Dragon Age: Inquisition

di Valerio De Vittorio
Se siete amanti dei giochi di ruolo occidentali, solo a sentir nominare Bioware dovreste iniziare a sentire il battito accelerare, i brividi corrervi lungo la schiena, e la camicia vi si dovrebbe macchiare di sudore sotto le ascelle. Niente di strano, dopotutto parliamo dei papà di Baldur's Gate, Star Wars Knights of the Old Republic e Mass Effect, giusto per citare alcuni dei loro prodotti più famosi. Quando nel 2009 Muzyka e compagni diedero in pasto alle masse Dragon Age: Origins sembrava l'inizio di una nuova era classica per gli RPG, che tornavano finalmente al fantasy tradizionale e a meccaniche complesse e profonde. Il sogno é però durato poco, infrantosi un paio d'anni dopo contro un Dragon Age 2 tutt'altro che convincente. Con il terzo capito si é fortunatamente deciso di fare le cose con calma e puntare in alto, molto in alto, spingendosi verso nuovi orizzonti, a sentire alcuni per sfidare persino The Elder Scrolls. Avendo finalmente approfondito la nostra conoscenza con Dragon Age: Inquisition, possiamo dirvi con tranquillità che ci troviamo davanti ad un'opera eccellente, classica e moderna allo stesso tempo, assolutamente da non perdere per ogni fan.



THE Dragon Age Setting


La ormai trilogia di Dragon Age ci porta nelle terre di Thedas, dove razze diverse convivono, si scontrano, creano alleanze ed entrano in guerra da secoli. Bioware ha costruito un "lore" capace di sfruttare elementi tradizionali, come nani, elfi, maghi, guerrieri e quant'altro infondendo però una personalità propria molto forte. Non ci addentreremo troppo, anche perché avremmo bisogno di decine di pagine solo per raccontarvi il setting di gioco. In Inquisition creerete e controllerete il vostro alter ego che per una serie di eventi si ritrova a guidare l'Inquisizione, per salvare il mondo dalla catastrofe. Il tutto é molto meno banale di così, ve lo assicuriamo, e la nostra descrizione non rende giustizia ad un plot non molto originale nelle premesse ma scritto davvero bene. Ma é più divertente lasciare a voi il piacere di scoprirlo. I vari comprimari sono memorabili così come gli avversari che incontrerete per strada. Torna quello che é divenuto ormai un marchio di fabbrica per Bioware, ovvero la possibilità di compiere scelte più o meno fondamentali, influenzando direttamente il dipanarsi degli eventi.

Il risultato é un racconto fantasy di grande spessore, molto coinvolgente, capace di incollare allo schermo dall'inizio alla fine. Arrivati ai titoli di coda, poi, avrete molte ragioni per ricominciare da capo, creando un nuovo eroe e vivendo un'avventura differente, visto che a partire dalla razza scelta, tantissimi elementi influenzeranno ciò che vi verrà raccontato. Senza dimenticare i dialoghi a scelta multipla, che sfruttano l'ormai noto menu radiale. Il gioco tramite alcune indicazioni, ci suggerisce anche le conseguenze delle nostre risposte, opzione che é possibile disattivare nel caso preferiate un'esperienza più imprevedibile.Insomma, non possiamo che promuovere a pieni voti una componente narrativa corposa ed appassionante. Si fosse lavorato un po' meglio sulle espressioni facciali, ed inserito scene di intermezzo un po' più dinamiche rispetto ai classici dialoghi con la telecamera quasi sempre fissa, Inquisition avrebbe toccato la perfezione.

Un vero leader


La vostra partita con Dragon Age: Inquisition inizierà nel modo più tradizionale, ovvero creando un nuovo personaggio. L'editor é davvero ben fatto e soddisfacente in quanto a numero di opzioni. Peccato per una certa "plasticosità" dei modelli poligonali che limita un po' il risultato finale, almeno sul fronte estetico, ma su questi dettagli torneremo più avanti. Si sceglie prima una tra le quattro razze, Umani, Elfi, Nani e Quinari, e una tra le tre classi, Guerriero, Ladro e Mago. Le prime due permettono anche di selezionare subito una specializzazione. Vi verrà anche chiesto se volete importare il vostro profilo da Dragon Age Keep. Il nostro consiglio é di andare sul sito ufficiale di questa divertente applicazione che vi permette di ripassare la storia dei vecchi capitoli e di fare alcune scelte, così da modificare il mondo nel quale vi avventurerete con Inquisition. Il titolo Bioware é un'avventura fantasy di proporzioni enormi.
vimager1, 2, 3

Potremmo citare Skyrim come paragone, ma la realtà é che i due titoli sono molto diversi e quello che Inquisition perde in termini di personalizzazione e libertà, lo guadagna in qualità e varietà. Il mondo é liberamente esplorabile, ma le varie zone andranno sbloccate e sono separate tra loro, anziché essere parte di un'unica gigantesca mappa. E poi non é possibile comportarsi come si vuole, attaccando chiunque o rubando, ad esempio. In questo, Bioware ha giocato in casa proponendo un'esperienza assolutamente familiare a tutti i suoi fan. Quello che abbiamo é invece un'esperienza ruolistica spessa e densa. Girovagando per le splendide ambientazioni troveremo sempre qualcosa da fare. Da banali collezionabili a sotto missioni più interessanti, tutto ha un suo posto e riempirà il vostro tempo mentre cercherete di portare a termine la quest principale. La nostra giornata tipo in Dragon Age: Inquisition spesso é cominciata dal Consiglio di Guerra, la sala dove ci potremo consultare con i leader dell'Inquisizione sul da farsi. Una mappa di Thedas divisa tra i due regni, quello di Orlais e di Ferelden, ci mostra diversi punti sensibili coi quali interagire.

In stile gioco strategico potremo inviare uno dei nostri collaboratori per convincere una fazione a darci una mano, a ritrovare dei soldati dispersi, ad esplorare un'area e così via. Spesso dovremo attendere del tempo, anche ore intere reali (ma queste scorrono anche a console spenta), in cambio otterremo risorse di vario genere oppure sbloccheremo nuove zone che poi potremo visitare in prima persona. La sezione gestionale si risolve comunque in poco tempo e il cuore della vostra esperienza sarà l'esplorazione degli splendidi ambienti realizzati da Bioware che non ci stanchiamo di dirlo, vi offriranno ore ed ore di "cose da fare". Il sistema é però ben pensato e ci ha fatto sentire veramente dei leader, prima incerti e bisognosi di affermarsi, successivamente sicuri delle proprie scelte e capaci di assumersi le proprie responsabilità. Perché ricordate che parliamo di un gioco Bioware, ogni azione avrà una conseguenza.



Tattico o action?


Ma chi gioca ad un RPG ama anche menare le mani, l'asta da mago e l'ascia da guerriero. Per quanto l'esperienza con Dragon Age: Inquisition ci sia parsa molto equilibrata, i combattimenti occuperanno una certa percentuale del vostro tempo senza comunque diventare predominanti. Questi possono essere gestiti in due modi, sia in tempo reale, in uno stile più squisitamente console se ci perdonate questa definizione, ed uno più ragionato, attivando la pausa tattica, con la visuale che si alza a volo d'uccello. Con la prima tenendo premuto il tasto d'attacco potremo concatenare colpi semplici, mentre le nostre abilità saranno assegnate ai vari pulsanti del pad, così che ne avremo 8 subito a portata di dito. Il party, composto da tre personaggi oltre al nostro, si muoverà in autonomia e grazie all'apposito menu potremo anche personalizzare una strategia. In qualsiasi momento, comunque, potremo prendere il controllo di chiunque. Con la pausa tattica avremo modo di gestire il tutto con grande tranquillità, assegnando compiti ad ognuno, verificando anche punti deboli del nemico. L'interfaccia fa il suo dovere, nonostante i controlli via pad non sempre risultino intuitivi.

E' chiaro come Inquisition si trovi più a suo agio con tastiera e mouse. Nonostante questo, fatta un po' di pratica ci si sente padroni delle proprie azioni, anche grazie ad un sistema di puntamento ben studiato che raramente ci fa mancare un colpo. I combattimenti ci hanno decisamente soddisfatti ed il pericolo noia viene tenuto lontano da un buon livello di sfida già a difficoltà normale che nelle battaglie più impegnative ci costringerà ad attivare la pausa tattica se vorremo sopravvivere. L'intelligenza artificiale mostra anche degli spunti interessanti, gestendo i gruppi di nemici in modo molto stimolante, chiaramente in base alla loro tipologia.Dove non siamo rimasti molto soddisfatti é nella personalizzazione del personaggio, porzione di gameplay un po' semplificata in Dragon Age: Inquisition. Si nota come Bioware abbia puntato sul sicuro proponendo alberi di skill un po' spogli.

Al passaggio di livello otterremo un semplice punto abilità da utilizzare per sbloccare nuove skill, ma non potremo ad esempio agire sui singoli parametri dei personaggi. Potremo comunque gestire l'evoluzione di ogni membro del party, mentre i più pigri premendo un semplice tasto, potranno lasciare l'onere alla CPU. Il focus si sposta invece sull'equipaggiamento, non tanto per la quantità di "pezzi" che é possibile indossare, quanto per l'esaustivo e intrigante sistema di crafting implementato. Le regole sono abbastanza classiche, si trovano le ricette, gli elementi necessari e nelle fucine si creano pezzi di armature o armi. Il tutto però é ben bilanciato e vario, grazie anche alla possibilità di realizzare i propri potenziamenti, personalizzando così le varie creazioni, alle quali alla fine potremo anche dare un nome. Inoltre le istruzioni ci lasciano una certa libertà nell'utilizzo dei materiali, così che potremo sceglierli per ottenere vantaggi, o anche semplicemente colorazioni, differenti. Insomma, preparatevi perché il crafting system messo assieme da Bioware vi risucchierà tantissime ore.



Bioware non sbaglia un colpo?


Sembra tutto perfetto in Dragon Age: Inquisition. La verità é che Bioware ha lavorato con molta intelligenza, maneggiando materiale che conosce benissimo, partendo da regole classiche, per poi mescolare ogni singolo elemento dando loro una veste più moderna e fruibile. Il risultato di questa ricetta é pienamente riuscito, e forse una delle poche recriminazioni che si possono fare agli sviluppatori riguardano il poco coraggio nello sperimentare qualcosa di realmente nuovo per il genere.

Inoltre lo sviluppo del proprio alter ego risulterà troppo semplificato per alcuni giocatori, per non parlare della presenza di sole tre classi. Insomma, si é lavorato su pochi elementi sfruttati però a dovere, quindi visto il risultato finale é difficile lamentarsi. Lo stesso vale per i contenuti, quasi sempre di qualità, nonostante il numero di missioni primarie e soprattutto secondarie sia davvero spropositato. Un'altro appunto lo potremmo fare al sistema che gestisce l'avanzare nella campagna principale, che ci costringe ad esplorare e impiegare del tempo anche nelle quest secondarie. Non é un vero difetto, quanto più una scelta esplicita che ad alcuni potrebbe non andare giù del tutto.

Il gioco propone poi una modalità multiplayer cooperativa divertente ma forse un po' abbozzata e non realmente approfondita. Potremo creare un personaggio e divertirci in missioni generate per l'occasione, da affrontare in compagnia di nostri amici. Sembra quasi più un esperimento da esplorare maggiormente in eventuali capitoli successivi, per ora la calssifichiamo come piacevole aggiunta ma nulla più.

RPG di nuova generazione


Sotto il profilo del gameplay promuoviamo a pieni voti il lavoro di Bioware, ma non possiamo fare lo stesso per quanto riguarda il comparto tecnico, molto buono ma non perfetto e di nuova generazione come avremmo sperato. Utilizzando il Frostbite di DICE, gli sviluppatori hanno dato vita ad un mondo vasto, splendido da vedere, dettagliato e dalla linea dell'orizzonte impressionante. Il tutto però é davvero poco interattivo, e considerate le capacità del motore grafico impiegato sarebbe stato interessante vedere qualche elemento distruggersi e subire gli effetti devastanti delle nostre magie. I personaggi, poi, per quanto curati, sembrano troppo plasticosi. Non aiutano delle animazioni facciali approssimative, così come movenze un po' impacciate, in pieno stile Bioware anche queste purtroppo. Quando decideranno ad evolversi anche in questo ambito? Ottimo il comparto sonoro, fatto di musiche davvero azzeccate (preparatevi a momenti di grande epicità e di puro "nerdgasm"), ed un doppiaggio originale titanico. Il titolo é solo sottotitolato, ma vista la quantità e qualità dei dialoghi é meglio così.