Disgaea 7: Vows of the Virtueless, la recensione del ritorno dello strategici NIS!
Disgaea 7 riporta la saga NIS ai fasti del passato, recuperando tutto il buono della tradizione e mescolando con interessanti novità!
Fuji e Pirilika: due eroi per ripristinare il bushido!
Qualcuno dice che 7 è il numero perfetto, ma sarà davvero così anche in ambito videoludico? C’è un solo modo per scoprirlo: andare a leggere la recensione di Disgaea 7: Vows of the Virtueless! In uscita su PC, PlayStation 4 e 5 e Nintendo Switch! Disgaea 7 è il settimo capitolo (e questo si era capito) della saga principale di uno dei marchi più rinomati di NIS America, tanto che sono svariati gli spin-off che sono stati prodotti per sfruttarne la fanbase e ingrandirne la lore, il tutto con alterni successi. Disgaea significa strategia a turni vecchio stampo, con grandissima attenzione per le meccaniche di gameplay e tantissime variabili in grado di restituire una esperienza tattica di tutto rispetto.
Allo stesso tempo però Disgaea, come da tradizione Nippon Ichi, significa anche produzioni a basso budget, dove una notevole maestria nella creazione di mondi, trame e gameplay, cozza con la necessità di limitare lo sforzo grafico restando perennemente una generazione (ma anche una e mezza) indietro rispetto alla potenza dell'hardware a disposizione. Disgaea ha saputo conquistare uno zoccolo duro di appassionati non solo grazie a un gameplay indubbiamente profondo e stratificato, ma anche grazie a toni scanzonati e ai limiti del demenziale, con personaggi indimenticabili nel loro essere folli e perfettamente coerenti in un universo che ha un proprio bilanciamento, per quanto estremamente singolare.
Come non citare Prinny, la mascotte della saga che spesso è stata mattatrice degli eventi ufficiali NIS e per chi non la conoscesse ricordiamo che Prinny è il nome di una razza di pinguini con le ali da pipistrello e trampoli di legno al posto delle gambe, con una passione smodata per le sardine. Cosa? Vi sembra tutto molto folle? Beh, prendetelo come un benvenuto nel mondo di Disgaea! Tanto per chiarire, il fatto che si sia davanti ad un episodio numerato come settimo non significa che si debba per forza aver giocato tutti quelli precedenti, visto che la narrazione dell’universo Netherworld è decisamente poco adatta al tracciare una netta e chiara linea temporale.
Per quanto personaggi come Lahar e Etna siano indimenticabili e iconici, potete avvicinarvi a Vows of the Virtueless senza particolari problemi anche perché Disgaea 7 ha un approccio che non lascia nulla al caso e spiega a puntino ogni elemento di gameplay senza dare nulla per scontato. La trama segue i solchi tracciati dai precedenti episodi e non è adatta ai gamer che si fanno troppe domande o sono alla ricerca di una situazione verosimigliante. Questa volta l’ambientazione che fa da teatro alle nostre avventure è un mix tra il mondo dei demoni e il Giappone feudale, con il tirannico demone Opener che dopo aver conquistato tutto il regno ha deciso di sovvertire le onorevoli leggi del bushido e imporre un modo di vivere estremamente lontano da quello che hanno sempre distinto i bravi samurai, demoniaci o no che siano.
I protagonisti della nostra storia sono Pirilika, che si definisce una vera e propria otaku del bushido e Fuji, un potentissimo guerriero che odia Opener per motivi personali, ma non sembra poi troppo intenzionato a combattere in nome della tradizione… ovviamente sino a quando Pirilika non troverà i giusti argomenti su cui far leva per convincerlo a mettere mani alle armi e sfruttare tutti i suoi incredibili poteri sul campo di battaglia. Basterà avere anche solo una leggera infarinatura di storia giapponese per cogliere una marea di citazioni inserite nel gioco dagli sviluppatori, tra luoghi e personaggi che lasciano ben pochi dubbi riguardo alla loro ispirazione.
Parlare di una vera e propria trama di Disgaea 7: Vows of the Virtueless ha poco senso in quanto i toni restano sin troppo faceti, ma è difficile annoiarsi, grazie all’atmosfera capace di divertire e tenere compagnia senza troppi fronzoli. il gioco, che abbiamo provato su PlayStation 5, non prevede l’italiano nemmeno per quanto riguarda i testi, ma l’inglese utilizzato non è particolarmente complicato e permette di comprendere il necessario anche a chi ne ha una conoscenza poco più che scolastica. Insomma non faremo poi troppa fatica a seguire i fatti e capire come mai Pirilika ci tenga così tanto a far tornare il bushido in auge recuperando le sette armi leggendarie.
Disgaea 7 - Strategia di alto livello, ma a quando una grafica al passo coi tempi?
Il gioco si svolge in due situazioni ben distinte: il Netherworld che funge da vera e propria base operativa (con svariate attività secondarie come le lotte di sumo con cui fare richieste al parlamento di zona) e i campi di battaglia, dove si sfidano gli schieramenti avversari. I combattimenti si svolgono sulle classiche mappe divise a quadretti in cui muoversi, attaccare o usare abilità speciali, ma a differenza di molti altri titoli sfrutta un sistema a turni in cui si possono mescolare le azioni dei propri personaggi. Ogni protagonista ha diverse fasi da portare a termine, ma nulla impedisce di interlacciarle con quelle dei propri compagni di squadra in modo da renderle il più possibile utili. Avremo a disposizione una serie di comandi che ci permetteranno di dare il via all’azione di un singolo personaggio o, se le avremo già decise, a un gruppo di compagni che agiranno nello stesso momento.
Come è facilmente intuibile, tutto questo rende i combattimenti estremamente tattici, perché ci permette di creare svariate combinazioni che possono fare la differenza tra una vittoria schiacciante, una sconfitta o una vittoria stentata. Proprio le vittorie con ampi danni riportati si rivelano un ulteriore fattore strategico da tenere da conto, visto che nel Netherworld tutto ha un prezzo, compreso il poter assoldare nuovi compagni e curarli dopo una battaglia. Combattendo si acquisiscono specifici punti che permettono sia di ingrandire le fila del proprio esercito, con truppe prese dal bestiario classico di Disgaea, sia di curare e rianimare i propri compagni tra una battaglia e l’altra. Ecco, soprattutto durante le prime dieci ore di gioco ci si dovrà scontrare con un sistema estremamente punitivo, dove la valuta in game non basterà mai.
Ci si ritrova a grindare ripetendo i livelli già giocati (e che per fortuna sanno regalare nuovi stimoli) sino a quando il Netherworld non offrirà modi per rimpinguare le proprie casse e sarà anche il caso di stare attenti a creare le giuste situazioni per far crescere ogni propria truppa, visto che il sistema inizialmente può spingere a sfruttare troppo Fuji e le sue ottime abilità. Cadere in questo “tranello” porterà il protagonista a crescere in fretta, ma lascerà le altre unità a secco di punti esperienza e level up: meglio imparare a regolarsi e a far migliorare tutti in modo omogeneo, così da avere un corretto bilanciamento.
Certo, non ho detto nulla di nuovo per chi conosce già i precedenti capitoli del gioco, ma andiamo a vedere le novità riguardanti le meccaniche disponibili: chi avrà a disposizione una delle armi Leggendarie avrà anche accesso all’Hell Mode, ricaricabile a suon di attacchi, grazie al quale si potranno sfruttare abilità e colpi davvero devastanti. Rispetto al passato c’è anche l’ulteriore novità della Jumbofication, cioè la possibilità di ingrandire sino ad un livello smisurato le misure di uno dei nostri personaggi, rendendolo un vero e proprio gigante. Un personaggio “jumbificato” sarà in grado di scagliare attacchi capaci di creare un vero e proprio terremoto sul campo di battaglia o di sfidare ad armi pari un nemico nella medesima situazione, sfoderando un gusto tutto giapponese che richiama i combattimenti tra mostri giganti in stile Godzilla.
Disgaea 7: Vows of the Virtueless è un titolo che rispecchia a tutti gli effetti lo stile della saga e NIS ha saputo fare tesoro delle critiche ricevute con Disgaea 6 dove alcuni fattori erano riusciti ad appiattire il gameplay. Con la giusta esperienza gli sviluppatori hanno potuto prendere ciò che in passato non era funzionato e renderlo fruibile tanto dal pubblico esperto, quanto dai neofiti che magari si avvicinano solo ora alla saga attirati dalla sua fama. Non saremo davanti a un titolo capace di esaltare le prestazioni di una console come PlayStation 5, ma la resa è funzionale, lo stile artistico non delude e giocando in modalità “grafica” tutto scorre in maniera perfetta… ma sarebbe stato strano il contrario, vista la totalità di elementi in due dimensioni.
Molti considerano Disgaea 5 il punto più alto della saga, ma questo settimo episodio non ha nulla da invidiare al suo predecessore, lasciandoci ottime sensazioni e un titolo che si lascia giocare con piacere per tantissime ore. Se per portare a termine la storia sarà davvero difficile usare meno di quaranta ore, le tantissime sperimentazioni che il gameplay permette terranno impegnati i gamer più perfezionisti per un tempo indeterminato. Diasgaea 7: Vows of the Virtueless è un titolo davvero piacevole da giocare nonostante alcuni difetti atavici della saga e ci pone la solita domanda che torna a ogni recensione dedicata a un titolo NIS: se solo il team di sviluppo avesse un budget maggiore a propria disposizione, quanto potrebbe migliorare i propri prodotti? Speriamo di scoprirlo, prima o poi, ma nel mentre godiamoci un Disgaea 7 che senza dubbio lascerà soddisfatti i veri amanti della strategia a turni!