Downforce

di Redazione Gamesurf

Che questa sia l'estate dei simulatori di guida, ci sono pochi dubbi, e la dimostrazione l'abbiamo con la recente pubblicazione dell'ennesimo capitolo sulla Formula 1 targato EA, a cui seguirà di qualche giorno l'attesissimo nuovo lavoro di Geoff Crammond, il mai troppo atteso GP4, a completare il quadro roseo contribuiranno anche l'uscita di diversi titoli sui Rally.

Beh, l'abbondanza non ha mai fatto male a nessuno, ma poniamo il caso che a voi dei sofisticati ma incomprensibili setup delle vetture, della noiosa monotonia delle gare dell'attuale F1, dei complicati regolamenti e di disporre un motore fisico accurato, non ve ne freghi assolutamente niente, anzi queste caratteristiche vi fanno accapponare la pelle, cosa rimane da fare?

Una possibile risposta c'è la da Smart Dog (il gioco è pubblicato dalla TITUS) con il suo Downforce, un gioco di guida che ha veramente poco da condividere con i titoli sopraccitati, numero delle ruote a parte, che focalizza l'attenzione su aspetti completamente diversi.
Vediamone assieme le caratteristiche salienti, iniziando dalla trama, che in questi giochi prettamente Arcade, serve per creare un background su cui sviluppare i portentosi veicoli.



Downforce ci proietta in un ipotetico futuro dove le gare
tra piloti si svolgono su vetture che di convenzionale hanno ben poco e che sono state progettate e costruite, tenendo bene in mente un solo elemento: la velocità. Il raggiungimento di quest'obiettivo è talmente importante, che il resto è sviluppato con estrema superficialità, comprese le dotazioni di sicurezza del pilota, che in pratica non esistono proprio. Anzi, la miscela che si ottiene con l'alta velocità e la possibilità di ricevere un danno fisico è molto apprezzato dal cinico spettatore di queste spettacolari, ma pericolose competizioni.

Il modello fisico semplicemente ... non è un modello fisico, le vetture corrono in maniera adrenalinica, effettuano accelerazioni e frenate fuori dai parametri della fisica conosciuta e la tenuta di strada è affidata a pneumatici che sono realizzati con una mescola che consente un grip impensabile, ma questo non è un vero difetto, quanto una precisa volontà di realizzare un gioco che consentisse a tutti di poter affrontare tranquillamente gli ostacoli offerti dai circuiti più impegnativi, concentrandosi su un divertimento che non è legato alla tecnica di guida, ma alla giocabilità.

Il comparto grafico di Downforce non brilla di certo, ma non presenta neanche difetti macroscopici, da un lato osserviamo dei discreti modelli poligonali delle vetture che, come si evince chiaramente dalle foto, si ispirano alle F1 attuali e si differenziano in modo credibile l'una dalle altre. Dall'altra miriamo dei circuiti, quasi tutti ambientati in territorio urbano, che sono realizzati con molta cura e che presentano punti particolarmente ostici; certo alcune texture si sarebbero potute realizzare con maggior cura, ma nel complesso il risultato è più che soddisfacente, inoltre mi sono molto piaciuti alcuni effetti speciali, come quello del sole che a volte ci abbaglia uscendo da dietro un palazzo.

Comunque in giochi prettamente Arcade come questo, di solito la grafica è spettacolare, e rappresenta uno dei punti di forza del gioco, dove le immagini si susseguono come in un caleidoscopio di luci e colori (il pensiero corre subito a titoli frenetici ed adrenalinici come WipeOut o a Extreme G), in questo senso Downforce non esprime il meglio di se. Peccato perché la PS2 ha poligoni da vendere e questa poteva essere l'occasione per sfruttarne un bel po', ad ogni modo il frame rate rimane sempre su livelli più che accettabili, anche quando viene attivata la divertente modalità splitscreen.