Disgaea D2: A Brighter Darkness
Per quanto Nippon Ichi Software sia stata fondata nel 1993 é innegabile che il suo titolo iconico (il primo ad arrivare in Europa) sia Makai Senki Disgaea - pardòn: Disgaea: Hour of Darkness - datato 2003. Cosa c'é di meglio dunque per festeggiare il ventennale, e nel contempo il decennale del titolo, che realizzarne un bel sequel? “Ehi, ma esistono già Disgaea 2, 3 e 4!” potreste obiettare: é vero, ma é anche vero che (come in altre saghe di altre SH) le trame di ciascun capitolo sono indipendenti (o quasi, visto che abbondano i cameo). Disgaea Dimension 2, o meglio ancora Disgaea D2: a Brighter Darkness é invece il seguito diretto del primo capitolo.
Reincontriamo dunque Laharl, che nonostante sia figlio di Krichevskoy, precedente Overlord (sovrano del Netherworld), ha dovuto conquistarsi l'eredità a calci e pugni, assistito dalla fedele (mica tanto) demonietta Etna e dal suo esercito dei buffi Prinny; completa il trio l'angioletta Flonne, che in seguito agli eventi del primo titolo é divenuta un angelo caduto ma ha mantenuto immutata la sua bontà d'animo. Inutile dire che nel Netherworld le cose non siano tutte rose e fiori, e che molti demoni ancora non accettino Laharl come Overlord: le cose precipitano quando da Celestia arriva un'altra angioletta, Sicily, che afferma di essere la seconda figlia di Krichevskoy e quando rose e fiori cominciano a sbocciare realmente in tutto l'inferno, con effetti collaterali inquietanti sull'aspetto e le abitudini dei demoni stessi.
Trama, ambientazione e intrecci con altri giochi a parte, DD2 mantiene inalterata la natura da JRPG strategico che ha da sempre contraddistinto la saga, facendo anzi qualche passo indietro rispetto alle ultime produzioni per riavvicinarsi al concept originale del capitolo PS2, sebbene non manchino le novità. Per i meno esperti diremo che dal nostro quartier generale, ossia il castello dell'Overlord, potremo recarci direttamente sui vari campi di battaglia che si sbloccheranno uno dietro l'altro, ma potremo anche rivisitare quelli già superati per dedicarci a un sano grinding. Una volta giunti “sul campo” dovremo schierare e comandare le nostre truppe attraverso un sistema a turni alternati (prima noi, poi i nemici).
Dall'apposito portale potremo far entrare e uscire liberamente le nostre truppe, ma sul campo potremo avere massimo 10 unita contemporaneamente - e i caduti in battaglia contano come “sul campo”, quindi al decimo decesso c'é il Game Over. Potremo assegnare singoli ordini a ciascuna unità, ma questi verranno eseguiti solo quando daremo all'intero schieramento l'apposito via libera, permettendo strategie “concentrate” oppure più scaglionate, nonché di correggere i comandi prima che sia troppo tardi.
Il gioco mantiene tutte le meccaniche classiche della serie, a partire dalla possibilità di sollevare e lanciare le unità sul campo, amiche e nemiche, realizzando anche delle “torri” che permettono attacchi di combo o grandi distanze di lancio. Rimangono anche le varie combo di coppia o di gruppo che scaturiscono dalla vicinanza di alleati durante un attacco, sebbene il sistema qui proponga anche una sorta di assistenza aggiuntiva in base a quanto le specifiche truppe sono legate tra loro (una sorta di “amicizia”).
Rimane anche il sistema dei geopanel, ossia di determinate aree del campo di battaglia colorate e che possono essere influenzate dalle pietre piramidali (non più i cubi di D3 e D4) che vi vengono posate sopra. Sfruttare i bonus ed evitare le penalità causate da questi pannelli, nonché causare delle catene di esplosioni attaccando le piramidi, costituisce una delle sfide più interessanti del brand. Tra le novità assolute troviamo invece la possibilità per un personaggio di “cavalcare” un mostro: i due diventano in sostanza un'unica truppa con attacchi speciali esclusivi e una capacità di combattimento decisamente incrementata (ma naturalmente, significa anche avere una truppa in meno sulla scacchiera, un po' come coi mostri-arma di D3).
Novità anche nella creazione dei personaggi, che fornisce ora al giocatore un maggior grado di libertà e customizzazione: se prima, a monte delle statistiche numeriche, due “guerrieri” avevano infatti sostanzialmente lo stesso destino, adesso potrete settare elementi quali la competenza nelle armi e le “evilities”. Queste ultime sono abilità che garantiscono vantaggi in situazioni particolari, come ad esempio modificando le stats in funzione della quantità di nemici sul campo o della vicinanza rispetto a questi. Rimane il sistema di reincarnazioni, ma adesso é anche possibile “promuovere” i personaggi al rank successivo. inoltre possibile cambiare il “Master” da cui ottenere abilità extra (infatti le abilità si ereditano dal Master e non più dal Pupil).
Ancora novità: NIS ha introdotto il “dojo demoniaco” tramite cui allenare le caratteristiche dei personaggi in modo che al passaggio di livello crescano maggiormente. Rimane il mitico “Item World”, in cui sono migrate le “navi pirata” non più utilizzate per il multiplayer, ora assente; per chi non lo sapesse, l'Item World é un generatore casuale di missioni mirate a potenziare un oggetto dell'inventario, oltre che ad offrire sfide utilissime per il grinding. Conclude la parata la presenza di un “cheater” tramite cui settare alcuni parametri di gioco, per esempio aumentando (entro certi limiti) i premi in esperienza a discapito di quelli in denaro, o viceversa.
Dal punto di vista tecnico, il gioco si allinea al resto della saga: questo vuol dire che propone sprite bidimensionali che si muovono su un ambiente 3D molto semplice, ripreso sempre con una prospettiva isometrica, almeno finché non si allarga lo zoom al massimo, in cui diventa una vera e propria mappa. Disgaea ha sempre avuto un comparto grafico piuttosto semplice, ma é nella varietà che eccelle: se quindi l'animazione di un colpo di spada é realizzata con un numero molto limitato di frame, é altrettanto vero che ciascun personaggio può eseguire centinaia di azioni differenti, apprendendo le numerose tecniche di ogni arma. Dopo le critiche su D3, già da D4 gli sprite sono in alta risoluzione: molti di quelli di DD2 sono presi pari pari dal precedente lavoro, e gli altri seguono questa pista; il risultato finale é pulito e funzionale, sebbene ancora una volta piuttosto (e volutamente) semplice.
Per quanto concerne il sonoro, il team ha saputo fare un interessante lavoro di “ripescaggio” e contemporaneamente di innovazione. Una grossa fetta della colonna sonora é ereditata dal primo Disgaea, a partire dalla musica del menù principale, passando per i temi associabili ai personaggi noti, fino al refrain che ci terrà compagnia nel castello dell'Overlord. Riciclo? Assolutamente no: fermo restando che altre musiche, come per esempio quella dello Shop o dell'Assemblea demoniaca, sono tradizionali in tutti i capitoli di Disgaea, i temi “ripresi” dal capostipite sono stati tutti riarrangiati in chiave più moderna, nonché affiancati a brani totalmente nuovi, con risultati ottimi. Sempre gradita anche la presenza dei dialoghi in Giapponese o Inglese, sebbene il primo continui a sembrarci qualitativamente superiore rispetto al secondo. I testi su schermo sono unicamente in Inglese.
Disgaea é tradizionalmente una serie di giochi che richiedono il loro tempo per essere adeguatamente assaporati: DD2 non fa eccezione. Anche soltanto limitandosi alla trama principale e supponendo (per assurdo, come vedremo tra un attimo) di poter attraversare uno dietro l'altro i vari mondi che questa ci chiede di esplorare, le ore di gioco si moltiplicheranno, complici i numerosi dialoghi, tutti divertentissimi al limite del demenziale. A queste però bisogna aggiungere il tempo necessario per fermarsi di tanto in tanto a “livellare”: non sono pochi infatti i “gradini” di difficoltà improvvisa, soprattutto in corrispondenza degli scontri boss, per superare i quali dovrete “pompare” le vostre pedine. Attenzione: parliamo di “gradini” e non di “picchi” perché raramente dopo uno scontro impegnativo seguirà una mappa più facile; la difficoltà, o meglio ancora la forza dei nemici, aumenta infatti costantemente nel corso della storia, sebbene con pendenze differenti.
Ovviamente la possibilità di ri-esplorare le mappe superate, la presenza di un generatore casuale infinito di dungeon come l'Item World, le varie meccaniche di master-pupil e di reincarnazione e tutte le quest aggiuntive rendono l'esperienza di gioco talmente vasta che perdersi é la norma. In generale, la prima partita a DD2 - come d'altronde a tutti i titoli del brand - é incentrata nel tentativo di arrivare quanto prima allo scontro finale, mentre le successive “Nuova Partita +” nella caccia agli extra, non ultimi i finali alternativi. Ne consegue che cercare di quantificare le innumerevoli ore di gioco diviene impossibile, sebbene non sia stato riproposto il Multiplayer di D4.
La caratteristica peculiare di DD2 di essere il sequel del primo Disgaea piuttosto che un titolo indipendente costituisce a tratti il suo punto di forza, ma a tratti anche una sorta di difetto. In linea di massima, i fan del primo indimenticabile capitolo saranno felici di ritrovare i loro beniamini e tantissime citazioni in un contesto che comunque propone una trama nuova e tanti altri personaggi al pari di loro fuori di testa. Quelli che invece potrebbero rimanere spaesati sono coloro i quali non hanno avuto la fortuna di giocare il primo Disgaea i quali, pur potendo apprezzare il gameplay, rischiano di perdersi molte citazioni - a questo proposito ci si chiede se non sarebbe stato indicato comprendere nel prezzo anche il primo capitolo: é un titolo di 10 anni fa, dopotutto!
Insomma: un lavoro celebrativo e destinato quasi esclusivamente ai fan, ma anche ed ancora una volta un gioco divertente, appassionante, complesso dal punto di vista strategico, completo nella gestione dei personaggi, e umoristico fino alle lacrime. Laharl é tornato: tremate tutti alla sua risata satanica!
Reincontriamo dunque Laharl, che nonostante sia figlio di Krichevskoy, precedente Overlord (sovrano del Netherworld), ha dovuto conquistarsi l'eredità a calci e pugni, assistito dalla fedele (mica tanto) demonietta Etna e dal suo esercito dei buffi Prinny; completa il trio l'angioletta Flonne, che in seguito agli eventi del primo titolo é divenuta un angelo caduto ma ha mantenuto immutata la sua bontà d'animo. Inutile dire che nel Netherworld le cose non siano tutte rose e fiori, e che molti demoni ancora non accettino Laharl come Overlord: le cose precipitano quando da Celestia arriva un'altra angioletta, Sicily, che afferma di essere la seconda figlia di Krichevskoy e quando rose e fiori cominciano a sbocciare realmente in tutto l'inferno, con effetti collaterali inquietanti sull'aspetto e le abitudini dei demoni stessi.
Trama, ambientazione e intrecci con altri giochi a parte, DD2 mantiene inalterata la natura da JRPG strategico che ha da sempre contraddistinto la saga, facendo anzi qualche passo indietro rispetto alle ultime produzioni per riavvicinarsi al concept originale del capitolo PS2, sebbene non manchino le novità. Per i meno esperti diremo che dal nostro quartier generale, ossia il castello dell'Overlord, potremo recarci direttamente sui vari campi di battaglia che si sbloccheranno uno dietro l'altro, ma potremo anche rivisitare quelli già superati per dedicarci a un sano grinding. Una volta giunti “sul campo” dovremo schierare e comandare le nostre truppe attraverso un sistema a turni alternati (prima noi, poi i nemici).
Dall'apposito portale potremo far entrare e uscire liberamente le nostre truppe, ma sul campo potremo avere massimo 10 unita contemporaneamente - e i caduti in battaglia contano come “sul campo”, quindi al decimo decesso c'é il Game Over. Potremo assegnare singoli ordini a ciascuna unità, ma questi verranno eseguiti solo quando daremo all'intero schieramento l'apposito via libera, permettendo strategie “concentrate” oppure più scaglionate, nonché di correggere i comandi prima che sia troppo tardi.
Il gioco mantiene tutte le meccaniche classiche della serie, a partire dalla possibilità di sollevare e lanciare le unità sul campo, amiche e nemiche, realizzando anche delle “torri” che permettono attacchi di combo o grandi distanze di lancio. Rimangono anche le varie combo di coppia o di gruppo che scaturiscono dalla vicinanza di alleati durante un attacco, sebbene il sistema qui proponga anche una sorta di assistenza aggiuntiva in base a quanto le specifiche truppe sono legate tra loro (una sorta di “amicizia”).
Rimane anche il sistema dei geopanel, ossia di determinate aree del campo di battaglia colorate e che possono essere influenzate dalle pietre piramidali (non più i cubi di D3 e D4) che vi vengono posate sopra. Sfruttare i bonus ed evitare le penalità causate da questi pannelli, nonché causare delle catene di esplosioni attaccando le piramidi, costituisce una delle sfide più interessanti del brand. Tra le novità assolute troviamo invece la possibilità per un personaggio di “cavalcare” un mostro: i due diventano in sostanza un'unica truppa con attacchi speciali esclusivi e una capacità di combattimento decisamente incrementata (ma naturalmente, significa anche avere una truppa in meno sulla scacchiera, un po' come coi mostri-arma di D3).
Novità anche nella creazione dei personaggi, che fornisce ora al giocatore un maggior grado di libertà e customizzazione: se prima, a monte delle statistiche numeriche, due “guerrieri” avevano infatti sostanzialmente lo stesso destino, adesso potrete settare elementi quali la competenza nelle armi e le “evilities”. Queste ultime sono abilità che garantiscono vantaggi in situazioni particolari, come ad esempio modificando le stats in funzione della quantità di nemici sul campo o della vicinanza rispetto a questi. Rimane il sistema di reincarnazioni, ma adesso é anche possibile “promuovere” i personaggi al rank successivo. inoltre possibile cambiare il “Master” da cui ottenere abilità extra (infatti le abilità si ereditano dal Master e non più dal Pupil).
Ancora novità: NIS ha introdotto il “dojo demoniaco” tramite cui allenare le caratteristiche dei personaggi in modo che al passaggio di livello crescano maggiormente. Rimane il mitico “Item World”, in cui sono migrate le “navi pirata” non più utilizzate per il multiplayer, ora assente; per chi non lo sapesse, l'Item World é un generatore casuale di missioni mirate a potenziare un oggetto dell'inventario, oltre che ad offrire sfide utilissime per il grinding. Conclude la parata la presenza di un “cheater” tramite cui settare alcuni parametri di gioco, per esempio aumentando (entro certi limiti) i premi in esperienza a discapito di quelli in denaro, o viceversa.
Dal punto di vista tecnico, il gioco si allinea al resto della saga: questo vuol dire che propone sprite bidimensionali che si muovono su un ambiente 3D molto semplice, ripreso sempre con una prospettiva isometrica, almeno finché non si allarga lo zoom al massimo, in cui diventa una vera e propria mappa. Disgaea ha sempre avuto un comparto grafico piuttosto semplice, ma é nella varietà che eccelle: se quindi l'animazione di un colpo di spada é realizzata con un numero molto limitato di frame, é altrettanto vero che ciascun personaggio può eseguire centinaia di azioni differenti, apprendendo le numerose tecniche di ogni arma. Dopo le critiche su D3, già da D4 gli sprite sono in alta risoluzione: molti di quelli di DD2 sono presi pari pari dal precedente lavoro, e gli altri seguono questa pista; il risultato finale é pulito e funzionale, sebbene ancora una volta piuttosto (e volutamente) semplice.
Per quanto concerne il sonoro, il team ha saputo fare un interessante lavoro di “ripescaggio” e contemporaneamente di innovazione. Una grossa fetta della colonna sonora é ereditata dal primo Disgaea, a partire dalla musica del menù principale, passando per i temi associabili ai personaggi noti, fino al refrain che ci terrà compagnia nel castello dell'Overlord. Riciclo? Assolutamente no: fermo restando che altre musiche, come per esempio quella dello Shop o dell'Assemblea demoniaca, sono tradizionali in tutti i capitoli di Disgaea, i temi “ripresi” dal capostipite sono stati tutti riarrangiati in chiave più moderna, nonché affiancati a brani totalmente nuovi, con risultati ottimi. Sempre gradita anche la presenza dei dialoghi in Giapponese o Inglese, sebbene il primo continui a sembrarci qualitativamente superiore rispetto al secondo. I testi su schermo sono unicamente in Inglese.
Disgaea é tradizionalmente una serie di giochi che richiedono il loro tempo per essere adeguatamente assaporati: DD2 non fa eccezione. Anche soltanto limitandosi alla trama principale e supponendo (per assurdo, come vedremo tra un attimo) di poter attraversare uno dietro l'altro i vari mondi che questa ci chiede di esplorare, le ore di gioco si moltiplicheranno, complici i numerosi dialoghi, tutti divertentissimi al limite del demenziale. A queste però bisogna aggiungere il tempo necessario per fermarsi di tanto in tanto a “livellare”: non sono pochi infatti i “gradini” di difficoltà improvvisa, soprattutto in corrispondenza degli scontri boss, per superare i quali dovrete “pompare” le vostre pedine. Attenzione: parliamo di “gradini” e non di “picchi” perché raramente dopo uno scontro impegnativo seguirà una mappa più facile; la difficoltà, o meglio ancora la forza dei nemici, aumenta infatti costantemente nel corso della storia, sebbene con pendenze differenti.
Ovviamente la possibilità di ri-esplorare le mappe superate, la presenza di un generatore casuale infinito di dungeon come l'Item World, le varie meccaniche di master-pupil e di reincarnazione e tutte le quest aggiuntive rendono l'esperienza di gioco talmente vasta che perdersi é la norma. In generale, la prima partita a DD2 - come d'altronde a tutti i titoli del brand - é incentrata nel tentativo di arrivare quanto prima allo scontro finale, mentre le successive “Nuova Partita +” nella caccia agli extra, non ultimi i finali alternativi. Ne consegue che cercare di quantificare le innumerevoli ore di gioco diviene impossibile, sebbene non sia stato riproposto il Multiplayer di D4.
La caratteristica peculiare di DD2 di essere il sequel del primo Disgaea piuttosto che un titolo indipendente costituisce a tratti il suo punto di forza, ma a tratti anche una sorta di difetto. In linea di massima, i fan del primo indimenticabile capitolo saranno felici di ritrovare i loro beniamini e tantissime citazioni in un contesto che comunque propone una trama nuova e tanti altri personaggi al pari di loro fuori di testa. Quelli che invece potrebbero rimanere spaesati sono coloro i quali non hanno avuto la fortuna di giocare il primo Disgaea i quali, pur potendo apprezzare il gameplay, rischiano di perdersi molte citazioni - a questo proposito ci si chiede se non sarebbe stato indicato comprendere nel prezzo anche il primo capitolo: é un titolo di 10 anni fa, dopotutto!
Insomma: un lavoro celebrativo e destinato quasi esclusivamente ai fan, ma anche ed ancora una volta un gioco divertente, appassionante, complesso dal punto di vista strategico, completo nella gestione dei personaggi, e umoristico fino alle lacrime. Laharl é tornato: tremate tutti alla sua risata satanica!
Disgaea D2: A Brighter Darkness
8
Voto
Redazione
Disgaea D2: A Brighter Darkness
Nippon Ichi Festeggia in un'unica soluzione il proprio ventennale e il decennale del suo brand di maggior successo proponendo il sequel diretto del primo Disgaea: un lavoro destinato principalmente ai fan e realizzato con una certa dose di “rendita”, certamente, ma ancora una volta un JRPG strategico d'altissimo livello, con una trama fuori di testa, un gameplay ancora rinnovato e centinaia di ore di gioco pronte per voi. La risata malvagia di Laharl echeggia nuovamente nel Netherworld (dood)!