DMC Devil May Cry

DMC Devil May Cry
Dopo fiumi di inchiostro versati (nel bene e nel male) dal giorno dell'annuncio ad oggi, per il binomio Capcom/Ninja Theory é finalmente giunto il momento di tirare le somme. Debutta, infatti, il controverso DMC Devil May Cry, il nuovo episodio/reboot della gloriosa saga di Dante creata nel lontano 2001 nonché primo capitolo della serie ad essere sviluppato per precisa volontà di Capcom al di fuori dei confini nipponici.

DMC Devil May Cry

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Nascosti in piena vista
In un mondo sempre più dedito al consumismo e preoccupato più dell'apparenza che della sostanza, le forze oscure hanno trovato la chiave per assoggettare l'intero genere umano con il minimo sforzo. Attraverso l'uso mirato della finanza, dell'informazione e persino del mercato delle bevande, il potente Mundus é, infatti, riuscito ad assopire la volontà degli abitanti della tranquilla citta di Limbo City, al punto da generare una vera e propria fenditura fra i due mondi in grado di far coesistere demoni ed esseri umani senza che quest'ultimi siano capaci di rendersene veramente conto.
Il fine ultimo di Mundus, ovviamente, non può che essere quello di estendere il proprio dominio anche sul resto del mondo terreno, utilizzando la new economy come un vero e proprio strumento di “coercizione volontaria”.
Purtuttavia, non tutti gli essere umani paiono essere completamente assoggettabili a questo tipo di iniziative. Una setta segreta nota con lo pseudonimo de “L'Ordine”, sembra infatti intenzionata a ribattere colpo su colpo nel tentativo di svegliare il genere umano da questa sorta di incubo ad occhi aperti chiamato “vita di tutti i giorni”, sfruttando le capacità di alcuni adepti come la giovane medium Kat, in grado a propria volta di percepire e fluttuare all'interno del mondo distorto creato da Mundus attraverso le medesime fenditure usate dagli abitanti dell'altro mondo.
La peggiore minaccia per il re dei demoni é tuttavia rappresentata dall'esistenza del Nefilim Dante, l'ibrido nato dall'unione tra l'angelo Eva ed il fratello demone di Mundus, Sparda. Privato della memoria ed affidato a degli esseri umani dopo l'uccisione della madre e la cattura del padre, Dante é, infatti, l'unico assieme al fratello gemello Virgil (di cui Mundus ignora l'esistenza) in grado di attraversare fisicamente le fenditure che collegano il mondo dei demoni a quello degli umani, oltreché il solo dotato dei poteri necessari per allontanare il re dei demoni da quella stessa Porta Infernale da cui trae costantemente potere ed invulnerabilità.

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Dante 2.0
Contrariamente a quanto temuto dai fans della serie, il DMC ideato dall'occidentalissimo team Ninja Theory ha il merito di rinverdire i fasti un franchise sempre più sottotono, sfruttando a dovere i punti di forza della saga all'interno di un universo narrativo (e non) sicuramente nuovo ma pur sempre legato a doppio filo alla timeline principale. Abbandonate le classiche atmosfere gotiche dei precedenti capitoli in favore di ambienti di gioco decisamente più moderni e sgargianti del solito (Enslaved docet) e ridefinito lo stile stesso di Dante seguendo concetti meno “evocativi” o stereotipati e più vicini ai giorni nostri, il team di sviluppo ci regala un gioco decisamente adrenalinico e divertente, basato ancora una volta sul superamento di ben venti livelli di gioco di pura azione, collegati fra loro attraverso il sapiente uso di situazioni ed eventi che porteranno alfine un acerbissimo Dante a diventare il personaggio che abbiamo imparato ad apprezzare dal 2001 ad oggi.
A prescindere dalla querelle legata alle fattezze del nuovo protagonista (sicuramente diverso ma non per questo meno adatto o fuori contesto in un gioco che punta a ridefinire uno standard), l'antieroe pensato da Ninja Theory é frutto di una sorta di reverse engineering applicato ad un personaggio palesemente inesperto e pertanto distante anni luce dall'uomo che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni.
Completamente privo della memoria e non ancora conscio dei propri poteri di Nefilim, Dante é un ragazzo decisamente immaturo e fuori dagli schemi, poco incline al rispetto delle regole, noncurante del mondo che lo circonda ma inspiegabilmente assuefatto alla doppia realtà alla quale si trova, di fatto, incatenato. I continui salti attraverso le fenditure, gli attacchi da parte dei demoni, la trasformazione stessa di Limbo City in una vera e propria anti-città senziente che muta e si contorce nel tentativo di eliminarlo una volta per tutte. Tutto questo per Dante pare avere paradossalmente senso, pur non riuscendo a comprendere fino in fondo i veri motivi per cui tutto questo in realtà accade.



Solo l'incontro non troppo casuale con Kat (la sola essere umana capace di muovi attraverso il Limbo sotto forma di entità extra-corporea) e Virgil daranno, di fatto, modo al protagonista di prendere veramente coscienza del proprio destino e di sfruttare questa nuova consapevolezza per chiudere la porta dell'inferno una volta per tutte.

Doppia natura, doppio divertimento
La doppia natura di Dante teorizzata da Ninja Theory (novità assoluta per la serie visto che nel primo episodio di Devil May Cry Eva apparteneva alla razza umana) ha dato modo allo stesso team di sviluppo di variare notevolmente il numero di azioni disponibili per il protagonista. Per la prima volta, Dante può, infatti, avvalersi di due nuovi set di armi strettamente legati alla propria doppia natura di angelo e demone, che sulla falsariga di quanto già visto in Devil May Cry 3 potranno essere attivate - o scambiate- “on the fly” con una semplice azione sul D-PAD anche nel corso dello stesso combattimento. Attraverso l'uso del grilletto di destra é possibile dar sfogo alla furia di Arbiter, una potente ascia demoniaca caratterizzata da un peso decisamente importante e capace di spezzare anche le difese più arcigne. Con il grilletto di sinistra é invece possibile attivare la falce angelica Osiris, capace al contrario di dar vita a sinuose danze di morte in grado di “coinvolgere” anche i nemici più distanti. In completa antitesi anche l'effetto dei due rampini “secondari” legati alle stesse armi, capaci di proiettare direttamente il protagonista verso l'avversario di turno (Elevazione Angelica) o al contrario di attirare a sé sia oggetti che nemici (Richiamo Demoniaco concettualmente identico al Devil Bringer di Nero).

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Gli stessi rampini che durante la fase esplorativa vera e propria potranno - e dovranno- essere alternati per superare ostacoli e realizzare percorsi alternativi fondamentali per il proseguo stesso del gioco, oltreché per attivare l'accesso ad alcune particolari aree bonus altrimenti impossibili da raggiungere.

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9

Voto

Redazione

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DMC Devil May Cry

La risposta alla consueta domanda é: si, questo é un Devil May Cry in tutto e per tutto. La presenza di un Dante tanto diverso non inficia, infatti, il valore in senso assoluto dell'opera firmata Ninja Theory, capace di affrontare con coraggio il restyling di una serie da cui aveva forse più da perdere che non da guadgnare. Un gioco da avere a tutti i costi, a prescindere dal fatto che siate o meno dei fans del mezzo demone Dante.

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