DJ Hero

di Francesco Romagnoli
Senza dubbio la serie di Guitar Hero ha segnato in modo netto il panorama dei Rhythm game, spostando l'attenzione dalle caratteristiche del software alla credibilità delle periferiche hardware.
Da quando é stata introdotta la prima chitarra plasticosa l'intero genere ha avuto un'impennata di successo clamorosa, ancor più estesa quando allo strumento a sei corde (o per meglio dire, a cinque tasti) si sono aggiunti la batteria e l'immancabile microfono (che già tramite Singstar aveva evidenziato le proprie capacità ludiche).
Dopo due serie e due annate in cui, assodata l'offerta hardware, si era tornati a concentrarsi sulle specifiche software (ovvero alle modalità innovative e soprattutto ai contenuti, dove quindi a far pendere l'ago della bilancia ci pensava la scaletta proposta o gli artisti coinvolti), ecco che spunta una nuova periferica, dedicata questa volta all'arte del Dj, e destinata quindi aportare una notevole ventata di aria fresca al genere.



Abbandonate quindi le bacchette e lo strumento a tracolla, ci troviamo questa volta di fronte alla cosìdetta console (ovviamente non stiamo parlando di Playstation o Xbox, bensì della console strumento specifico del mestiere del Dj).
Questa, come si può intravedere dalle immagini, é divisa essenzialmente in due parti: a destra il piatto, completamente libero e girevole a 360 gradi, con sopra i tre bottoni che servono a dar suono alle tracce e, soprattutto, allo scratch.

A sinistra invece abbiamo l'interruttore del crossfader, e sopra il pitch, che é capace di creare sulle tracce audio un effetto estremamente cupo ed ovattato oppure, all'esatto opposto, un effetto estremamente alto e metallico. Infine il bottone che attiva una sorta di star power, e all'estremità in alto i tasti per controllare la navigazione nei menù, compreso il tasto della dash.
Descritta la fisionomia del nuovo strumento, dobbiamo verificare se funziona.
La risposta, ve lo diciamo subito,é si. Scratchare sul piatto, switchare tra le due tracce audio oggetto del mix con il crossfader, e via dicendo...sono tutte azioni che collegate assieme riescono a restituire la sensazione di impersonare un Dj.

Ovvio, naturalmente l'affermazione va presa con le molle: così come dal giocare a Guitar Hero al suonare una chitarra vera c'era una notevole differenza, anche qui é lo stesso. Ma la cosa che conta é l'impressione di ricalcare, anche se a grandi linee, le azioni reali. E questo é ciò che ti fa sentire un vero Dj.
In questo il gioco riesce, e vi riesce in pochi minuti di apprendistato.
Quanto basta per imparare le azioni base mediante l'apposito tutorial, qui reso (giustamente) obbligatorio per prender la mano con le novità introdotte dalle meccaniche di gioco.

Andiamo ad esaminare nel dettaglio la dinamica del gameplay.
Come in Guitar Hero avremo uno spartito che scorre dall'alto verso il basso.
In questo caso però non avremo più 5 linee di interazione (collegate ai 5 tasti della chitarra o della batteria), bensì tre linee. Quelle esterne che rappresentano le due tracce audio del mix, e quella centrale dedicata principalmente alla linea di improvvisazione o di inserimento di effetti audio.
I tre pulsanti si riferiscono alle tre linee di cui sopra, e vanno premuti quando sullo spartito compare la battuta del relativo colore.

Le due tracce esterne aggiungono anche la segnalazione di spostare il crossfader tutto verso destra o sinistra, e di scratchare. Lo scratchare non consiste altro che nell'agitare il piatto avanti ed indietro mentre si tiene premuto il rispettivo tasto. Ai livelli più semplici non viene considerata la direzione verso cui scratchare, mentre ai livelli più alti bisogna condurre il piatto verso una determinata direzione (su o giù) con tempistiche particolari.
Infine il pitch funziona come una sorta di moltiplicatore e nella teoria lascia spazio al free-style, potendo scegliere che tonalità dare alla traccia. Purtroppo nella pratica questa discrezionalità viene un po' persa perché, se si vogliono fare più punti, bisogna semplicemente ruotare il pitch a sinistra e a destra in continuazione e velocemente, un po' come era per il “vibrato” sulla chitarra.

Difficile comunque descrivere l'azione a parole. All'inizio ci si potrebbe trovare spaesati, ma nel complesso troviamo che i comandi di DJ Hero siano dotati della giusta curva di apprendimento, in grado di portare i novizi a comprendere in fretta il funzionamento, così come di arricchire l'esperienza immedesimante per coloro che vogliono impegnarsi a fondo.
Anche la struttura di gioco, é stata ben adattata ai nuovi comandi, con bonus e metodo di punteggio che sono ben bilanciati nell'economia del gameplay.



In quanto a modalità, si sente in parte la mancanza di una carriera a sostenere i progressi nel gioco. Tuttavia é giusto lo sfondo che manca, perché l'impalcatura che sostiene il tutto é sempre quella: si comincia con una manciata di mix, si guadagnano tot stelle per ogni canzone, e si sbloccano nuovi brani.
Così sino alla fine, che non arriverà tanto presto, poiché i mix sono oltre 90. Per contro, va detto che una volta completate tutte le sessioni, verrà in parte a mancare la rigiocabilità di cui erano dotati i giochi con gli altri strumenti.
Vuoi perché i brani si ripetono già più volte nella composizione dei mix (la traccia dei Gorillaz non é stata inserita in un solo mix, ma in più di uno), vuoi perché suonare in una band dà un'altra sensazione, la ripetizione delle prestazioni non avrà la stessa attrattiva.

A meno che non utilizziate DJ Hero come sfondo per un party tra amici, in cui mentre qualcuno si diverte alla console gli altri ballano sulla musica sparata a tutto volume (in questo caso tuttavia dovrete munirvianche di alcolici, non forniti all'interno della confezione).
Nella situazione descritta, se siete dotati di un microfono, potrete persino aggiungere al gioco un amico a fare da speaker. Questo non presenterà una vera interazione come avviene nel cantato in Guitar Hero o Rock Band, dove bisogna seguire una linea melodica. Si tratta invece di una semplice aggiunta votata al freestyle, più per fare baccano e delirio che non per un gameplay videoludico a tutto tondo.
Altra cosa invece l'inserimento di alcune tracce (10 in totale) in cui é possibile dedicarsi anche allo spartito per chitarra (per chi la possiede). Si tratta di un'aggiunta per dare maggiore varietà, ma che sinceramente non troviamo sia estremamente indovinata, né tantomeno longeva, vista la sua portata limitata.
Così come é limitata la parte multiplayer, che si riduce alla possibilità di effettuare i mix in modalità versus oppure in cooperativa. Tutta un'altra cosa rispetto alle sessioni con la band, o addirittura in multi-band, delle produzioni votate al rock.

Anche la parte grafica nonpresenta particolari degni di nota.Anzi, presenta alcune involuzioni, come ad esempio la mancanzadell'editor del proprio alter-ego.
Si può solamente scegliere da una lista all'inizio limitata, che si espanderà con il proseguio del gioco, aggiungendo anche alcuni personaggi famosi, tra i quali spiccano sicuramente i coreografici Daft Punk (che presenziano anche con alcune loro tracce tra i vari mix).
E' possibile scegliere anche tra alcuni vestiti, oppure il modello della console, ma la customizzazione rimane limitata.
Gli scenari sono discretamente ricostruiti. Il pubblico si scatena di fronte ai palchi più variegati, ma ci ha stupito vedere come le azioni del Dj non fossero coordinate a quelle richieste dallo spartito (in pratica noi scratchavamo, e il Dj su schermo magari applaudiva o stava fermo con le mani), laddove la coordinazione sugli altri titoli musicali ha raggiunto una precisione notevole, e ciò serve naturalmente per un ulteriore immedesimazione.
Fortunatamente la regia delle riprese segue invece il ritmo della canzone, così non mancheranno zoom e contro-zoom della telecamera durante le scratchate o esplosioni sul palco durante i momenti più concitati.