Discworld Noir
di
Redazione Gamesurf
Avere il controllo sulle deduzioni di Lewton consente di entrare nella mentalità del protagonista e di aiutarlo in modo finalmente attivo nella risoluzione dei puzzle che gli vengono di volta in volta proposti. Le voci segnate sul blocchetto "delle meraviglie" possono essere selezionate, combinate o semplicemente osservate. In quest'ultimo caso, Lewton si limiterà a riflettere sull'annotazione fornendoci, spesso, un ulteriore indizio sulla prossima azione da compiere. Messo da parte l'argomento taccuino, il resto di Discworld Noir si svolge secondo i dettami di tutti gli appartenenti alla categoria, limitando l'interazione gioco-utente al solo controllo via puntatore (peraltro necessario per questo tipo di prodotto), che di volta in volta ci permette di dialogare con i personaggi non giocanti, muoverci tra le locazioni e naturalmente interagire con il mondo circostante
LIETO FINE
Passati all'argomento realizzazione tecnica, dobbiamo subito annotare nella colonnina dei difetti la scattosità dell'interfaccia di gioco, causata non tanto da carenze "programmatorie" degli sviluppatori ma, piuttosto, dalle ormai straconosciute limitazioni tecniche della PlayStation nel settore della grafica bidimensionale. Discworld Noir, eccezion fatta per il protagonista (un modello poligonale in real time) utilizza un engine interamente precalcolato, con schermate fisse renderizzate e piccole animazioni a dare un aspetto un pochino più vivo all'insieme. Il tutto rappresenta, comunque, un carico non indifferente per la misera dotazione RAM della Psx, che deve essere aggiornata di continuo per tenere il passo del gioco. Questo insormontabile (perché insito nella macchina) ostacolo tecnico si traduce in continui caricamenti che infestano tutte le fasi di gioco, dall'apertura dell'inventario al movimento del puntatore, che risulta rallentato nelle locazioni più ricche dal punto di vista grafico
Fatti i dovuti calcoli, si tratta di un problema che già dopo poche ore di gioco passa in secondo piano, viste le notevoli qualità che spiccano dai contenuti presenti e che catturano il giocatore, facendogli perdonare qualche innegabile debolezza tecnica. Tra i molti aspetti positivi si segnala innanzitutto la sceneggiatura che, partendo da un cliché dei film noir, si dirama in tante e tali sottotrame da far impazzire il più instancabile fan delle soap opera. I dialoghi sono un altro dei punti forti del gioco risultando, oltre che indubbiamente spassosi, davvero interattivi, vista la possibilità di interrogare il nostro interlocutore combinando le annotazioni del taccuino con la conversazione vera e propria
LIETO FINE
Passati all'argomento realizzazione tecnica, dobbiamo subito annotare nella colonnina dei difetti la scattosità dell'interfaccia di gioco, causata non tanto da carenze "programmatorie" degli sviluppatori ma, piuttosto, dalle ormai straconosciute limitazioni tecniche della PlayStation nel settore della grafica bidimensionale. Discworld Noir, eccezion fatta per il protagonista (un modello poligonale in real time) utilizza un engine interamente precalcolato, con schermate fisse renderizzate e piccole animazioni a dare un aspetto un pochino più vivo all'insieme. Il tutto rappresenta, comunque, un carico non indifferente per la misera dotazione RAM della Psx, che deve essere aggiornata di continuo per tenere il passo del gioco. Questo insormontabile (perché insito nella macchina) ostacolo tecnico si traduce in continui caricamenti che infestano tutte le fasi di gioco, dall'apertura dell'inventario al movimento del puntatore, che risulta rallentato nelle locazioni più ricche dal punto di vista grafico
Fatti i dovuti calcoli, si tratta di un problema che già dopo poche ore di gioco passa in secondo piano, viste le notevoli qualità che spiccano dai contenuti presenti e che catturano il giocatore, facendogli perdonare qualche innegabile debolezza tecnica. Tra i molti aspetti positivi si segnala innanzitutto la sceneggiatura che, partendo da un cliché dei film noir, si dirama in tante e tali sottotrame da far impazzire il più instancabile fan delle soap opera. I dialoghi sono un altro dei punti forti del gioco risultando, oltre che indubbiamente spassosi, davvero interattivi, vista la possibilità di interrogare il nostro interlocutore combinando le annotazioni del taccuino con la conversazione vera e propria
Discworld Noir
Discworld Noir
Miscelare le atmosfere di Resident Evil con la regia di un film in bianco e nero e l'ambientazione del Mondo Disco può sembrare un azzardo, ma in realtà risulta essere una scelta vincente, considerando cosa sono riusciti a ottenere i Perfect Entertainment con Discworld Noir. Un'avventura coinvolgente, un racconto "alternativo" sulla società del Mondo Disco, ma soprattutto un videogioco abbastanza diverso dal solito e meritevole di una lunga e attenta occhiata. La mancanza del parlato in italiano (la nostra lingua è relegata ai sottotitoli) farà apprezzare l'ottimo doppiaggio solo agli appassionati di avventura con una buona conoscenza dell'inglese, che potranno godersi una ricca caratterizzazione sonora dei personaggi presenti nel gioco. Tolta questa piccola mancanza e gli estenuanti caricamenti, il gioco Infogrames appare ben realizzato in ogni aspetto, dall'introspezione psicologica del protagonista, alla rappresentazione degli ambienti fino al montaggio delle numerose sequenze animate. Un'ottima avventura grafica, dedicata agli appassionati del cinema d'altri tempi e a chiunque desiderasse avere una prospettiva inedita sull'universo di Terry Pratchett.