Disgaea: Afternoon of Darkness

di Tommaso Alisonno
Le cose non vanno bene nel Netherworld, il mondo dei Demoni: il possente Re Krichevskoy é morto ormai da due anni, soffocato da un Pretzel andatogli di traverso, e tutti i vari vassalli hanno cominciato ad autoproclamari a turno Overlord, completamente dimentichi dell'esistenza di un legittimo erede al trono. Il principe Laharl si era infatti appisolato poco prima della morte del padre: avrebbe voluto dormire per massimo una decina di giorni (...bello essere re...) ma chissà perché il suo sonnellino si é protratto fino ad oggi, giorno in cui la fedele (ed unica rimasta) vassalla Etna riesce finalmente a destarlo. Seguirà una concitata lotta per la riconquista e il consolidamento del suo potere, in cui Laharl avrà a che fare con pinguini esplosivi, angeli-sicari, demoni edonisti, difensori intergalattici, demoniette provocanti e chi più ne ha più ne metta. Non c'é che dire: si prospetta proprio un pomeriggio di oscurità!

“Disgaea: Afternoon of Darkness” é la conversione per PSP del mai abbastanza lodato “Disgaea: Hour of Darkness” per PS2, titolo che ha segnato la fortuna dei Nipon Ichi (più del loro pur encomiabile primo titolo, “La Pucelle: Tactics”) e che ha avuto anche una fortunata conversione sia su Manga sia su Anime, complice una trama zeppa di facezie, situazioni assurdamente demenziali e prese in giro di vari elementi del Cult nipponico e mondiale. Il gioco, di base, é un RPG tattico: questo vuol dire che dovremo guidare il nostro esercito, capitanato ovviamente da Laharl ed Etna ma ben presto incrementabile quasi a piacimento, in una serie di scenari di battaglia in cui si troveranno a dover affrontare orde di nemici secondo gli standard di uno strategico a turni, in cui però ciascuna singola unità sarà caratterizzata da elementi quali classe, livello, equipaggiamento, poteri speciali, combinazioni e così via. La maggior parte degli scenari, tutti quelli relativi alla trama ed alle missioni extra, saranno pre-impostati, ed una volta superati potranno essere riaffrontati a piacimento per rinforzare le proprie truppe tramite l'esperienza diretta; altri scenari, il cosiddetto “mondo degli oggetti”, saranno invce generati casualmente nel momento in cui vi accederete.
La nostra base di operazioni sarà il castello dell'Overlord, praticamente l'unica eredità su cui Laharl potrà contare all'inizio della storia.


Nelle sue stanze sarà possibile acquistare e vendere equipaggiamento, “creare” nuove truppe, guarire o resuscitare i caduti, ed insomma svolgere tutte le attività di gestione extra-battaglia che il gioco richiede. Tra le altre, spicca la possibilità di convocare il consiglio demoniaco per far approvare alcune mozioni, come l'accesso a mappe speciali, un consistente potenziamento del personaggio, delle variazioni di merce nei negozi, o semplicemente finanziamenti extra: starà voi decidere se per assicurarvi il voto dei vari senatori preferirete corromperli con qualche regalino o far valere le vostre argomentazioni con la forza. Le battaglie vere e proprie inizieranno comunque quando abbandonerete il castello, sia attraverso uno dei portali “di trama”, sia utilizzando la magia per “penetrare” in un oggetto: quest'ultima scelta vi farà accedere a una serie di mappe random (il cosiddetto “mondo degli oggetti” già menzionato) il cui scopo sarà quello di raccogliere ulteriori tesori ed esperienza e contemporaneamente potenziare l'oggetto in questione.

Come abbiamo detto, la battaglia si svolgerà a turni alternati, vale a dire che agirà per primo il giocatore e che quando questo avrà terminato le sue mosse toccherà all'avversario controbattere, e così via di norma fino al totale annientamento dell'altro. Nonostante il vostro rooster possa essere molto nutrito, non potrete mai avere presenti (o defunte) sul campo di battaglia più di dieci unità contemporaneamente, anche se avrete piena libertà di farle entrare ed uscire dall'apposito portale. Tutte le mappe sono organizzate a caselle quadrate, come una scacchiera, in modo da razionalizzare tanto gli spostamenti, quanto le posizioni e le distanze, quanto soprattutto le aree di influenza degli attacchi e delle varie abilità speciali. Una menzione particolare merita il sistema dei Geopanel: le pietre piramidali chiamate Geostone sono infatti in grado di influenzare con effetti particolari alcune caselle colorate della mappa, in base a dove sono posizionate, e potranno essere spostate dalle truppe del giocatore in modo da ottenere dei vantaggi tattici (o più solitamente annullare uno svantaggio). Inoltre, le Geostone possono essere distrutte in modo da danneggiare tutti i pannelli corrispondenti, e se più Geostone vengono adeguatamente posizionate é possibile ottenere delle terrificanti reazioni a catena.

Rimane palese da quanto già descritto il fatto che le truppe miglioreranno le loro caratteristiche e le loro abilità man mano che verranno impiegate in battaglia: Disgaea é un gioco che può essere affrontato col minimo sforzo semplicemente limitandosi ad utilizzare proficuamente un rooster piuttosto esiguo (15-20 unità, in pratica una squadra di calcio con le riserve), ma per chi cerca una sfida più interessante scattano tutte le varie opzioni di personalizzazione. Ecco pertanto che si può approfittare del legame tra il una nuova unità ed il suo Mentore (ossia quella che l'ha creata) per potenziare quest'ultimo, oppure reincarnare una unità per farle apprendere nuove abilità o semplicemente renderla più potente, o ancora cercare di ottenere livelli alti nell'uso di determinate armi in modo da rendere disponibili nuove classi, o infine trascorrere intere serate solo affrontando una dietro l'altra varie sessioni nel mondo degli oggetti, semplicemente per potenziare personaggi ed equipaggiamento. Tutto questo, e molto di più, é il mondo di Disgaea.


Lo stile grafico scelto per il gioco é decisamente retrò: gli sviluppatori hanno infatti deciso sin dai tempi della versione PS2 di realizzarlo con sprite bidimensionali che si muovono su ambienti 3D molto semplici. Sebbene al giorno d'oggi una simile scelta possa far storcere il naso, é anche vero che la quantità e la qualità degli sprite e soprattutto delle loro animazioni sono tali da conquistare il pieno consenso dopo appena qualche partita: vi basti pensare che qualsiasi personaggio (umanoide) può equipaggiare una qualsiasi arma e sviluppare le varie mosse speciali, ciascuna con la sua specifica animazione. Il lavoro PSP risulta inoltre più ”pulito” di quello originale, con l'eliminazione di praticamente tutti i glitch bianchi a bordo caselle, e nonostante ciò mantiene immutata la stabilità e la fluidità anche all'esecuzione di uno dei numerosi effetti speciali. Il sonoro é ottimo, con musiche dall'aria vagamente gotica interpretate alla maniera di un Anime, tutte orecchiabili e mai fastidiose. Ottimi anche tutti gli effetti sonori, ma soprattutto encomiabile il fatto che, a differenza di quanto successo col predecessore PAL, siano stati conservati sia i doppiaggi in Americano sia gli originali Giapponesi. Unica nota stonata: i testi su schermo non sono stati tradotti, e saremo ancora una volta obbligati a giocare in Inglese.

Il sistema di gioco di Disgaea é immediato: il tutorial si snoda in un totale di appena tre missioni brevissime, al termine delle quali avrete tutte le basi che vi servono per affrontare il grosso del gioco. Ovviamente, in un titolo vasto come questo, ci vorrà tempo per prendere confidenza con tutte le meccaniche più o meno opzionali, ma ne avrete a disposizione quanto vorrete, specie considerando il fatto che dopo aver raggiunto un finale potrete ricominciare da capo salvando i progressi, e probabilmente comincerete a fare esperimenti seri solo dopo la prima “passata”. Inoltre, sfruttando il supporto di collegamento Ad Hoc della PSP sarà finalmente possibile confrontarsi con un avversario umano, determinando eventualmente alcuni “paletti” per evitare disparità eccessive, oppure semplicemente scambiarsi armi ed equipaggiamento. Questo non é inoltre l'unica novità intromessa: troveranno posto infatti anche un utile registro delle statistiche e il Juke-Box delle musiche, oltre a numerose altre migliorie nell'equilibrio del gioco e nelle varie sue caratteristiche.

A voler trovare dei difetti, c'é da dire innanzi tutto che alcune sessioni, specie nel mondo degli oggetti in cui i livelli vanno di dieci in dieci, rischiano di protrarsi un po' troppo a lungo per gli standard di salvataggio della PSP: va bene che potete sempre mettere la console in stand-by, ma non sempre possiamo dedicare quaranta minuti consecutivi alla PSP. Si tratta comunque di un difetto estremamente marginale, così come il fatto che alla lunga il titolo possa divenire ripetitivo, problema che si risolve semplicemente sospendendolo per qualche giorno e poi riprendendolo con rinnovato ardore. Un elemento che invece ci lascia perplessi é il fatto di doverlo considerare un “semplice” porting o un vero e proprio “remake”: considerando che la versione PS2 é del 2003 (in Giappone, anche se in Europa é arrivato solo nel 2004), forse quattro anni sono un po' troppi per un porting, ma é lecito parlare già di “classico che merita un remake”? Si tratta comunque anche di questioni futili che non sono in grado di negare quello che l'evidenza afferma e l'esperienza ci insegna: Disgaea é ancora una volta un capolavoro! Un capolavoro che, migliorato nell'aspetto e nei contenuti, é pronto finalmente a tenerci compagnia in tasca o nello zaino ovunque lo vogliamo portare, per numerose, innumerevoli ore di gioco in compagnia di Laharl, Etna, Flonne e tutti i loro compagni...