Disciples II: Dark Prophecy
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Uno dei generi in declino è senz'ombra di dubbio quello dei giochi strategici a turni, che hanno perso la loro personale battaglia contro i più diffusi ed apprezzati strategici in tempo reale, eppure ogni tanto accade che qualche sviluppatore torni sul tema con l'obiettivo di rinverdire i vecchi fasti e accontentare i videogiocatori ancora appassionati di questo genere di giochi.
Uno di questi sviluppatori è Strategy First che ha pubblicato il seguito di uno dei suoi giochi più celebrati, stiamo parlando di Disciples II: Dark Prophecy lo strategico a turni con ambientazione prettamente fantasy e con qualche elemento caro alla saga di Final Fantasy.
Lo sforzo di Strategy First è encomiabile, ma sorge il legittimo dubbio sulla scelta del periodo, visto che in questi giorni stanno per uscire grossi calibri, primo fra tutti un certo Warcraft III, che sicuramente calamiterà tutta l'attenzione su di se, e c'è da scommetterci che lascerà solo le briciole ai concorrenti, in realtà il gioco sarebbe dovuto uscire già un anno fa, ma molte volte i ritardi si sommano dando vita a queste imbarazzanti situazioni.
Ma torniamo a Disciples II che prevede una modalità in Singleplayer particolarmente interessante per via delle quasi 30 missioni di cui è composto il gioco e grazie ad un particolare ed innovativo sistema di Quest che per come sono strutturate fa somigliare il gioco ad un RPG.
Inoltre il particolare sistema di combattimento lo fa somigliare, per certi versi, alle fortunate produzioni della SquareSoft.
La trama parte da una decina di anni dopo gli eventi narrati nel precedente capitolo, che ha visto le razze degli umani, dei Dwarves, dei demoni e dei non morti, impegnati in un'epica battaglia per la conquista della supremazia totale.
Ora la guerra è finita ma quello che rimane non è il massimo della stabilità e proprio da queste premesse inizia la nostra avventura; da questo momento iniziano le varie campagne, diverse per ogni fazione, e che si rivelano piuttosto complesse ed intrigate.
Il sistema prevede la generazione casuale (anche se collegata al contesto narrativo in cui ci trova) di sfide collegate le une con le altre quasi a formare una catena d'eventi, che devono essere tutte concluse positivamente per ottenere il raggiungimento dell'obiettivo.
Le sfide consistono di solito, nel trovare degli oggetti o nell'uccidere qualche mostro, niente di particolarmente innovativo ma che dona varietà al gioco, e quindi appare evidente come questo sistema possa, se realizzato come si deve, aumentare in maniera esponenziale la longevità, perché darebbe un tocco d'imprevedibilità e casualità al gameplay.