Dragon Age II

di Fabio Fundoni
Arazzo medievale Che sia stato abbattuto il muro che poteva tenere distante la massa dei giocatori meno avvezzi a districarsi tra decine di statistiche e simili, non é dunque un mistero. Il fatto potrebbe essere semplicemente una delusione per alcuni e una notizia ottima per altri, sebbene il tentativo non ci mette in mano quello che potremmo definire un perfetto ibrido tra GDR e action. Qualche cosa si é infatti persa, vedi la chiarezza e l'immediatezza dei menù di scelta delle abilità, adesso separate in tronconi e non più nella medesima schermata, cosa che si rivela una lungaggine nel decidere come allocare i propri punti esperienza una volta saliti di livello. Situazione similare per la schermata di equipaggiamento, dove avremo controllo totale su Hawke, mentre per quanto riguarda i comprimari avremo minore impatto, con le armature che saranno “bloccate” e quindi non customizzabili. Piccole cose, che concorrono però a dare meno immedesimazione al giocatore.



Poco da dire invece per quanto riguarda la parte narrativa, con BioWare ancora una volta capace di dare vita ad una delle storie più avvincenti ed appassionanti del mondo videoludico, con un universo sempre più particolareggiato e curato nei minimi particolari, tornito da quest intriganti, personaggi ben caratterizzati e una cosmologia estremamente nutrita. Troveremo decine e decine di tomi sulla nostra strada e i più pazienti potranno leggerli per conoscere il mondo in questione in ogni suo più piccolo particolare, mentre le nostre scelte avranno un discreto impatto sull'evolversi degli eventi, cambiando i fatti e generando nei personaggi non giocanti particolari reazioni nei nostri confronti, in base alle prese di posizione che potremo tenere. Ancora una volta infatti i dialoghi sono decisi da diverse opzioni, selezionabili tramite gamepad e suddivise in varie tipologie: gentili, aggressive, accomodanti, ironiche e via dicendo. Ovviamente, se dalla vostra bocca dovessero uscire parole troppo violente, non lamentatevi se qualche testa calda proverà a tagliarvi la gola!




Novità anche dal punto di vista tecnico, dove la grafica ha subito una revisione, non totale, ma visibile. Lo stile é più “duro” e spigoloso, con ascendenti decisamente gotici e uno stile vagamente dark. Tecnicamente sono state apportate migliorie nella realizzazione di molti elementi, soprattutto i modelli poligonali e le texture facciali, ma questo sembra aver avuto un costo in termini di prestazioni, con caricamenti abbastanza invasivi e qualche difetto visibile. Insomma, volendo fare un paragone col precedente capitolo, se un piatto della bilancia aumenta il suo peso, l'altro lo vede diminuire. Meglio il sonoro, decisamente di alto livello, con musiche epiche e un doppiaggio completo del protagonista che, però, parla unicamente in inglese, con sottotitoli in italiano.

Dragon Age 2 é dunque un gioco decisamente buono e consigliato a tutti coloro che non vogliono perdersi le evoluzioni della bellissima storia già imbastita dai BioWare, ma sembra aver perso qualche pezzo per strada quando si tratta di andare a cercare la profondità che ogni giocatore di ruolo vorrebbe vedere. Sottolineiamo però che chi invece si spaventava davanti all'impegno necessario nel gioco precedente potrebbe ora essere più propenso a diventare parte di questa avventura. Molto dipenderà quindi da voi e dalla vostra tipologia di videogiocatore, ma é indubbio che, quando in ballo c'é il team di sviluppo in questione, i fan di vecchia data si aspettino qualcosa di più. Quel qualcosa di più che qui manca e non permette di salire l'ultimo scalino per raggiungere la vetta qualitativa. Da giocare, aspettando di vedere che strada intraprenderà BioWare nel suo futuro.