DiRT 4
Codemasters è nota agli appassionati di rally (e non solo) per la sua serie di titoli che dalla fine degli anni ’90 si è (quasi) sempre posizionata sulla cresta dell’onda del genere. A partire dal primo Colin McRae Rally per poi proseguire con la serie Dirt, gli appassionati di rally hanno sempre potuto contare su una valida alternativa ad ogni uscita della Casa inglese.
Ultimamente, specialmente con la serie Dirt, gli sviluppatori avevano imboccato una strada forse un tantino troppo arcade facendo storcere il naso dei puristi che andavano cercando qualcosa di più aderente alla realtà. Dirt 3, in particolare, era sembrato un po’ troppo orientato a una esperienza di guida scanzonata, poco impegnativa, lontano da quello che ci si aspetterebbe da una produzione Codemasters, quindi l’anno scorso avevamo accolto a braccia aperte Dirt Rally, il quale aveva riportato un po’ di rigore e simulazione in un panorama troppo contaminato dalla facilità di approccio.
Dirt 4, come vedremo, fa tesoro di tutta l’esperienza cumulata fino ad oggi proponendo un titolo adatto a tutti. Curiosi di sapere come? Continuate a leggere!
Dilemma
La prima scelta che il giocatore deve effettuare è relativa allo stile di guida: arcade (à la Dirt 3, per intenderci) oppure simulativo (riprendendo quindi quanto di buono proposto in Dirt Rally). Le due opzioni, unite alla solita scalabilità degli aiuti alla guida, si prefiggono l’obiettivo di plasmare lo stile di guida e il livello di difficoltà sulle esigenze di ogni giocatore, partendo dalla Dirt Accademy, dove con utili filmati vengono spiegate le tecniche di base per padroneggiare i cavalli delle vetture a disposizione sui vari terreni. Il risultato è davvero sorprendente, capace di colpire nel segno e non escludere nessuno dal poter apprezzare appieno il gioco, includendo sia i giocatori occasionali, sia i puristi del rally professionistico.
Le modalità di gioco di Dirt 4 sono sostanzialmente quattro (più una): Rally, Land Rush, RallyCross, Historic Rally, senza dimenticare le sfide che potrete affrontare in Asso del Volante.
Rally ed Historic Rally sono sostanzialmente la stessa competizione, con l’unica differenza rappresentata dalle vetture che potrete scegliere, mentre Land Rush e RallyCross sono sfide in circuito tra trucks americani e dune baggy oppure auto da rally rispettivamente.
In asso del volante invece avrete modo di misurarvi contro il tempo nel ranch della Dirt Accademy in sfide più o meno articolate che comprendono l’abbattere dei blocchi piuttosto che competare il percorso nel minor tempo possibile.
Poche ambientazioni
Passando a descrivere l’anima del gioco, il rally, va detto che scegliendo lo stile di guida simulativo, togliendo man mano gli aiuti alla guida e magari impiegando un buon volante, sarà impossibile non rimanere ammaliati dal modello di guida proposto in questo Dirt 4. Gareggiare in una delle infinite tappe (create sul momento), scegliendo da decine di orari di partenza e una dozzina di condizioni meteo, gareggiare su un tracciato spagnolo su asfalto, piuttosto che trovarsi in Galles in una mattina nebbiosa con visibilità ridotta al minimo, senza dimenticarsi le innevate lande svedesi, magari di notte con la sola luce dei vostri fari, sono poche delle infinite possibilità che vi ritroverete di fronte, tutte estremamente divertenti e impegnative. A complicarvi ulteriormente la vita è l’assenza del tasto rewind, che era stato eliminato dallo scorso Dirt Rally e volutamente non è stato reintrodotto qui.
Peccato solo per il numero di ambientazioni, Australia, Svezia, Galles, Michigan e Spagna, che, se da un lato ripercorrono più o meno tutte le possibili combinazioni di fondo stradale, dall’altro lasciano l’amaro in bocca per aver dimenticato il prestigio di Montecarlo, piuttosto che le tortuose strade asfaltate del rally di Corsica o i velocissimi sterrati finlandesi. Probabilmente tutto questo è causato dalla mancanza della licenza ufficiale WRC, ma rimane indubbia la pochezza di cinque sole ambientazioni.
Per chi volesse estendere l’esperienza di guida ci sono anche le gare in circuito, dove la sfida sarà contro avversari “fisici”invece che il solito cronometro, eventi utili per spezzare la monotonia di fondo dei giochi di rally che potrebbe venire a galla con il tempo. In questo caso i circuiti sono poco meno di una decina, ma riproduzioni di tracciati realmente esistenti.
Parco auto
Le vetture disponibili sono oltre cinquanta: sembra che Codemasters abbia riproposto la gran parte delle vetture modellate sin qui dagli albori di Colin McRae Rally fino ad oggi, includendo (giusto per menzionarne alcune) le contemporanee 208, DS3, Mini Countryman, Polo, Fiesta, senza dimenticare le glorie degli scorsi decenni come Impreza, Lancer, 306 Maxi, Ibiza kitcar, Escort, Sierra, per poi finire con un tributo alle vecchie glorie come Mini Cooper S, Fulvia HF, Escort MK II, Stratos, 037, 131 Abarth, finendo invece con i famigerati gruppi B che rispondono al nome di Ford RS200, MG Metro, Lancia Delta S4, Peugeot 205 e Audi Sport Quattro.
Se a tutte queste aggiungete anche i Larock 2xr Buggy, i Jackson pro truck 2 e 4 e le Speedcar Xtrem, se aggiungiamo che ogni veicolo ha caratteristiche uniche, potete capire come il gioco sia in grado di regalare esperienze di gioco ogni volta differenti. Padroneggiare una cattivissima 306 Maxi regala sensazioni molto differenti rispetto a una potentissima Impreza WRX, senza menzionare i cavalli imbizzarriti della Delta S4...
Gemme di realismo
Quanto questo Dirt 4 sia votato al realismo lo si evince dai dettagli: innanzi tutto le condizioni meteo dinamiche, senza dimenticare che di tanto in tanto, lungo una tappa, vi capiterà di imbattervi in un triangolo pochi metri prima di una vettura in panne a lato del percorso, mentre forare una gomma potrà rendere la vettura più o meno instabile a seconda che si tratti di una ruota motrice oppure non. E sarà a vostra discrezione la scelta di procedere con la ruota a terra a ritmo ridotto, piuttosto che fermarsi per riparare la macchina per poi proseguire al 100%.
È presente anche una sezione manageriale del titolo, con selezione degli ingegneri di macchina, la scelta degli sponsor con obiettivi annessi, i quali porteranno crediti aggiuntivi nel caso in cui vengano raggiunti.
Tecnica in sintesi
La grafica delle vetture è splendida, con modelli poligonali davvero ben confezionati, sporco progressivo, danneggiamenti un po’ datati e grafica delle ambientazioni migliorabile a causa di texture forse non eccelse, ma va detto che difficilmente rimarrete immobili ad ammirare il panorama. Splendidi gli effetti particellari e luminosi, a partire dall’illuminazione dei fari nelle tappe notturne per finire con le fiammate della marmitta. Una chicca sarà evidente ogni vota che la vostra vettura entrerà in contatto con una sponda laterale: la visuale diventerà offuscata mentre si solleverà una nuvola di polvere a testimonianza della drammaticità del momento. Il tutto senza rallentamento alcuno, a vantaggio della giocabilità.
Il sonoro, infine, si manifesta in tutto il suo splendore con campionamenti dei motori diversi gli uni dagli altri, con i tipici borbottii dei motori sovralimentati in rilascio, il tutto che assume tonalità differenti a seconda della visuale, che sia interna oppure esterna. Encomiabile, infine, il riverbero percepito passando all’interno di un centro urbano, con muri da ambo i lati a far rimbombare il ruggito del vostro motore.
Concludiamo con le musiche che accompagnano il menu principale, tra cui figurano anche hit contemporanee a testimonianza di quanta importanza sia stata data a anche a questo dettaglio.
Voto
Redazione