DMC Devil May Cry
di
Sonny Ubertini
Devil may Cry ricomincia daccapo, e nel farlo ci racconta le origini di Dante. Più giovane e con meno forfora nei capelli, il ragazzo demone é un vagabondo di Limbo City, fiorente centro del potere mondiale e società distopica che manipola la sua popolazione con bevande demoniache e telegiornali corrotti. Gli ignari cittadini vivono quindi senza consapevolezza e libertà, guidati da una chimera che gli nasconde demoni e orrori alle proprie spalle. Questo però non vale per Dante, figlio dell'angelo Eva e del demone Sparda, discendenza che gli ha permesso di essere un Nephilim, essere mezzosangue unico quanto pericoloso. E quando sei figlio dello stesso traditore che fece crollare su sé stesso il mondo dei demoni, é chiaro che Mundus -tiranno gestore di Limbo City e principe dei demoni- ti darà la caccia senza sosta. Così, da fuggitivo sregolato strappa-cuori, durante un raid demoniaco ai suoi danni Dante incontrerà Kat, membro del cosiddetto Ordine che nasce con l'obiettivo di contrastare le bugie di Mundus. L'incontro non sarà altro che il primo dei numerosi avvenimenti che comporranno l'avventura principale.
Ora come in passato, l'esperienza si svilupperà durante 20 missioni che andranno a formare l'arco narrativo principale. Tra fronde di nemici e fughe rocambolesche, l'avventura di Dante sarà piuttosto movimentata e frenetica, alla ricerca di una memoria perduta -con tutti i fantasmi del caso- e allo stesso tempo del confronto con la nemesi di sempre: Mundus. In mezzo a questo plot ci saranno diversi personaggi storici, come un Vergil scaltro e rivoluzionario che con l'ingegno tenterà di eliminare il principe dei demoni, o new entry come la già citata Kat, una giovane ragazza che darà man forte ai due fratelli. Tutto questo, mischiato all'ottima regia a cui ormai Ninja Theory ci ha abituati, andrà a comporre un quadro piuttosto interessante su un plot che riserverà diverse chicche e colpi di scena. Ma Dante non sarà semplicemente inseguito da normali demoni; avrà a che fare con un intero scenario che lo bracca senza sosta. Limbo City é infatti un'entità nemica cosciente e perennemente alla caccia del protagonista, arrivando a modificare le proprie fondamenta pur di ucciderlo.
E proprio ricollegandoci all'aspetto di Limbo, é da elogiare il lavoro fatto nel design. Discostandosi dal passato -ma non senza qualche piccolo rimando, specialmente al secondo e al quarto capitolo- abbiamo di fronte dei protagonisti più acerbi e realistici gettati in un mondo ostile e sporco. Le tonalità accese si contrappongono ad ambientazioni contaminate e in movimento -Limbo sarà costantemente vostro nemico- che allo stesso tempo passeranno a uno stile più psichedelico e fuori di testa. L'insieme risulta particolarmente bene soprattutto anche grazie al sonoro che contorna il gioco: sviluppata su misura dai gruppi Noisia e Combichrist, la colonna sonora offre scorci Dubstep e Industrial Metal, atti a sottolineare per l'ennesima volta il cambio di stile operato rispetto al passato, che già dal video di introduzione mostrerà i denti e saprà immergere il giocatore nell'esperienza violenta e selvaggia del protagonista. Il lavoro complessivo é ottimo, dove un design accattivante viene accompagnato da un sonoro altrettanto adeguato, scorrendo liscio come l'olio.
Sul fronte visivo abbiamo un Unreal Engine spremuto come si deve -abbandonato quindi il Work Frame della maggior parte dei titoli Capcom- capace di offrirci ottimi scorci visivi, animazioni di qualità e un altrettanto ottimo motion capture che ha saputo rendere particolarmente efficaci i dialoghi. Non male il design dei nemici, anche se a un certo punto verranno riproposte delle versioni simili ma che necessitano di apposite armi per essere sconfitte, risultando un po' ripetitive alla lunga sul fronte estetico. Buone notizie anche per i giocatori PC che avranno a che fare con un titolo ben ottimizzato e piuttosto appagante visivamente -riconfermando la striscia positiva dei porting pc di Capcom degli ultimi anni-, per quanto la personalizzazione tecnica sia abbastanza limitata. Per la prima volta nella saga, é correlato un buon doppiaggio nostrano, nonostante quello originale mantenga un livello altissimo e ottimamente recitato, grazie anche all'uso di slang che rendono i dialoghi più realistici.
Per quanto riguarda il gameplay il titolo si dimostra affezionato ai canoni classici, ma non per questo restio a spolverarlo. Dante continuerà a combattere alternando armi da fuoco a quelle da mischia, il tutto con gli immancabili punti stile che decreteranno le sue abilità di guerriero. Ma a questo giro avrà a disposizione due tipologie in più di attacchi: sulla falsariga di quanto visto in Heavenly Sword, con la pressione costante di due tasti appositi Dante potrà usare le armi demoniache e quelle angeliche. Le prime offrono un set di attacchi ad area utili per colpire più nemici e allo stesso tempo sgombrare la zona, mentre le seconde offrono attacchi singoli molto più lenti ma altrettanto devastanti. Questa deviazione del gameplay si propone anche come sostituzione ai classici 4 stili che si presentavano in passato.
Per il resto, saranno presenti le classiche Ebony e Ivory, immancabili pistole di Dante, e Rebellion, spada donatagli da Sparda -che si rivelerà come sempre l'arma più pratica del gioco-, e altri gingilli che verranno sbloccati con l'avanzare della storia. Il gameplay, c'é da dire, funziona molto bene; le abilità potranno essere apprese in ogni istante tramite punti abilità ottenibili con la bravura del giocatore nel raccattare punti stile, il tutto senza limiti di sorta: se il giocatore vuole imparare lo Stinger della Rebellion e subito dopo i suoi successivi upgrade, sarà libero di farlo, rendendo l'esperienza altamente personalizzata. A un certo punto si sbloccherà anche la Devil Trigger, modalità in cui Dante diventa un superuomo e il tempo viene letteralmente fermato, lasciando i nemici vittime alla carneficina.
Altra novità si sono rivelate le sezioni platform. Nel corso dell'esperienza Dante acquisirà due particolari rampini -che si rifanno molto al Devil bringer del quarto episodio- di cui uno per attirare i nemici e l'altro per raggiungerli. Questi oggetti potranno anche essere usati su particolari punti dello scenario per poter andare avanti, come aggrapparsi a uno spigolo o tirare verso di sé un pezzo di terra. Per quanto semplici, c'é da dire che si sono rivelate piuttosto divertenti e utili per spezzare il ritmo tra un combattimento all'altro. I problemi sorgono però quando la telecamera inizia a fare le bizze. Prevalentemente é in mano al giocatore, ma capiterà spesso che inizi a partire per conto proprio intralciandoci i combattimenti. Come se non bastasse, manca il classico lock on che permetteva di concentrarsi su chi volesse il giocatore: quest'assenza riduce spesso gli scontri a fare momentanei mordi e fuggi per potersi riorganizzare in spazi più aperti: una piccola pecca per un gameplay che funziona egregiamente anche a questo giro. Un po' semplificato, certo, ma comunque superiore alla media degli action attualmente sul mercato.
A proposito della difficoltà, il gioco si dimostra abbastanza facile, anche più del quarto capitolo; per questo é consigliabile iniziarselo subito al livello di difficoltà Nephilim per potersi godere un'esperienza più varia, che dovrebbe aggirarsi sulle 8-10 ore. Ovviamente una volta finito il gioco verranno sbloccate nuove difficoltà e skin, senza contare le 21 missioni segrete, la percentuale di completamento dei livelli stessi e il potenziare ogni singola abilità. E, se fosse necessario farlo notare, anche segnare punteggi stile sempre più alti. Il gameplay é piuttosto funzionale su tastiera, ma in giochi come questo é caldamente consigliato l'uso di un controller per poter beneficiare al massimo di tutte le sue opzioni. Una piccola nota anche per i boss, curati a livello scenografico, ma piuttosto semplicistici come impostazione. Per la maggior parte del tempo li si dovrà randellare finché non sarà richiesta una particolare azione per riportarli in campo o stordirli efficacemente. Interessante che durante questi combattimenti siano presenti alcuni dei livelli più spettacolari del gioco, conditi di humor nero e stile fuori di testa, ma a voi il piacere di scoprirli.
Ora come in passato, l'esperienza si svilupperà durante 20 missioni che andranno a formare l'arco narrativo principale. Tra fronde di nemici e fughe rocambolesche, l'avventura di Dante sarà piuttosto movimentata e frenetica, alla ricerca di una memoria perduta -con tutti i fantasmi del caso- e allo stesso tempo del confronto con la nemesi di sempre: Mundus. In mezzo a questo plot ci saranno diversi personaggi storici, come un Vergil scaltro e rivoluzionario che con l'ingegno tenterà di eliminare il principe dei demoni, o new entry come la già citata Kat, una giovane ragazza che darà man forte ai due fratelli. Tutto questo, mischiato all'ottima regia a cui ormai Ninja Theory ci ha abituati, andrà a comporre un quadro piuttosto interessante su un plot che riserverà diverse chicche e colpi di scena. Ma Dante non sarà semplicemente inseguito da normali demoni; avrà a che fare con un intero scenario che lo bracca senza sosta. Limbo City é infatti un'entità nemica cosciente e perennemente alla caccia del protagonista, arrivando a modificare le proprie fondamenta pur di ucciderlo.
E proprio ricollegandoci all'aspetto di Limbo, é da elogiare il lavoro fatto nel design. Discostandosi dal passato -ma non senza qualche piccolo rimando, specialmente al secondo e al quarto capitolo- abbiamo di fronte dei protagonisti più acerbi e realistici gettati in un mondo ostile e sporco. Le tonalità accese si contrappongono ad ambientazioni contaminate e in movimento -Limbo sarà costantemente vostro nemico- che allo stesso tempo passeranno a uno stile più psichedelico e fuori di testa. L'insieme risulta particolarmente bene soprattutto anche grazie al sonoro che contorna il gioco: sviluppata su misura dai gruppi Noisia e Combichrist, la colonna sonora offre scorci Dubstep e Industrial Metal, atti a sottolineare per l'ennesima volta il cambio di stile operato rispetto al passato, che già dal video di introduzione mostrerà i denti e saprà immergere il giocatore nell'esperienza violenta e selvaggia del protagonista. Il lavoro complessivo é ottimo, dove un design accattivante viene accompagnato da un sonoro altrettanto adeguato, scorrendo liscio come l'olio.
Sul fronte visivo abbiamo un Unreal Engine spremuto come si deve -abbandonato quindi il Work Frame della maggior parte dei titoli Capcom- capace di offrirci ottimi scorci visivi, animazioni di qualità e un altrettanto ottimo motion capture che ha saputo rendere particolarmente efficaci i dialoghi. Non male il design dei nemici, anche se a un certo punto verranno riproposte delle versioni simili ma che necessitano di apposite armi per essere sconfitte, risultando un po' ripetitive alla lunga sul fronte estetico. Buone notizie anche per i giocatori PC che avranno a che fare con un titolo ben ottimizzato e piuttosto appagante visivamente -riconfermando la striscia positiva dei porting pc di Capcom degli ultimi anni-, per quanto la personalizzazione tecnica sia abbastanza limitata. Per la prima volta nella saga, é correlato un buon doppiaggio nostrano, nonostante quello originale mantenga un livello altissimo e ottimamente recitato, grazie anche all'uso di slang che rendono i dialoghi più realistici.
Per quanto riguarda il gameplay il titolo si dimostra affezionato ai canoni classici, ma non per questo restio a spolverarlo. Dante continuerà a combattere alternando armi da fuoco a quelle da mischia, il tutto con gli immancabili punti stile che decreteranno le sue abilità di guerriero. Ma a questo giro avrà a disposizione due tipologie in più di attacchi: sulla falsariga di quanto visto in Heavenly Sword, con la pressione costante di due tasti appositi Dante potrà usare le armi demoniache e quelle angeliche. Le prime offrono un set di attacchi ad area utili per colpire più nemici e allo stesso tempo sgombrare la zona, mentre le seconde offrono attacchi singoli molto più lenti ma altrettanto devastanti. Questa deviazione del gameplay si propone anche come sostituzione ai classici 4 stili che si presentavano in passato.
Per il resto, saranno presenti le classiche Ebony e Ivory, immancabili pistole di Dante, e Rebellion, spada donatagli da Sparda -che si rivelerà come sempre l'arma più pratica del gioco-, e altri gingilli che verranno sbloccati con l'avanzare della storia. Il gameplay, c'é da dire, funziona molto bene; le abilità potranno essere apprese in ogni istante tramite punti abilità ottenibili con la bravura del giocatore nel raccattare punti stile, il tutto senza limiti di sorta: se il giocatore vuole imparare lo Stinger della Rebellion e subito dopo i suoi successivi upgrade, sarà libero di farlo, rendendo l'esperienza altamente personalizzata. A un certo punto si sbloccherà anche la Devil Trigger, modalità in cui Dante diventa un superuomo e il tempo viene letteralmente fermato, lasciando i nemici vittime alla carneficina.
Altra novità si sono rivelate le sezioni platform. Nel corso dell'esperienza Dante acquisirà due particolari rampini -che si rifanno molto al Devil bringer del quarto episodio- di cui uno per attirare i nemici e l'altro per raggiungerli. Questi oggetti potranno anche essere usati su particolari punti dello scenario per poter andare avanti, come aggrapparsi a uno spigolo o tirare verso di sé un pezzo di terra. Per quanto semplici, c'é da dire che si sono rivelate piuttosto divertenti e utili per spezzare il ritmo tra un combattimento all'altro. I problemi sorgono però quando la telecamera inizia a fare le bizze. Prevalentemente é in mano al giocatore, ma capiterà spesso che inizi a partire per conto proprio intralciandoci i combattimenti. Come se non bastasse, manca il classico lock on che permetteva di concentrarsi su chi volesse il giocatore: quest'assenza riduce spesso gli scontri a fare momentanei mordi e fuggi per potersi riorganizzare in spazi più aperti: una piccola pecca per un gameplay che funziona egregiamente anche a questo giro. Un po' semplificato, certo, ma comunque superiore alla media degli action attualmente sul mercato.
A proposito della difficoltà, il gioco si dimostra abbastanza facile, anche più del quarto capitolo; per questo é consigliabile iniziarselo subito al livello di difficoltà Nephilim per potersi godere un'esperienza più varia, che dovrebbe aggirarsi sulle 8-10 ore. Ovviamente una volta finito il gioco verranno sbloccate nuove difficoltà e skin, senza contare le 21 missioni segrete, la percentuale di completamento dei livelli stessi e il potenziare ogni singola abilità. E, se fosse necessario farlo notare, anche segnare punteggi stile sempre più alti. Il gameplay é piuttosto funzionale su tastiera, ma in giochi come questo é caldamente consigliato l'uso di un controller per poter beneficiare al massimo di tutte le sue opzioni. Una piccola nota anche per i boss, curati a livello scenografico, ma piuttosto semplicistici come impostazione. Per la maggior parte del tempo li si dovrà randellare finché non sarà richiesta una particolare azione per riportarli in campo o stordirli efficacemente. Interessante che durante questi combattimenti siano presenti alcuni dei livelli più spettacolari del gioco, conditi di humor nero e stile fuori di testa, ma a voi il piacere di scoprirli.
DMC Devil May Cry
8.5
Voto
Redazione
DMC Devil May Cry
In definitiva questo DmC non ha niente da invidiare al passato. Ironico e spesso volgare, punta su uno stile più spensierato e divertente. Molta autoironia e stile a palate, questa prima prova non fa rimpiangere il passato, tantomeno il protagonista che per quanto più infantile, mantiene il sarcasmo e quel carisma che lo contraddistinguono. Alcune cosa vanno limate, ma niente di così pesante da scalfire l'ottima -e a volte brillante- ripartenza di questa saga.