Divine Divinity

di Tommaso Alisonno

La possibilità di attivare le ombre 3D migliora un po' i risultati, ma non fatevi grandi illusioni: comunque sia, manca totalmente un sistema di ombre dinamiche e la differenza dalle ombre "Standard" si nota appena.
Niente da eccepire dal punto di vista sonoro: gli effetti sonori sono ben ricreati, così come tutti i dialoghi sono egregiamente doppiati; menzione d'onore per le musiche, veramente molto ben realizzate e perfettamente d'atmosfera.

GIOCABILITA' E LONGEVITA'
Cominciamo subito col dire che DD manca totalmente di Tutorial, suggerimenti e cose simili: una volta lanciato il "nuovo gioco" ci ritroviamo nella sala della casa del guaritore che ci ha soccorso senza aver la più pallida idea di cosa fare. Fortunatamente i comandi di movimento e di iterazione principali sono piuttosto intuitivi, ma per padroneggiare appieno i menù e le icone sottostanti forse impiegherete una ventina buona di minuti, specie quando l'interfaccia, che ripeto è un ibrido tra Diablo e Ultima, si comporta diversamente a seconda delle situazioni (per raccogliere un oggetto, ad esempio, di solito è sufficiente ciccarci sopra, ma per raccogliere il libri sarà necessario trascinarli sullo zaino aperto, dato che il semplice click costituisce per loro il comando "esamina").

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Presa familiarità coi controlli ed entrati in gioco, una cosa piuttosto sconcertante è il fatto che sia possibile sbagliare e infilarsi in posti anche piuttosto pericolosi prima che determinati eventi ce ne diano motivo. Niente di terrificante, ci mancherebbe (si è visto di peggio, come ad esempio il drago poco distante a Nord di Britannia in Ultima IX), ma per un gioco che non fa assolutamente dell'improvvisazione il suo punto di forza si sente la mancanza di linee guida più marcate.

Andando avanti nel gioco, ci si rende conto di come la difficoltà non sia ben calibrata: vi ritroverete a massacrare lungamente mostriciattoli implumi, finché di punto in bianco non vi troverete di fronte a mostri incredibilmente più forti che non esiteranno a farvi a polpette in men che non si dica. Insomma: come se a Diablo, mentre si gira per il dungeon, senza preavviso ci si ritrovasse improvvisamente di fronte al Butcher o a King Leorick. Inoltre, l'intelligenza artificiale è a dir poco bacata: a volte vi piovono addosso torme di mostri sbucati chissà da dove, compresi arcieri o altre creature che dovrebbero fare della distanza la loro arma primaria, mentre altre volte i mostri sembrano non vedervi, o peggio ancora correre alla rinfusa, come se cercassero di raggiungervi facendo il giro della mappa.

La cosa più preoccupante è che più avanti la situazione peggiora, e vi trovate letteralmente a dover affrontare necessariamente dei nemici troppo forti per voi. potreste farne fuori uno, forse due... ma quando diventano 5 da eliminare uno dietro l'altro è proprio il caso di dire che sono dolori.
La storia del gioco, infine, rimane piuttosto vaga: è vero che le notizie di una pestilenza e di invasioni umanoidi guidano le prime missioni, ma per capire qualcosa dei fatti narrati nell'introduzione bisognerà aspettare un bel po', troppo forse...

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