DOOM (2016)
Dopo essere apparso su tutte le console next gen disponibili (e aspettiamo un prossimo aggiornamento 4K), lo shooter Id Software approda anche sulla nuova console Nintendo in un’edizione che riesce a trasportare buona parte del feeling originale, sacrificando parte delle virtù tecniche che l’hanno invece consacrato come uno dei migliori esempi di potenza e “classe” artistica. Che cos’è Doom non ve lo spiegheremo una seconda volta, dal momento che il nostro Valerio l’ha già fatto in maniera egregia qui. Piuttosto vogliamo soffermarci un attimo sul feeling restituito dal gioco nelle sue due incarnazioni possibili su Switch.
Da un punto di vista squisitamente tecnico il gioco ha rinunciato a buona parte di quella forza bruta mostrata soprattutto in ambito PC, sacrificata sull’altare della fluidità ad ogni costo. Sia sulla dock, che in versione portable, Doom gira sempre spremendo il massimo delle potenzialità della console fino all’ultimo fotogramma e dobbiamo dire che da questo punto di vista non possiamo fare che fare un plauso agli sviluppatori. Soprattutto nella sua versione portatile, Doom rimane sempre bellissimo da vedere e lo schermo ridotto aiuta a nascondere i compromessi raggiunti per garantire sempre i sessanta frame al secondo.
Discorso diverso, invece, quando portiamo il gioco sulla dock e lo eseguiamo su uno schermo di dimensioni più generose, dove i tagli e le texture più levigate saltano maggiormente all’occhio. Mettiamo le mani avanti: rimane sempre un signor gioco, bello da guardare e ricco di dettagli, ma è ovvio che il confronto con i sistemi superiori sia impietoso. Ma come già detto, l’ottimo lavoro svolto ci permette comunque di calarci nei panni del marine spaziale e di rimanere visceralmente coinvolti dall’adrenalina dell’azione di gioco. Dopo qualche minuto di frag furiosi e movimenti iper veloci, non si fa più caso alla grafica e si avanza con il pilota automatico.
Quello a cui dovrete invece fare davvero l’abitudine è il sistema di controllo, perché sia la versione portatile che i joy-con non sono esattamente il massimo per vivere uno shooter al massimo delle sue potenzialità, per cui il nostro consiglio è quello di puntare sul classic controller, che restituisce al meglio il feeling del combattimento e la sensazione di avere sempre il pieno controllo delle operazioni. Tra le modalità di gioco presenti abbiamo trovato anche quel multiplayer che già aveva storcere il naso anche sulle piattaforme "maggiori" e che qui sfiora l'inutilità. Vuoi per la mancanza di un sistema di mira così preciso e reattivo come trovato su altri lidi, vuoi anche perchè la scena tende a "impastarsi" e a non essere sufficientemente chiara per comprendere quanto vi accade intorno. Ad ogni modo i server di gioco sono praticamente vuoti, ragion per cui vi rassegnerete a terminare la lunga avventura principale per poi dedicarvi alla bellissima modalità Arcade.