una singola, nostalgica, osservazione: tra tutte le pregevoli musiche che sono state realizzate, non ultime le due canzoni di Gackt dei Nippon Crows, non è stato trovato lo spazio per nessuna delle musiche dell'originale FFVII, neppure per quelle musiche "storiche" (come il tema d'introduzione o il jingle di fine battaglia) che sarebbe lecito aspettarsi in qualsiasi gioco legato in qualche modo al multiverso di FF. I doppiaggi saranno disponibili solo in Americano (niente Giapponese o Italiano pertanto), ma saranno tutti di altissimo livello, dalla voce cupa di Vincent, a quella cristallina di Yuffie, a quella monotona di Shelke a quelle dall'accento vagamente est-europeo dei Tsviets (l'accostamento mentale è ovvio), fino alle voci robotiche dei Deepgrounds comuni. La traduzione del testo in Italiano è discreta, nel senso che non presenta errori grammaticali o imprecisioni di sorta, ma qualche cosa qua e là fa intuire che i traduttori non avevano la stessa esperienza di FFVII che potrebbero avere i giocatori... un esempio: "Weapon" tradotto in "Arma", mentre le Weapon di FF, che hanno questo nome anche in Giapponese, sono creature di proporzioni titaniche.
La giocabilità di DoC è semplice è immediata: a parte la presenza di un lungo ed esaustivo tutorial, il quale tra l'altro ci assegnerà un punteggio e ci consiglierà un livello di difficoltà a cui cimentarci, è infatti vero che nella stragrande maggioranza del gioco ci troveremo impegnati a saltare qua e là scaricando proiettili contro i nemici, il ché si riassume all'utilizzo continuativo di un numero esiguo di controlli. La storia è suddivisa in "capitoli", al termine dei quali ci verrà assegnato un punteggio che potrà essere convertito in Esperienza (per potenziare Vincent) o aggiunto alla riserva di denaro raccolto sul campo (per acquistare oggetti o effettuare l'upgrade delle armi). Se è vero che a livello Normale le cose saranno abbastanza semplici da consentirci di operare uno sviluppo "parallelo" dei due parametri, è pur vero che a livello Difficile i nemici saranno decisamente più numerosi e robusti obbligandovi a curare maggiormente il lato "personale", costringendovi tra l'altro a centellinare gli item in modo da avere più soldi per l'upgrade. Dopo aver terminato il gioco la prima volta, inoltre, si renderà disponibile il livello di difficoltà massimo, in cui però sarà possibile importare le armi con cui avete concluso la partita precedente (un po' come dire "l'arma ce l'hai già a posto, pensa a pompare Vincent").

L'intelligenza artificiale non brilla, in quanto i nemici si limitano a scaricare proiettili contro Vivì o a compiere poche altre azioni preimpostate in specifiche situazioni; per i boss il vero problema sarà fondamentalmente la necessità di apprendere le loro varie forme di attacco e difesa in modo da evitare le prime e infrangere le seconde, ma per il resto tenderanno comunque ad avere un comportamento più schematico, sebbene decisamente più vario. Il sistema di salvataggio memorizza automaticamente i progressi al raggiungimento di determinati checkpoint, ai quali è possibile tornare in qualsiasi momento per riprendere la storia da lì; sarà inoltre possibile effettuare un "salvataggio temporaneo", che però ci porterà automaticamente al menù principale e, se ricaricato, si auto-cancellerà (il gioco, insomma, ci consente di interrompere la partita in qualsiasi momento, ma non di salvare dopo ogni soldatino ucciso). Nel complesso, il gioco è piuttosto accalappiante, sebbene alle basse difficoltà un po' troppo facile, ma anche per questo è studiato per essere giocato più volte, tutto o in parte, anche perché tra una cosa e l'altra lo si porta a termine in circa una quindicina di ore. A rendere le cose particolarmente piacevoli è la bellissima trama, basata fondamentalmente sul passato di Vincent e della dottoressa Lucretia e sulle ripercussioni di questo passato sulla crisi del presente. I nuovi personaggi sono tutti ben delineati, a tratti stereotipati ma in generale gradevoli, mentre i "vecchi eroi" avranno tutti la loro compartecipazione, chi vasta (come Yuffie o Caith Sith), chi un po' meno (come RedXIII).

Una cosa che non è possibile tacere su DoC è che con tutti i suoi pregi e difetti sia comunque un gioco estremamente di nicchia, vale a dire che è dedicato ad una porzione decisamente ristretta degli utenti: per apprezzare appieno questo gioco è necessario essere dei fan sfegatati di FFVII o perlomeno conoscerne bene la storia, soprattutto la parte riguardante di Vincent che, lo ricordiamo, era addirittura un personaggio segreto; inoltre bisogna avere perlomeno un po' in simpatia il genere FPS "arcade" (quelli ossia che se ne fregano del realismo), ed infine accettare l'idea che il gioco a cui ci troviamo al cospetto, beh... non è un "vero e proprio" Final Fantasy, anzi: praticamente non è proprio un Gioco di Ruolo! Quanti giocatori ci sono al mondo che soddisfano tutti questi requisiti? Sicuramente non tantissimi, ed in effetti questo è un peccato, perché Dirge of Cerberus forse non sarà un capolavoro, ma è comunque un titolo che per trama e divertimento merita sicuramente di essere giocato. Detto questo, meditate voi se procedere all'acquisto: perlomeno fungerà da "palliativo" alla sete di FF in generale e di un remake di FFVII in particolare...

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